Sacerdote indagato per abusi: procura chiede rinvio a giudizio

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per don Emanuele Dondoli. Il sacerdote del Mugello è accusato di aver abusato di una 19enne con disturbi della personalità mentre era titolare della parrocchia. L’udienza è fissata il 4 dicembre davanti al gup Anna Liguori.

Secondo la pm Benedetta Foti, il parroco avrebbe abusato della giovane 19enne dal marzo 2018. E’ stata convinta di essere posseduta dal demonio e il prete le avrebbe consigliato delle “benedizioni risolutive per il malessere”. Questo era il pretesto utilizzato per compiere gli abusi. Inoltre, durante una perquisizione nella parrocchia, gli agenti avrebbero trovato nel cellulare del don foto scattate che testimonierebbero le violenze.
La donna sarebbe affetta da “disturbo dipendente di personalità”, aggravato da “una sintomatologia ansiosa e depressiva”. Questa sua condizione, per l’accusa, la renderebbe incapace di intendere e volere e anche di potersi sottrarre dagli abusi subiti.
“Preoccupazione e amarezza” vengono espresse dal difensore del sacerdote, Francesco Stefani. “Oggi mi è stata notificata la data dell’udienza preliminare – spiega l’avvocato – prima che mi venisse notificata quella per l’espletamento dell’incidente probatorio. A seguito di richiesta di chiarimenti – continua – mi è stata notificata ordinanza di accoglimento di incidente probatorio, che si terrà il 20 novembre ma il pm chiedendo il rinvio a giudizio prima dimostra totale indifferenza verso la difesa, nonostante fosse a conoscenza della data in cui si sarebbe tenuto”.

Sacerdote indagato: difensore, mio assistito nega ogni accusa

“Il mio assistito nega categoricamente le accuse gravi che gli sono state mosse” afferma in una nota diffusa ieri sera l’avvocato Francesco Stefani di Firenze, difensore di don Emanuele Dondoli, 58 anni, sacerdote del Mugello indagato per la presunta violenza sessuale su una giovane che frequentava la sua parrocchia.

“L’indagato nega di aver avuto rapporti sessuali – prosegue l’avvocato difensore – e quindi a maggior ragione di avere usato violenza nei confronti della denunciante con la quale esisteva un rapporto di amicizia datato negli anni”.

Durante le indagini il sacerdote è stato perquisito dalla polizia che avrebbe dato importanza ad alcune immagini conservate nel cellulare e nel computer. “Sono immagini estranee alla vicenda in questione e che non hanno rilievo ai fini di ogni decisione eventuale pertinente alle accuse – precisa l’avvocato Francesco Stefani – Non sono state peraltro rinvenute fotografie che lascerebbero pensare a rapporti con la denunciante, né don Emanuele ha mai avuto problemi con terze persone. Ora lui confida nella giustizia e spera di poter dimostrare quanto prima la propria estraneità rispetto alle accuse mosse”.

La procura di Firenze ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei giorni di Ferragosto.

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