Bekaert: costituito nucleo di 52 lavoratori per dare nuova vita a fabbrica

Un primo nucleo di 52 lavoratori della Bekaert di Figline e Incisa Valdarno ha costituito un Comitato promotore per dare mandato a Legacoop Toscana di accompagnarli nel percorso di verifica di fattibilità della costituzione di una cooperativa di lavoro attiva in varie produzioni.

L’obiettivo, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa a Firenze dopo l’incontro tra dipendenti, Legacoop Toscana e Fiom Cgil Firenze, è avviare un progetto di impresa e sottoporlo all’attenzione di Sernet, l’advisor incaricato per la reindustrializzazione del sito, e al ministero dello Sviluppo economico.

“Oggi è un punto di ripartenza – ha spiegato Roberto Negrini, presidente di Legacoop Toscana – per capire se esistono le condizioni di sostenibilità economica e finanziaria e avviare così un progetto di lavoratori in forma cooperativa”. E’ necessario fare “un’attenta valutazione per non rischiare di deludere ulteriormente i lavoratori che sono già provati dalle vicende che ben conosciamo. Il primo passaggio sarà quello di capire la sostenibilità economica e finanziaria dei processi produttivi per poi trovare risorse anche tra gli strumenti finanziari della cooperazione”.

Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, ha affermato che “al contrario dei soggetti interessati, che finora hanno scelto di celarsi dietro vincoli di riservatezza, noi operiamo in trasparenza”. La costituzione di un comitato “aperto” anche ad altri dipendenti è “un elemento di assoluta positività, a dimostrazione che i dipendenti non solo hanno a cuore il loro posto di lavoro ma anche l’azienda che per tanti anni ha dato sviluppo alle loro famiglie”. Il “Governo” adesso “ha una grossa opportunità”.

Enzo Masini, della segreteria Cgil Firenze, ha spiegato che “una parte dei lavoratori della Bekaert ha voluto dare un segnale di riscatto e di affermazione della dignità del lavoro, cercando di rispondere all’esigenza di reindustrializzazione. Si tratta di un’ iniziativa i cui sviluppi saranno verificati dai lavoratori e dalle istituzioni del territorio, un’ iniziativa aperta alla partecipazione di chiunque voglia sostenerla.”

“Di fronte a certe politiche delle multinazionali che sfruttano le competenze e le risorse del territorio, può sorgere una risposta diversa che mette al centro il lavoro e non la finanza. Il Governo ha il compito di trovare soluzioni a una vertenza che dura da troppo tempo, da oggi per farlo ha anche un interlocutore sostenuto dalla competenza della lega delle cooperative”, ha concluso Masini.

“Passano i mesi – ha detto Giovanni Tarchi della Rsu Fiom – e non si hanno notizie, non si sta muovendo niente. Non si può stare con le mani in mano ad aspettare, per questo abbiamo deciso di provare a valutare se è fattibile mettersi in gioco in prima persona.”

 

Roberto Negrini e Daniele Calosi al microfono di Lorenzo Braccini.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/05/190503_01_-CONFERENZA-BEKAERT.mp3?_=1

Sviluppo sostenibile: FFF e Fiom Firenze a confronto

Martedì 16 Aprile ore 9 in Borgo dei Greci 3 Firenze,nel corso dell’Assemblea Generale della Fiom di Firenze (delegati lavoratori delle aziende metalmeccaniche della nostra provincia) ci sarà un incontro con  gli studenti che hanno dato vita al movimento #fridaysforfuture.
“Ci confronteremo con loro sulla questione ambientale e sulla necessità di avere un nuovo modello di sviluppo che sia sostenibile ambientalmente e socialmente.Questi ragazzi che verranno da noi vogliamo semplicemente ascoltarli, capire attraverso la loro visione come il mondo di chi lavora può dare risposte alle loro richieste. La nostra generazione è stata fin troppo egoista”.

INTERVISTA CON DANIELE CALOSI SEGRETARIO FIOM CGIL FIRENZE

Bekaert: presidio Fiom a Firenze

Calosi (segretario FIOM Firenze) “Il 28 c’è un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico – dove ci auguriamo che lì governo proponga un piano di reindustrializzazione serio e concreto”

‘Il filo non si spezza – noi siamo ancora qui – i lavoratori Bekaert’: questa la scritta sullo
striscione che i lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) hanno esposto stamani alle 10 su Ponte Vecchio a Firenze, e poi ancora davanti alla prefettura, nel
corso del presidio organizzato dalla Fiom-Cgil per tenere alta l’attenzione sulla vicenda.
Sono 252 gli addetti ancora in attesa di notizie sui processo di reindustrializzazione dello stabilimento e del pagamento della Cig, reintrodotta ma ancora non autorizzata dall’Inps. “Il 28 c’è un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico – ha osservato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze – dove ci auguriamo che lì governo proponga un piano di reindustrializzazione serio e concreto, che preveda che tutti i lavoratori che sono rimasti ritrovino naturalmente occupazione nel processo di reindustrializzazione alle stesse condizioni economiche, normative, retributive e dei
diritti”

Una delegazione del sindacato ha incontrato in prefettura il prefetto di Firenze Laura Lega, che dopo un breve aggiornamento sullo stato attuale della vicenda Bekaert si è resa disponibile a continuare a monitorare la situazione prendendo contatti con il ministero.
Al ministro Luigi Di Maio, ha ricordato Calosi, “va riconosciuto che nel reintrodurre la Cassa integrazione ha fatto un’opera di restituzione di un maltolto, però adesso bisogna passare dalle parole ai fatti. Lui si era impegnato anche per quanto riguarda il processo di reindustrializzazione: il 28 marzo c’è un incontro, e vogliamo capire se è un processo valido
oppure no. Trovo un po’ bizzarro però che il ministro dello Sviluppo economico incontri il primo ministro bielorusso perché sembra che un’azienda bielorussa, di proprietà pubblica, sia interessata a rilevare la Bekaert, trovi il tempo di fare un comunicato stampa, ma ancora non abbia trovato il tempo per incontrare le organizzazioni sindacali”.

Bekaert: firmata al Ministero l’intesa sulla Cassa integrazione

Bekaert (Figline Valdarno), firmata al Ministero l’intesa sulla Cassa integrazione (scatta il primo gennaio, dura un anno). Calosi (Fiom Cgil Firenze): “Ora concentriamoci sulla reindustrializzazione”

Oggi presso il Ministero del Lavoro è arrivata la firma per la Cassa integrazione per cessazione di attività per la Bekaert di Figline Valdarno (che dalle 22 di stasera chiuderà l’attività). Erano presenti all’incontro sulla vertenza i funzionari del Ministero del Lavoro, il Vicecapo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Toscana, l’azienda assistita da Confindustria Firenze, l’advisor incaricato le organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm. Dopo l’uscita volontaria di 62 lavoratori, i 256 ancora dipendenti di Bekaert dal primo gennaio e per tutto il 2019 potranno contare sul sussidio di Cassa integrazione.

Durante l’incontro, Serent, l’advisor incaricato dall’azienda per operare alla reindustrializzazione, ha aggiornato il tavolo comunicando che vi sono quattro manifestazioni di interesse rilevanti per lo stabilimento di Figline provenienti da soggetti industriali operanti tutti nel settore siderurgico e delle lavorazioni metalliche.

Per Daniele Calosi (segretario generale Fiom Cgil Firenze), “grazie alla determinazione dei lavoratori, siamo riusciti a reintrodurre la Cassa integrazione, lo strumento necessario per continuare a lavorare alla reindustrializzazione dello stabilimento di Figline che resta il vero obiettivo di tutta la vertenza”.

Scandicci, Giga Grandi Cucine: domani sciopero e presidio davanti fabbriche

Domani, giovedì 22 novembre, sciopero-presidio (ore 10-12) con la Fiom Cgil davanti ai cancelli della fabbrica, Giga Grandi Cucine, in via Pisana, 336. Per i sindacati parteciperanno Daniele Calosi e Andrea Brunetti.

Si è interrotta la trattativa sindacale alla Giga Grandi Cucine, l’azienda di Scandicci (Firenze) acquisita nel 2008 dalla multinazionale statunitense Middleby. L’azienda è leader mondiale nella produzione di macchinari per la trasformazione alimentare e proprietaria di 45 marchi del settore con decine di migliaia di dipendenti sparsi negli stabilimenti in giro per il mondo.

Ad ottobre l’azienda aveva deciso di delocalizzare alcune produzioni in altri stabilimenti del gruppo – alcune delle quali sviluppate proprio a Scandicci – ed aveva aperto una procedura di mobilità con 20 esuberi sui 50 dipendenti totali. “Negli ultimi incontri abbiamo ottenuto la trasformazione della procedura con l’utilizzo del contratto di solidarietà per far fronte alla crisi in atto e aperto alle uscite su base volontaria. Accettiamo la sfida della riorganizzazione ma per rilanciare l’attività occorre uno sforzo di Middleby nel sostenere i costi dell’operazione e quelli relativi alle uscite, altrimenti questi due mesi di trattative sono stati inutili”, spiegano la Fiom e la Rsu Fiom.

Lo abbiamo detto con Bekaert, lo ripetiamo per Giga Grandi Cucine: una multinazionale, nel nostro Paese, non può decidere di fare quel che gli pare. L’azienda ci ha lanciato una sfida, l’abbiamo accettata nonostante la riorganizzazione avvenga soltanto con le briciole, in assenza di investimenti e con una ristrutturazione costosa in termini occupazionali. Però adesso basta: se alla sfida non ci crede neppure la dirigenza allora vendano l’attività prima di lasciare un deserto. Non vorremmo che questo smantellamento dell’impresa porti con sé altri licenziamenti”, aggiunge Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze, che chiede alle istituzioni locali di far sentire il loro sostegno.

 

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