Leu: Rossi a Franceschini, governo di scopo per diminuire precari

Il presidente della Regione Toscana ed esponente Leu, Enrico Rossi, risponde sul suo profilo Facebook  all’intervista del ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini sul Corriere della Sera, sottolineando la priorità di ridurre il lavoro a tempo determinato in caso di un governo di scopo.

Rossi ha scritto sul suo profilo Facebook, in merito alle parole di Franceschini: “Uno scopo serio per un governo di scopo. Censis dice che nel 2017 le assunzioni sono state, quasi, 9 su 10 a tempo determinato mentre diminuiscono le ore di lavoro per occupato. Vuol dire precarietà e povertà. Un governo di scopo deve darsi anche lo scopo di diminuire il precariato riportando, dopo un periodo di prova, il lavoro a tempo indeterminato ad essere la forma prevalentemente di ingresso nel mondo del lavoro”, conclude Rossi.

Franceschini ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, nella quale afferma che da un governo di scopo può nascere un meccanismo virtuoso per fare riforme: “La verita’ e’ che siamo in un’impasse”. Quindi, “è il momento di scrivere le regole tutti insieme. Le riforme a maggioranza non funzionano; ma siccome oggi nessuno ha la maggioranza, il quadro e’ perfetto per fare le riforme, perche’ nessuno le puo’ imporre agli altri”.

Franceschini ha parlato anche di superamento del Bicameralismo: “Monocameralismo e legge elettorale. L’insieme di questi elementi puo’ dare stabilita’ al sistema Paese. Non ho nessun titolo per impegnare il Pd: mi rivolgo a Di Maio, a Salvini, a Berlusconi, a Martina e al mio stesso partito; da una situazione che pare perduta puo’ nascere un meccanismo virtuoso. Questa puo’ essere la legislatura perfetta”. Per Franceschini “il governo diventa figlio di questo schema. Dovrebbe accompagnare e acconsentire il processo. Certo non per un tempo infinito”.

Sgarbi, Pistoia capitale cultura? Qualcosa non ha funzionato

Pistoia, intervenendo all’iniziativa ‘Arte, artigianato e cultura’ promossa da Cna e Confartigianato, Vittorio Sgarbi, ha attaccato l’idea, a suo dire’fallimentare’, del ministro Franceschini di designare la città capitale della cultura.

“Se tu domandi ad un italiano, che non sia di Pistoia, qual è la capitale della cultura non ti risponde – ha detto Sgarbi – quindi qualcosa non ha funzionato nella comunicazione”.

“Palermo farà fatica anche lei, Mantova forse qualcuno l’ha percepita, ma in generale questa idea di Franceschini – ha aggiunto il critico d’arte – è un’idea fallimentare, perché serve a dare un milione di euro a una città, che è molto, ma è anche poco, e la città non sempre riesce a farlo fruttare. Il caso di Pistoia è emblematico, perché non è la prima città di cultura che ti viene in mente”.

“Quindi – prosegue – pensi, magari c’è qualcosa che non so, in realtà non c’è niente perché non è venuto fuori niente. La capitale italiana deve essere percepita come tale fuori da Pistoia, se la percepisce Pistoia è la capitale comunale, non è la capitale italiana. Per cui è un’occasione non soltanto perduta, ma che nasce da un errore sostanziale del ministro, che ha pensato che mettendola in gara veniva fuori qualcosa”.

“Io mi ricordo che l’unica volta in cui si è parlato di Pistoia capitale italiana della cultura – ha anche detto Vittorio Sgarbi – è stato per il simbolo, che era una cagata di tale bruttezza, che forse ha fatto parlare di sé per quello. Il più brutto logo mai fatto, lo ha fatto Pistoia”. Secondo il critico d’arte ora è tardi per recuperare. “L’anno di Pistoia capitale è quasi terminato – ha concluso -, ci vorrebbe qualcosa che abbia un grande senso, occorre pensarci, ma deve essere un’idea che altri non hanno avuto”.

Artbonus, 23,9 milioni alla Toscana

Ha sfondato il muro dei 200 milioni di euro, l’ArtBonus, l’agevolazione voluta dal governo per incentivare i mecenati dell’arte.

La parte del leone nei finanziamenti ArtBonus, l’ha fatta la Lombardia con quasi 73 milioni di euro raccolti, mentre in coda, ci sono solo i 171.925 euro per una regione ricca di tesori dell’arte come la Sicilia, 5.200 euro per la Calabria, 1,1 milioni per la Campania, 600 euro per il Molise, nulla per la Basilicata.

Lontana dai risultati della Lombardia anche la Toscana con 23,9 milioni di sostegno privato ricevuti da istituzioni della cultura, e non solo i soliti Uffizi.

In generale hanno beneficiato di aiuti diverse fondazioni liriche, oltre al teatro alla Scala e all’Arena di Verona, il San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, l’Accademia di Santa Cecilia e il Teatro dell’Opera a Roma, il Maggio a Firenze, solo per citarne alcune. E l’aiuto è arrivato anche per opere civiche molto importanti, come il restauro delle mura urbane di Lucca, straordinario esempio di architettura fortificata (4,9 milioni come contributo al restauro).

Ma in questi anni, complice il credito di imposta, i privati sono venuti in aiuto anche di istituzioni e beni magari meno citati eppure certo non meno importanti, come la Biblioteca delle oblate a Firenze (circa 763 mila euro) o Palazzo Chiericati a Vicenza (1.510.300 per interventi di manutenzione sulle facciate) il ponte degli alpini a Bassano del Grappa.

Per Franceschini è una riprova dell’efficacia della legge: utile, dice il ministro, “Perché con queste risorse si finanzia la cultura e il recupero del patrimonio. Ma importante soprattutto dal punto di vista educativo perché sta introducendo nel Paese la cultura del mecenatismo”.

La sfida sarebbe ora di far funzionare l’ArtBonus  anche al centro Sud.

RIAPRE PARTE DEL PERCORSO DEL PRINCIPE

?Firenze, Palazzo Vecchio e gli Uffizi riuniti dopo anni: è stata aperta la porta del percorso in quota sopra via della Ninna che collega i due musei. Franceschini: “è un fatto storico, Percorso è unico al mondo.”

Da oggi è percorribile  il camminamento che collega i due musei, un tempo uno di competenza comunale e l’altro statale, e che è il primo tratto del cosiddetto Percorso del Principe, il camminamento sopraelevato voluto da Cosimo I de’ Medici e realizzato dall’architetto Giorgio Vasari nel 1565, per consentire ai granduchi fiorentini di spostarsi senza pericoli dal palazzo del Governo, Palazzo Vecchio, alla loro residenza di Palazzo Pitti.

Oggi la porta è stata ufficialmente aperta alla presenza del sindaco Dario Nardella, del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt e dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. E’ previsto un biglietto integrato e quindi a un percorso museale unico stabile che comprende Palazzo Vecchio e gli Uffizi. L’atto segue la volontà espressa dal sindaco, dal ministro Franceschini e dal direttore Schmidt che già da tempo stavano lavorando con i rispettivi tecnici per rendere realizzabile il progetto. Negli anni il percorso era stato effettuato solo sporadicamente e solo con percorso guidato.

Il nuovo biglietto consentirà al pubblico di visitare autonomamente i due storici edifici e muoversi liberamente tra le straordinarie opere d’arte conservate al loro interno, con un unico vincolo, dettato da esigenze di sicurezza e limiti di affollamento: prenotare il passaggio e recarsi al suo ingresso, nella Camera Verde di Palazzo Vecchio, all’orario stabilito. Sarà possibile prenotare chiamando il call center di Firenze Musei, tel. 055294883 (lun-ven 8.30-18.30; sab 8,30-12,30). La sperimentazione è prevista fino al 14 gennaio 2018 per consentire l’effettuazione di alcuni lavori. Il biglietto base costerà 27 euro, con le riduzioni di legge (vedi scheda allegato per tutti i dettagli).

“Palazzo Vecchio – ha affermato il sindaco Nardella – è stato unito agli Uffizi da un progetto unitario, voluto da Cosimo dei Medici e progettato dal Vasari. Per troppo tempo il complesso è rimasto separato da confini politici e giuridici. Oggi, grazie al forte interessamento del ministro Franceschini e alla decisiva collaborazione con il direttore Schmidt, finalmente riapriamo una piccola porta simbolica, recuperiamo il grande progetto vasariano e lo mettiamo a disposizione di tutti, riunendo finalmente ciò che burocrazia e vicende politiche avevano diviso”.

“Il termine storico bisogna usarlo con una certa prudenza e parsimonia, ma in questo caso credo che si possa dire veramente, perché questo passaggio era chiuso da secoli, o veniva aperto in occasioni straordinarie”. Lo ha detto il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, tagliando il nastro del primo tratto del percorso del Principe. Unire i due spazi, ha aggiunto il ministro, “è anche un fatto simbolico: Comuni e Stato sono pezzi della Repubblica, secondo la nostra Costituzione, e qui si riuniscono. Perché davvero si offre un’opportunità unica, straordinaria, il Percorso è unico al mondo.”

“I lavori sul Corridoio” ha concluso Franceschini “sono già progettati e verranno realizzati nel più breve tempo possibile: creeremo un museo che non soltanto per la ricchezza delle collezioni ma anche per il fascino del percorso stesso, sarà un’esperienza unica per qualsiasi viaggiatore al mondo”. Il ministro ha poi ricordato come, per il G7 della cultura a Palazzo Pitti, il corridoio vasariano abbia stupito i sette ministri della cultura, il commissario europeo e la direttrice dell’Unesco.

IMG_3404Gimmy Tranquillo ha raccolto le dichiarazioni del Ministro Franceschini:

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