Collisione navi: si conclude oggi recupero carburante

Sono in corso e si concluderanno oggi le operazioni di svuotamento e recupero, dalla cassa danneggiata dalla collisione, del carburante ancora presente a bordo della nave Virginia.

 

Operazioni svolte da parte del rimorchiatore greco “AEGIS I”, che ha raggiunto nelle ore scorse l’area interessata dalla collisione avvenuta il 7 ottobre tra due mercantili al largo della Corsica.

Le operazioni di svuotamento del carburante sono state volute dal Ministero dell’Ambiente. Nel suo ruolo di focal point nazionale dell’Accordo RAMOGE, ha richiesto esplicitamente alla Prefettura Marittima francese, che ha coordinato gli interventi, di attuare prioritariamente questa misura. Lo scopo è di limitare l’inquinamento marino dovuto alla collisone delle navi mercantili.

Inoltre, quale garanzia ambientale, il Ministero ha richiesto che qualora vi fosse pericolo di ulteriori sversamenti, venga prescritto alla nave Virginia nel momento del trasferimento nel porto di destinazione, di uscire prima possibile dal Santuario dei Cetacei Pelagos e tenersi fuori dalla Zona di Protezione Ecologica italiana.

Nelle acque davanti l’Arcipelago toscano, sono ancora presenti mezzi della Guardia Costiera italiana e mezzi antinquinamento della flotta del Ministero dell’Ambiente, impegnati in attività di monitoraggio per prevenire ogni possibile danno.
“Il Ministero dell’Ambiente – afferma il ministro Sergio Costa – ha immediatamente risposto alla richiesta francese di aiuto, inviando quattro navi della flotta disinquinante nazionale che hanno recuperato circa 280 metri cubi di prodotto petrolifero”.

“Gli interventi tempestivi – aggiunge il ministro Costa – hanno fatto tesoro dell’esercitazione antinquinamento RAMOGEPol 2018 svoltasi meno di un mese fa nell’Arcipelago de La Maddalena. Il mio plauso, dunque, e il mio ringraziamento va sia al personale del mio Dicastero che alla Guardia Costiera. La cui professionalità ha permesso di lavorare in un clima di serena sinergia”.

“La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino – dichiara il comandante generale della Guardia Costiera Giovanni Pettorino – rientra tra le attività principali che il Corpo svolge quotidianamente a favore della collettività. Soprattutto in termini di lotta all’inquinamento, di sicurezza della navigazione e dei traffici marittimi e di protezione delle specie marine e dell’habitat costiero”.

Collisione navi: ispezione rileva altro carburante in cisterna danneggiata

Sono in corso valutazioni tecniche sulle opportune modalità di esaurimento per trasferire la quantità residua di carburante a bordo di un’unità specializzata e scongiurare ulteriori rischi per l’ambiente marino.

A scopo precauzionale sono state immediatamente dirottate sul posto le navi della Guardia Costiera: Nave Peluso e Nave Ingianni e il mezzo disinquinante della Castalia ‘Koral’. L’unità antinquinamento d’altura ‘Ievoli Shuttle’ è stata specificatamente dedicata al monitoraggio continuo con finalità di protezione e prevenzione dell’Arcipelago Toscano.

La presenza di ulteriore carburante all’interno della cisterna lesionata della portacontainer Virginia, che si è scontrata lo scorso 7 ottobre con un mercantile a nord della Corsica, è stata rilevata nel corso di un’ispezione a bordo. Ispezione fatta da esperti in materia di sicurezza della navigazione italo-francesi.

Questa mattina, l’aereo Manta della Guardia Costiera, nell’attività di monitoraggio delle navi, ha registrato un continuo allontanamento dell’inquinamento dalle coste liguri. Motovedette dei Comandi regionali della Guardia Costiera di Genova e Livorno continuano il costante controllo delle acque liguri e toscane.
Intanto, l’altra nave coinvolta nella collisione, la Ulisse, ha raggiunto autonomamente il porto di Rades (Tunisia) assistita da un rimorchiatore e monitorata, a garanzia della sicurezza della navigazione e tutela dell’ambiente, da diversi mezzi navali dei Comandi territoriali della Guardia Costiera interessati al transito.

Collisione navi, Greenpeace: da satellite idrocarburi su 100km quadrati

Greenpeace afferma che le immagini satellitari, ottenute dal Satellite Sentinel, sulla collisione delle navi a nord della Corsica, nel Santuario dei cetacei, “mostrano che la contaminazione da idrocarburi interessa ormai oltre 100 chilometri quadrati”.

Greenpeace afferma che ha fatto una elaborazione su immagini satellitari che mostrano come “l’area interessata dalla contaminazione è passata dai circa 88 chilometri quadrati dell’8 ottobre ai 104 chilometri quadrati di ieri, 9 ottobre”.

“Questo è l’ennesimo disastro che si verifica nel Santuario dei Cetacei – osserva il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia Alessandro Giannì – Recuperare gli idrocarburi dispersi è impossibile e se non si mettono a punto meccanismi efficaci per prevenire simili incidenti il Santuario dei Cetacei sarà sempre a rischio. È evidente che questo incidente tra il portacontainer Virginia e il traghetto Ulysses, a circa trenta chilometri a nord ovest di Capo Corso, poteva essere evitato”.

“Il sospetto che sulla plancia del traghetto Ulysses non ci fosse nessuno – prosegue il direttore – è assolutamente fondato e un meccanismo di controllo delle rotte che si applichi almeno alle grandi imbarcazioni avrebbe potuto prevenire quest’incidente”.

“Dopo la Costa Concordia, la perdita di bidoni con sostanze pericolose al largo della Gorgonia, il naufragio del cargo turco Mersa 2 sull’Isola d’Elba – ricorda Giannì – quest’ennesimo incidente ci conferma che il Santuario oggi è indifeso.”

“Chiediamo al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, di dare finalmente concretezza, con i suoi colleghi di Francia e Monaco/Montecarlo, al Santuario dei Cetacei – conclude Giannì – che evidentemente, per ora, è solo un Santuario virtuale”.

Greenpeace riferisce che le prossime ore, potrebbero essere decisive per l’evoluzione di questo disastro. Inoltre, riporta l’organizzazione: “secondo quanto si apprende da fonti stampa francesi, si potrebbe trattare del rilascio di varie centinaia di tonnellate di combustibile Ifo (Intermediate Fuel Oil), una sostanza più leggera del bunker (combustibile semisolido), con un livello di tossicità acuta definito ‘medio’, ma con elevato livello di rischio per imbrattamento (a causa dell’elevata viscosità) e con elevata persistenza”

“Fino ad ora le condizioni meteo sono ottimali, ma tra ventiquattro ore nella zona sono previste onde di due metri. Ciò potrebbe comportare non solo una notevolissima, ulteriore, dispersione degli idrocarburi fuoriusciti dalla portacontainer Virginia, ma anche rendere difficoltosa l’operazione di separazione delle due navi. In condizione di mare agitato, peraltro, le due navi potrebbero subire danni ulteriori con conseguenze pericolosamente imprevedibili”.

 

Exit mobile version