Edilizia, martedì 9 luglio l’incontro pubblico alla Palazzina Reale

All’iniziativa, dal titolo dal titolo “Fare e disfare… iniziamo a ragionare”, prenderanno parte i soggetti coinvolti nel dibattito che hanno risposto all’appello lanciato dalla Consulta Interprofessionale della Città Metropolitana di Firenze. L’obiettivo è dar vita a un percorso di approfondimento sulle tematiche del restauro e su come poter intervenire a seguito della decisione del Consiglio di Stato, per poter far riprendere l’attività urbanistico-edilizia in città

Si terrà martedì prossimo, 9 luglio, alla Palazzina Reale di piazza Stazione, sede di Ordine e Fondazione Architetti Firenze, l’incontro pubblico sull’attività urbanistico-edilizia in città dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato con cui si sospende l’efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze.

All’incontro prenderanno parte i soggetti coinvolti nel dibattito che hanno risposto all’appello lanciato dalla Consulta Interprofessionale della Città Metropolitana di Firenze. È prevista la partecipazione dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze Cecilia Del Re, della presidente nazionale di Italia Nostra Mariarita Signorini, di Duilio Senesi per la Consulta Interprofessionale della Città Metropolitana di Firenze, del professor Alberto Di Cintio dell’Unità di Ricerca PPCP – DIDA – Università di Firenze, di Carlo Francini dell’Ufficio UNESCO – Firenze, di Renzo Manetti per l’Accademia delle arti del disegno, del presedente di INU Toscana Francesco Alberti e di un rappresentante della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze-Pistoia-Prato.

L’incontro, dal titolo “Fare e disfare… iniziamo a ragionare – Attività urbanistico-edilizia tra voglia di ripresa e ordinanze sospensive” (che segue quello organizzato a giugno sempre alla Palazzina Reale, dal titolo “Fare e disfare… come si fa a ristrutturare”), è in programma la mattina a partire dalle 9. “Alla Palazzina Reale un’occasione per ascoltare le ragioni di una molteplicità di soggetti, di approfondimento scientifico, per ricercare elementi oggettivi condivisibili, per delineare una strategia di uscita dal caos e dalla paralisi delle attività edilizie”, spiegano gli organizzatori.

Obiettivo dell’iniziativa, in cui verrà fatto il punto sulla situazione attuale e sui possibili orizzonti, è quello di dar vita a un percorso di approfondimento sulle tematiche del restauro e su come poter intervenire a seguito della decisione del Consiglio di Stato, per poter far riprendere l’attività urbanistico-edilizia a Firenze anche nella prospettiva della revisione del regolamento urbanistico.

DIDA: valutare ricadute della ‘Variante al Regolamento Urbanistico’

Firenze, l’Unità di Ricerca “Paesaggio, Patrimonio culturale, Progetto (PPcP) del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze (DIDA) ha presentato oggi ‘Osservazione’ al Comune di Firenze in merito alla “Variante al Regolamento Urbanistico  per l’aggiornamento della definizione del limite di intervento da applicare al patrimonio edilizio esistente di interesse storico-architettonico e documentale rispetto all’innovato quadro normativo”.

In particolare, i docenti, i ricercatori e studiosi dell’Unità di Ricerca del DIDA, hanno posto alla base della Osservazione, la necessità in primis di valutare con la massima attenzione le ricadute e l’impatto che si potrebbe avere sul corpus edilizio patrimoniale della città, non prima di avere monitorato il progressivo degrado urbanistico nel quale sta scivolando il Centro Storico, sito UNESCO – Patrimonio Mondiale dell’Umanità (dal 1982).

Si legge in un comunicato del DIDA dell’Università di Firenze: “Pur prendendo atto che la ragione fondamentale della norma che si vuole introdurre è dovuta alla risoluzione del problema sollevato dalle sentenza della Cassazione, ravvisiamo che l’Amministrazione debba innanzi tutto fornire una risposta articolata e complessiva, non tanto ai soggetti interessati al cambiamento quanto piuttosto alla collettività, unica depositaria dei valori culturali, storico-architettonici e documentali della città, ovvero che occorra lavorare per trovare le più idonee soluzioni, partendo dall’esigenza irrinunciabile di trovare sempre le migliori condizioni operative. Gli osservanti, richiedono dunque una risposta fatta di strategie e non solo di norme, risultanti assai deboli nel dettato applicativo. Si tratta di requisiti sostanziali al fine di garantire il diritto costituzionale (art. 9) ‘alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico’.  E, in assenza di un’analisi puntuale del sistema urbano ed edilizio storico della città, l’unica possibilità è escludere la possibilità di un’applicazione indifferenziata della norma, specie per le parti che si considerano a maggior rischio, giudicando inopportuna e inutile la scelta di spostare il baricentro della classificazione dal restauro alla ristrutturazione, ancorché definita leggera, assoggettata a limitazione massima ammissibile”.

In pratica con questa ‘Osservazione’ viene chiesto all’amministrazione Comunale che: “Venga attuata un’attenta analisi preventiva del compendio urbano storico della città in tutti i suoi aspetti materici e ambientali, non solo  costruttivi e tipologici,  per garantire, insieme ad un’efficace salvaguardia dei valori culturali, quegli obiettivi strategici di funzionalità che si richiedono nei processi di rigenerazione del patrimonio edilizio”.

E, per realizzare i suddetti obiettivi viene proposto che: “Si proceda preventivamente da parte dell’Amministrazione comunale alla perimetrazione delle aree d’intervento, eventualmente da sottoporre a distinti piani attuativi”.

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