Polemica assunzioni a chiamata alla “Corte di Nardella”

Firenze, polemica a Palazzo Vecchio per le due assunzioni ‘articolo 90’ di fine d’anno, annunciate dalla giunta, “Altre due poltrone alla corte di Nardella”, denunciano i consiglieri di Firenze Riparte a Sinistra, Donella Verdi e Tommaso Grassi.

“Tra Natale e Capodanno la corte di Nardella si allarga e a sedere nelle poltrone degli assunti a chiamata nelle segreterie saranno altre due persone – si legge nel comunicato di FRS – una sarà la caposegreteria dell’assessora Del Re, che ha rottamato velocemente la persona scelta non più tardi dell’estate 2017, ed avrà una indennità di poco inferiore ai 17mila euro, e l’altro sarà un collaboratore direttamente di Nardella, che riceverà un ricco premio da 27 mila euro che permette di raddoppiare lo stipendio base che sarebbe pari a circa 25 mila euro”.

Non tarda ad arrivare la replica dell’assessore al personale Federico Gianassi che replicando alle opposizioni bolla l’attacco delle opposizioni come “solite polemiche pretestuose dell’opposizione”. “Come al solito siamo di fronte alle polemiche delle opposizioni che non hanno argomenti politici – contrattacca Gianassi – i dipendenti a chiamata diretta rappresentano soltanto circa l’1% del totale del personale del Comune e questa Amministrazione ha varato un piano assunzioni tramite concorsi per 300 posti. Un impegno di grande rilievo che non ha eguali negli ultimi anni”. “Siamo tra i primi in Italia ad avere utilizzato le nuove norme nazionali per le assunzioni: abbiamo lanciato un piano che prevede la copertura, tramite concorsi, di 300 posti in tre anni. Si tratta di un impegno di grande rilievo che è già iniziato: sono in corso due concorsi per 66 persone e inizio anno ne partiranno ulteriori 4 per ulteriori 100 persone. Questi numeri sono la migliore risposta alle sterili polemiche dell’opposizione” conclude l’assessore.

All’attacco anche Silvia Noferi, Capogruppo del Movimento 5 Stelle, che prontamente deposita un’interrogazione per il Consiglio Comunale, “Abbiamo depositato un’interrogazione per capire perché il Sindaco ha sentito la necessità di assumere altre due persone lautamente retribuite ad appena un anno e mezzo dalla fine del mandato. L’interrogazione è stata quasi obbligatoria visto che alle determine del 28 dicembre 2017 non sono stati allegati nemmeno i curriculum vitae dei nuovi assunti. Forse la fretta, forse è stato dato per scontato, ma nessuno fuori dai “cerchi magici” sembra conoscere le grandi qualità tecniche e professionali che giustificano, non solo le nuove assunzioni, ma anche le maggiori indennità accessorie attribuite ai due nuovi inquilini di Palazzo Vecchio. L’approssimarsi della fine d’anno con il torpore che di solito accompagna le festività natalizie – conclude Silvia Noferi – sembra il momento più adatto a far passare inosservata questa manovra che potrebbe essere preparatoria per l’imminente campagna elettorale; confidiamo in una risposta celere e puntuale che possa chiarire i nostri dubbi”.

A difesa della giunta interviene anche la Vice Capogruppo del Partito Democratico Francesca Paolieri che replica ai consiglieri di Firenze Riparte a Sinistra e Movimento 5 Stelle dicendo “Le opposizioni cercano, in tutti i modi, di polemizzare e non trovano di meglio che tirare fuori le ultime due assunzioni decise dall’amministrazione per coprire il ruolo di caposegreteria dell’assessora Cecilia Del Re e di un collaboratore per il sindaco Nardella”. “Vorrei ricordare che, per quanto riguarda il ricorso ad assunzioni a chiamata, il Comune di Firenze non è certo l’unico a farne uso. Al contrario – aggiunge Francesca Paolieri – questa pratica viene utilizzata anche nei Comuni di Sesto Fiorentino, Torino e Roma, solo per citare casi di amministrazioni care alle opposizioni. Mi pare che si voglia, come sempre, cercare di avere qualche titolo sui mezzi d’informazione cercando la provocazione. Tra l’altro la capogruppo del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi, che ha avuto il tempo per polemizzare sulle assunzioni a chiamata, non ha trovato il tempo di stare in aula nei due giorni di Consiglio comunale dedicati al bilancio, occasione quella più appropriata dei comunicati stampa per intervenire, magari proprio quando è stato illustrato il piano occupazionale del Comune di Firenze”.

Sinistra Italiana: gruppo in Palazzo Vecchio si autosospende da cariche interne

Mentre la costellazione di sigle e partiti alla sinistra del Pd a Roma prova a compattarsi, a Firenze c’e’ chi dice no. No all’alleanza con Mdp e Possibile caduta dall’alto, imposta.

Per questo Tommaso Grassi, Donella Verdi e Giacomo Trombi, i tre consiglieri comunali del gruppo Firenze riparte a sinistra, si autosospendono dalla cariche interne a Sinistra Italiana. “Non abbiamo minimamente gradito la scelta verticistica intrapresa dai nostri dirigenti nazionali, quella di fare un accordo con Mdp e Possibile con tanto di spartizioni numeriche e percentuali”, spiega il capogruppo Grassi a Palazzo Vecchio. Anche perche’, se da un lato “siamo molto dispiaciuti per il fatto che l’assemblea di sabato a Roma sia
saltata”, dall’altro “riteniamo sbagliato rottamare il Brancaccio” l’esperienza politica nata da Tomaso Montanari e Anna Falcone, i due animatori di Alleanza popolare per la democrazia e
l’uguaglianza.
“Ovviamente- prosegue Grassi- rimaniamo iscritti a Si e siamo disposti a spiegare il nostro gesto in ogni sede. Ma ora e’ necessario mandare un segnale forte, perche’ gli accordi di
partito presi cosi’ non sono sufficienti. Cosi’ la sinistra non riparte”. Perche’? “Io la dico cosi’: mentre dovremmo costruire una piattaforma vera per la sinistra, ricollegando la politica al territorio, ci piomba in testa una scelta presa a Roma peraltro in anticipo rispetto alle assemblee fissate anche dagli altri in anticipo rispetto alle assemblee fissate anche dagli altri partiti. Ma cosi’ andiamo a sbattere contro un muro”.

Per Grassi, Verdi, e Trombi- ma anche per un pezzo fiorentino di Sinistra italiana, come la segretaria di circolo Vania Valoriani, membri della segreteria provinciale e Mauro Romanelli, l’ex consigliere regionale oggi in segreteria regionale- c’e’ poi “l’esigenza da compiere una scelta vincolante, quella di rompere definitivamente con il centro sinistra e con il Pd, indipendentemente dalla leadership di Matteo Renzi”. Quelle del Partito democratico, infatti, “sono solo aperture tattiche perche’ hanno scoperto di aver distrutto la sinistra: le politiche del jobs act, la buona scuola, lo sblocca Italia, le politiche finanziarie fatte di bonus invece che di soluzioni strutturali, rendono incompatibile l’alleanza tra la sinistra e il Pd. Non c’e’ da dire si’ o no, non c’e’ neppure da proporlo. Il nostro popolo non vuol sentire parlare di
alleanze ne’ prima ne’ dopo le elezioni”.

La dichiarazione di Tommaso Grassi

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Firenze, gruppo di Sinistra Italiana autosospeso da incarichi di partito

Decisione simbolica del gruppo consiliare di Sinistra Italiana per alcune scelte dei vertici nazionali

Autosospensione da tutti i ruoli interni di Sinistra italiana di tutto il gruppo consiliare in Palazzo Vecchio a Firenze e di altri svariati esponenti locali del partito. La decisione simbolica, è stato spiegato oggi in una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche i consiglieri comunali Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi, è stata presa “in segno di disagio per il metodo verticistico con cui le segreterie nazionali di Mdp, Possibile e Sinistra italiana stanno predisponendo le liste in vista delle elezioni politiche, scavalcando e mettendo in un angolo il percorso popolare iniziato il 18 giugno scorso al teatro Brancaccio di Roma”.

Tra le cause del disagio, l’esclusione dalle trattative partitiche di Rifondazione e AltraEuropa, ed anche la “non discussa ma annunciata mediaticamente leadership di Pietro Grasso, fino all’altro giorno uomo del Pd”, ha detto Tommaso Grassi; a pesare, anche “frizioni, in Toscana, con Mdp”, aggiunge il consigliere, “il cui fondatore Enrico Rossi tende a dimenticarsi, in termini di politiche intraprese, di essere un socialista rivoluzionario non appena rientra dai suoi tour nei confini della Regione che governa, la Toscana”. Consiglieri e appartenenti a Si hanno sottolineato di non voler affatto lasciare il partito, ma solo le cariche ad esso interne, “per manifestare una difficoltà che speriamo sia raccolta e considerata nell’ambito del partito stesso”.

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