Cas Prato: arrestato presidente consorzio

Cas Prato (centro accoglienza straordinaria): nessun servizio di pulizia, un pasto al giorno al posto dei tre previsti dalla convezione e altre irregolarità. Queste le accuse che hanno fatto scattare gli arresti domiciliari per la presidente del consorzio Astir Loretta Giuntoli.

Inchiesta Cas Prato: arresti domiciliari per il presidente del Consorzio, Astir Loretta Giuntoli, e l’interdizione dalla professione per 9 mesi per i due legali rappresentanti della cooperativa Humanitas, Roberto Baldini e Alberto Pintus, che fa capo allo stesso consorzio, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Prato nella gestione di 8 Cas per richiedenti asilo, situati a Prato, Carmignano e Poggio a Caiano. Frode nelle pubbliche forniture l’ipotesi di reato al centro dell’inchiesta condotta dalla digos di Prato e che ha portato all’emissione delle misure cautelari nei confronti della presidente di Astir e dei due legali rappresentanti della coop Humanitas. A Giuntoli contestata anche l’accusa di minacce nei confronti di tre dipendenti del consorzio.

L’inchiesta era partita all’inizio dell’estate scorsa in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini di Poggio a Caiano.

Secondo quanto riferito dal procuratore della Repubblica Giuseppe Nicolosi, che sovraintende le indagini coordinate dai pm Laura Canovai e Egidio Celano, alcuni dei profughi ospiti delle strutture sarebbero stati “costretti a recuperare dalla spazzatura le lenzuola per coprirsi, oltre che “a accendere fuochi in giardino per poter cucinare”.

La polizia ha documentato le irregolarità con immagini fotografiche e video.
Nell’ambito degli stessi accertamenti a luglio scorso era scattato il sequestro probatorio, per violazione urbanistiche, di cinque appartamenti adibiti all’accoglienza per migranti gestiti a Prato e nella provincia dal consorzio Astir.

Incendio in casa a Prato, morti padre e figlia

Sono un uomo di 84 anni, disabile, e la figlia di 57 le due persone trovate morte ieri sera in un’abitazione a Prato dai vigili del fuoco intervenuti per un incendio.

L’abitazione è al primo piano di uno stabile che è stato evacuato dai vigili del fuoco intervenuti con due squadre e l’autoscala.

Il sostituto procuratore Laura Canovai, magistrato di turno, ha disposto l’autopsia sui cadaveri delle due persone morte in seguito all’incendio del loro appartamento  di via del Castagno, alla prima periferia sud di Prato, ai margini del quartiere del Soccorso. Gli investigatori riferiscono che il cadavere dell’uomo,  è stato trovato sul letto, mentre quello della figlia è stato rinvenuto poco distante, a terra. L’ipotesi è al momento che la donna sia rimasta vittima dell’intossicazione dei fumi mentre cercava di salvare il padre. Gli uomini dei vigili del fuoco e dei carabinieri continuano a lavorare per cercare le cause scatenanti dell’incendio.

Panificio Toscano; protesta davanti prefettura Prato

Una trentina di lavoratori del Panificio Toscano hanno manifestato oggi davanti alla Prefettura di Prato dopo la decisione di Unicoop Firenze di sospendere la fornitura

Circa trenta lavoratori del ‘Panificio Toscano’ iscritti al sindacato Sì Cobas hanno manifestato di fronte alla prefettura di Prato, in via Ricasoli, per chiedere che “Unicoop Firenze revochi la sospensione del contratto con l’azienda”.

Secondo il sindacato per il secondo giorno consecutivo una parte di lavoratori non avrebbe svolto il suo turno di lavoro perchè da ieri la fornitura sarebbe stata sospesa. Una decisione presa da Unicoop, si legge in una nota, dopo la protesta di un gruppo di lavoratori che sabato scorso sono entrati all’interno di un punto vendita di Unicoop a Prato manifestando tra gli scaffali e i clienti per le condizioni di lavoro all’interno dell’azienda dove da mesi va avanti una vertenza proprio con Sì Cobas.

Unicoop conferma di aver sospeso la fornitura in attesa che si chiarisca la vertenza all’interno di Panificio Toscano “a tutela della nostra clientela”, spiegano da Firenze.

Accoltellato nello studio a Prato: arrestato 32enne

Arrestato dai carabinieri di Prato la notte scorsa un 32enne che ieri pomeriggio insieme a un altro uomo ha aggredito un consulente del lavoro cinese di 25 anni

La caccia all’uomo è durata meno di 12 ore. I carabinieri pratesi hanno arrestato la notte scorsa, con l’accusa di tentato omicidio premeditato, un uomo di 32 anni: sarebbe uno dei due delinquenti che ieri pomeriggio hanno aggredito a coltellate un consulente del lavoro cinese di 25 anni – colpito al torace è ancora ricoverato in prognosi riservata al Santo Stefano di Prato – nel suo studio di via dei Fossi.

I militari hanno appurato che ieri mattina l’uomo aveva comprato un coltello a Montale (Pistoia), dove risiede. Gli inquirenti hanno individuato anche l’uomo che era con lui al momento dell’aggressione, un italiano che secondo i primi riscontri avrebbe soltanto assistito all’accoltellamento.

L’uomo arrestato insieme ad altri due aveva deciso di formare una società di smaltimento e riciclaggio di scarti tessili: l’appuntamento per formalizzare la compagine era fissato per le 16 di ieri, ma il giovane consulente cinese sarebbe arrivato con due ore di ritardo. Questo, in apparenza, il motivo che ha generato la lite.

Fiamme in mansarda a Prato, coppia salvata dai Vigili del fuoco

Una coppia è stata salvata dai Vigili del fuoco a seguito di un incendio nella mansarda della loro abitazione. I due sono stati trasportati in ospedale per accertamenti

Un uomo e una donna sono state salvati dai vigili del fuoco intervenuti per un incendio nella mansarda dell’abitazione dove la coppia viveva in via Marino, in località Le Fontanelle, a sud di Prato. Le fiamme, le cui cause sono in corso di accertamento, si sono sprigionate la notte scorsa intorno alle 4.00. I due, in via precauzionale, sono stati affidati al personale del 118 che li ha trasportati in ospedale per accertamenti. L’incendio è stato spento in breve tempo ed è stata poi effettuata la bonifica e la messa in sicurezza dei locali.

Soldi per far transitare furgoni, arrestati quattro parà a Prato

In servizio di pattugliamento a Prato per l’operazione Strade sicure, sono stati arrestati quattro parà che pretendevano denaro in cambio del transito di furgoni di cittadini cinesi. L’Esercito li sospende, ‘sdegno e condanna’

Erano in servizio di pattugliamento sulle strade di Prato, nell’ambito dell’operazione Strade sicure, ma per far passare cittadini cinesi che transitavano con i loro furgoni nella zona industriale del Macrolotto 1, a sud della città, pretendevano e ottenevamo denaro. Per questo quattro parà del 183° Nembo di Pistoia sono stati arrestati e posti ai domiciliari con l’accusa di concussione dopo un’indagine condotta dalla squadra mobile.
I militari sono tutti ‘di carriera’: hanno tra i 22 e i 43 anni e sono originari delle province di Prato, Pisa e Pistoia.

Le misure cautelari, eseguite dal gip su richiesta del sostituto procuratore Lorenzo Gestri, sono il frutto di un’inchiesta nata da un’informazione confidenziale arrivata alla Digos. I casi contestati al momento sono otto, tra maggio e luglio: ogni volta si trattava di somme che andavano dai 50 o 100 euro.

Non è chiaro da quanto i quattro militari avessero iniziato a pretendere soldi dagli autisti dei furgoni, come è stato spiegato anche dagli inquirenti. Di certo dopo la segnalazione i telefoni cellulari dei paracadutisti sono stati messi sotto controllo. Tra l’altro i pattugliamenti e i controlli avvenivano in zone dove non era previsto lo schieramento dei militari dell’operazione Strade sicure. I cittadini cinesi vittime delle concussioni avevano creato una chat nella quale veniva segnalata la presenza in strada dei militari che taglieggiavano gli autisti.

L’Esercito esprime “profondo sdegno e condanna” per la vicenda. “Il personale coinvolto – si legge in una nota – si è macchiato, laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento inqualificabile per uomini e donne che indossano l’uniforme” e, “confermando la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti, l’Esercito ha già avviato tutte le procedure per l’immediata sospensione dei militari dal servizio”.
La Forza armata – che manifesta “totale intransigenza, tolleranza zero, nel perseguire tali inaccettabili condotte” – sottolinea che “tali isolati avvenimenti violano l’etica militare e non rispettano i principi e i valori su cui si fonda la nostra storica Istituzione e il suo personale che, invece, con profonda onestà, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere, in Italia e all’estero,

 

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