Impedita manifestazione per Strage di Viareggio, solidarietà di Baccelli (Pd)

Marco Piagentini de “Il mondo che vorrei” ha spiegato che è stato impedito loro l’accesso alle vie adiacenti il palazzo di Giustizia a Roma per una manifestazione. “Volevamo augurare “Buona giustizia” esponendo gli striscioni dei nostri cari insieme a molti comitati delle stragi italiane”, ha dichiarato.

“Sono rammaricato per quanto è accaduto ai familiari delle vittime della strage di Viareggio e alle altre associazioni che a Roma volevano semplicemente far sentire le loro ragioni e il loro desiderio di verità e giustizia, in modo del tutto pacifico, costruttivo e rispettoso, così com’è lo stile che li contraddistingue e che ha caratterizzato la loro tenace battaglia di questi anni. Un atteggiamento che non comprendo assolutamente, quindi, quello che è stato contrapposto alle loro intenzioni. A Marco Piagentini, a Il mondo che vorrei, a tutte le associazioni coinvolte va la mia vicinanza e solidarietà e l’impegno a stare ancora al loro fianco”. Così Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd, dopo le dichiarazioni dell’associazione “Il mondo che vorrei” che ha raccontato di come sia stato loro impedito di manifestare a Roma nella giornata di venerdì nelle vie adiacenti il palazzo di Giustizia.

 

Docente denuncia: “Pensavano fossi ebrea, mi hanno sputato”

Tre sputi in faccia e sulla borsa con la scritta in yiddish. Questo perchè pensavano che lei, una professoressa di storia medioevale ed ebraica all’Università di Pisa, fosse ebrea.

A denunciare i fatti avvenuti a Roma è la stessa docente, Alessandra Veronese, con un post su Facebook. Tutto, in base a quanto riferito dalla prof, è accaduto giovedì scorso intorno alle 13 a Roma: ad agire contro la docente un uomo che aveva tatuato su un avambraccio una svastica, in base a quanto riferito da alcuni testimoni.
Veronese sarebbe stata scambiata per ebrea perchè aveva con sè una borsa di tela con una scritta in ebraico di un corso di yiddish fatto a Tel Aviv. Lo sconosciuto, riferisce, le ha sputato tre volte, sul volto, sulla borsa e sul trolley che aveva con sè.
Veronese ha poi raccontato quanto accaduto su Facebook perchè “volevo che si sapesse, volevo raccontarlo ai miei amici: mi è sembrato un gesto così grave, enorme”, spiegando anche di non aver capito subito il perchè di quell’aggressione, altrimenti “gli avrei assegnato un bel calcione. Invece ero confusa: i testimoni mi hanno detto che aveva la svastica, che era un fascista conosciuto nella zona, non nuovo ad aggressioni di quel tipo. Figurasi io neanche pensavo che avevo quella borsina.
Ho presentato la denuncia alla Digos. Sono troppi i casi intolleranza”.

Roma città chiusa, per la Casa delle Donne

Passa la mozione del M5S che prevede la chiusura della Casa Internazionale delle donne di Roma. All'”Adeguamento alle moderne esigenze dell’amministrazione” le attiviste rispondono con un nuovo sit in.

L’Assemblea Capitolina ha approvato nei giorni scorsi, con 27 voti favorevoli e 2 contrari, tra il caos delle proteste delle manifestanti e le richieste di rinvio da parte dei consiglieri di opposizione, la mozione  a prima firma della consigliera Gemma Guerrini. Dopo l’approvazione della mozione, il presidente dell’Aula Marcello De Vito è stato costretto a sospendere i lavori.

Si permette di liquidare il Progetto della Casa Internazionale delle Donne come fallito solo perché non riusciamo a pagare integralmente il canone onerosissimo di affitto. Abbiamo già risposto, contestando le affermazioni inesatte e pretestuose della relazione Guerrini, e abbiamo più volte sollecitato la riapertura del Tavolo di trattativa con la Giunta che è stato inspiegabilmente sospeso da quattro mesi. L’attacco ai luoghi delle donne da parte di questa amministrazione è intollerabile e pericoloso. Viene negata l’importanza della presenza politica e culturale del femminismo e delle donne così come vengono chiusi gli altri spazi di attività sociale“, si legge in una nota che invitava alla mobilitazione.

“Giù le mani dalla Casa”, “La Casa non si tocca” e “vergogna”. Dura protesta in Assemblea capitolina delle attiviste della Casa internazionale delle donne, che al momento della presa di parola della consigliera M5S, Gemma Guerrini per illustrare la mozione a sua firma sul futuro della struttura, sono esplose in grida di contestazione nei confronti della maggioranza, indossando magliette ed esponendo cartelli.

Una vicenda quella della Casa internazionale delle donne che va avanti da mesi. L’avviso di sfratto e versamento di 800mila euro arriva a seguito del  debito sul pagamento del canone d’affitto che ha origine dal contesto innescato dalla  delibera 140 (ex giunta Marino). Il provvedimento negli intenti mirava al riordino del patrimonio pubblico in concessione, ma ha messo di fatto in ginocchio decine di realtà sociali e onlus alle quali gli spazi erano stati accordati in passato a canone ribassato. Tra questi anche il palazzo di via della Lungara.

“Basta all’inerzia, alla negligenza e all’incuria perché il debito più grande verso la città è stato maturato da chi in questi decenni la città l’ha governata. Non c’è mai stato controllo politico e questo è il risultato. Oggi la politica può riappropriarsi delle sue responsabilità”. Lo ha detto la consigliera del M5S, Gemma Guerrini, illustrando  la mozione a sua firma. “Chiediamo in base a delibere e ordinanze sindacali mai abolite di riallineare e promuovere il progetto alle moderne esigenze dell’amministrazione e della cittadinanza e a valutare la creazione all’interno del complesso del Buon Pastore di un centro di coordinamento gestito da Roma Capitale, dei servizi per il sociale e le pari opportunità diffusi, e a prevedere il coinvolgimento delle realtà associative mediante appositi bandi”, ha concluso Guerrini.

Oggi, lunedì 21 maggio  sit in alle 18 davanti all’assessorato alla Roma Semplice in via del Tempio di Giove. 

Caso Consip: Marroni consegna a pm due anni di mail con Lotti 

Entro pochi giorni verranno consegnate in Procura a Roma le mail tra l’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, e il ministro dello Sport, Luca Lotti.

Il legale di Marroni, Luigi Ligotti, affiderà l’incartamento ai magistrati che indagano sulla fuga di notizie nell’ambito della maxinchiesta sul caso Consip. “Si tratta di una serie di mail – spiega – che coprono il periodo in cui il mio assistito è stato amministratore delegato della Centrale acquisti della Pa: dal giugno del 2015 al giugno del 2017.”
Si tratta – continua – di missive che dimostrano il rapporto di serena collaborazione che Marroni ha avuto con il sottosegretario e con tutto il governo guidato da Matteo Renzi. Mail istituzionali con report sull’attività svolta in Consip ma anche pareri su eventuali nomine interne all’ente”.
Il 29 marzo si è svolto un confronto all’americana tra Marroni e il ministro, indagato per rivelazione del segreto istruttorio e favoreggiamento. L’ex amministratore  confermò che fu lo stesso Lotti, tra gli altri, ad informarlo della presenza di cimici nel suo ufficio.
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