Mercoledì 25 Aprile ore 11.30 di mattina la prima di Avengers: Infinity Wars

“Avengers: Infinity War” la prima del  film con i supereroi in esclusiva in versione originale con sottotitoli. Mercoledì 25 aprile al Cinema Odeon di Firenze, alle 11.30 di mattina

Il nuovo attesissimo film Marvel Avengers: Infinity War porta sul grande schermo la più grande e fatale resa dei conti di tutti i tempi. Dopo gli eventi di Captain America: Civil War il gruppo di Vendicatori si divide, con Captain America/Steve Rogers (Chris Evans) che lascia cadere a terra il suo scudo. Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.), rimasto senza plotone alle spalle, impiega tutti i mezzi a disposizione per difendere il pianeta dall’ennesimo attacco alieno, dalle armature high tech di sua invenzione, ai finanziamenti da “miliardario playboy filantropo”. Il nuovo nemico, Thanos (Josh Brolin), un potente tiranno intergalattico, è deciso a conquistare l’universo sfruttando il potere delle Gemme dell’Infinito, alcune delle quali finite nelle mani dell’avido Collezionista (Benicio del Toro) famoso cacciatore di artefatti spaziali. La minaccia imminente richiede l’intervento di tutti gli Avengers della formazione originale: Captain America, lo scienziato Bruce Banner (Mark Ruffalo) e il suo irascibile alter ego Hulk, Il dio del tuono Thor (Chris Hemsworth), la spia Vedova Nera (Scarlett Johansson), l’infallibile arciere Occhio di Falco (Jeremy Renner); al fianco dell’arrampicamuri Spider-Man (Tom Holland), dell’androide Visione (Paul Bettany) e di tutti i loro alleati. Ma le forze dispiegate non saranno ancora sufficienti a neutralizzare l’invincibile alieno. Per fortuna un aiuto arriverà dai confini della Galassia, dove Star Lord (Chris Pratt) e la sua sgangherata banda di Guardiani attendono impazienti.

Il film sarà in programmazione al Cinema Odeon fino a mercoledì 2 maggio.

Cinema Odeon | Piazza Strozzi | Firenze Biglietto: euro 10  Tel. 055-214068

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“Van Gogh tra il grano e il cielo” film sul grande artista con la partecipazione di Valeria Bruni Tedeschi

Da sabato 21 a martedì 24 aprile, dopo l’enorme successo di “Loving Vincent”, arriva al Cinema Odeon di Firenze il film-evento “Van Gogh tra il grano e il cielo” che  offre un nuovo sguardo su Van Gogh  attraverso il lascito della più grande collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), la donna che ai primi del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni.

Proprio a partire dall’Italia tanto amata da Helene e da una mostra che sta raccogliendo un’affluenza eccezionale (sono già quasi 350.000 i visitatori a oggi, a un mese dalla chiusura), nasce il film-evento diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Matteo Moneta con la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin, per raccontare l’unione spirituale di due persone che non si incontrarono mai durante la loro vita (Helene Kröller-Müller aveva 11 anni quando Van Gogh morì nel 1890), ma che condivisero la stessa tensione verso l’assoluto, la stessa ricerca di una dimensione religiosa e artistica pura, senza compromessi. Due universi interiori dominati dall’inquietudine e dal tormento, che entrambi hanno espresso attraverso una vera e propria mole di lettere: fonti storiche insostituibili ed elemento suggestivo che punteggia la narrazione del documentario. La colonna sonora originale del film è firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino.

Ad accompagnare l’intero racconto è l’attrice Valeria Bruni Tedeschi, ripresa nella chiesa di Auvers-sur-Oise che Van Gogh dipinse qualche settimana prima di suicidarsi. L’occasione per raccontare l’intera parabola artistica di Van Gogh, e la collezione di Helene Kröller-Müller, è una mostra di eccezionale rilievo, Van Gogh. Tra il grano e il cielo, nella Basilica Palladiana di Vicenza, curata dallo storico dell’arte Marco Goldin, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni proventi dal Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda, dove oggi è custodita l’eredità di Helene. Al viaggio dentro la mostra, si affianca quello in alcuni dei luoghi più importanti per l’arte di Van Gogh: la chiesa di Nuenen (soggetto dei quadri e dei disegni degli anni olandesi che fanno da sfondo al capitolo dedicato all’ansia religiosa di Van Gogh, che trova un parallelo in quella di Helene), l’Accademia Reale di Belle arti di Bruxelles (nelle cui aule Vincent trascorse pochi mesi), le strade di Parigi (da Rue Lepic 54, dove Vincent visse per due anni a partire dal marzo 1886 con il fratello Theo, sino al Moulin de la Galette e alla vigna di Montmartre) e Auvers-sur-Oise (dove l’artista si recò negli ultimi settanta giorni della sua vita e fu accompagnato in questo percorso dal Dottor Gachet). Una serie di preziose riprese sono state realizzate a Otterlo nelle sale e nel parco del Kröller-Müller Museum, progettato da Henry van de Velde a poco più di un’ora di auto da Amsterdam.

Il documentario propone inoltre gli interventi di alcuni autorevoli esperti: la storica dell’arte Lisette Pelsers, direttrice del Kröller–Müller Museum di Otterlo in Olanda; Leo Jansen, studioso che ha curato l’edizione critica delle lettere di Van Gogh; Sjraar van Heugten, storico dell’arte tra le maggiori autorità mondiali sul lavoro di Vincent van Gogh; la scrittrice e storica della cultura, Eva Rovers, autrice della biografia di Helene; Georges Mayer, professore onorario di Storia dell’arte all’Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles; lo scrittore e docente di Storia dell’arte all’Università Paris 8 Pascal Bonafoux.

Cinema Odeon | Piazza Strozzi | Firenze Biglietto: euro 10 Tel. 055-214068

Al cinema Odeon di Firenze il film evento su Maria Callas

Quaranta anni dopo la sua morte, il documentario sulla vita e la carriera della più grande cantante d’opera del ‘900, con la voce narrante di Fanny Ardant. Lunedì 16, Martedì 17 (ore 16.30 – 18.30 – 21), Mercoledì 18 (ore 16.30 – 18.30) e Sabato 21 Aprile (ore 18.30) un importante evento speciale al Cinema Odeon di Firenze, che presenta il film-evento MARIA BY CALLAS (versione originale con sottotitoli in italiano, la voce narrante è in italiano)

Il documentario di Tom Volf dedicato alla vita e alla carriera di Maria Callas, a quarant’anni dalla sua morte: declinato in tre grandi decenni (1950, 1960, 1970), il film è una miniera di documenti (interviste, articoli, reportage, testimonianze, confidenze, registrazioni, foto rare di concerti, soirée di gala, viaggi e lunghi soggiorni a Parigi, New York, Londra, Milano), un archivio filmato che celebra un’artista “che ha vissuto d’arte e d’amore”.

Con la partecipazione straordinaria di Fanny Ardant (voce narrante), il film è il racconto di una vita memorabile ricostruito attraverso le parole della Callas e le storie intime dei protagonisti del suo tempo: Aristotele Onassis, Marilyn Monroe, Alain Delon, Yves Saint-Laurent, J.F. Kennedy, Luchino Visconti, Winston Churchill, Grace Kelly, Liz Taylor, Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini e molti altri.

Per tre anni il regista Tom Volf ha viaggiato in ogni angolo del mondo per trovare questo materiale d’archivio straordinario, per la maggior parte inedito: filmini privati in Super 8 o in 16mm, foto mai pubblicate, registrazioni pirata realizzate dai suoi ammiratori in occasione di alcune delle sue performance, lettere intime o interviste dimenticate. Gran parte di questo materiale è stato utilizzato per una grande mostra organizzata a Parigi (già prevenduta a New York e a Londra per il 2018 e in via di definizione in alcuni Paesi asiatici) e per tre libri di recente o prossima pubblicazione: uno a cura delle Editions Assouline, “Maria By Callas”; un libro delle Editions La Martinière, “Callas confidential”; e un terzo volume a cura delle Éditions Fayard, con le lettere e i diari, “Maria Callas, mémoires, lettres et écrits”. La colonna sonora è stata realizzata mettendo insieme registrazioni rare e inedite, ottenute da nastri rimasterizzati messi a disposizione da persone vicine alla Callas o da associazioni e club dei suoi fan: una raccolta incredibile di immagini e suoni d’archivio, il 50% dei quali assolutamente inediti.

Ancora oggi Maria Callas resta tra gli artisti di musica classica più venduti al mondo, e la più apprezzata per le emozioni che trasmette attraverso il canto. Eppure sappiamo pochissimo della vera Maria celata dietro ‘la Callas’. Per tutta la vita si è sentita incompresa. Conosciamo la Voce del Secolo, la Divina delle copertine patinate e degli scandali, il personaggio pubblico frequentatore del jet set, la sua vita straordinaria, talvolta simile a un romanzo, talvolta ad un’opera tragica. Eppure nessuno mai ha scavato più a fondo. Il regista Tom Volf lo ha fatto e ci rivela un lato di lei completamente sconosciuto, mostrandoci il conflitto tra due diverse personalità, l’una desiderosa di una vita semplice, l’altra alla continua ricerca della fama planetaria: Maria e la Callas.

Cinema Odeon | Piazza Strozzi | Firenze

Biglietto: euro 10 (i possessori di abbonamenti o biglietti del Maggio Musicale Fiorentino hanno diritto al biglietto ridotto a euro 8)

Tel. 055-214068

Al cinema Odeon “Novecento” di Bertolucci in versione restaurata

“Novecento” l’epopea del XX° secolo che ha fatto la storia del cinema, con un cast stellare. Al cinema Odeon di Firenze il film diviso in due atti: verrà proiettato in lingua italiana con sottotitoli in inglese domenica 15 e domenica 22 aprile.

Il film, che vanta la musica di Ennio Morricone e la fotografia di Vittorio Storaro, è ambientato in Emilia, e inizia il 25 aprile 1945. Nelle campagne parmensi i partigiani catturano gli ultimi fascisti; un ragazzo tiene sotto tiro il ricco proprietario terriero Alfredo Berlinghieri (Robert De Niro). Con un salto temporale l’azione si sposta al 1900, anno di nascita di Alfredo, futuro erede dei possedimenti del padre, e di Olmo Dalcò (Gérard Depardieu), figlio di una contadina che lavora presso la famiglia Berlinghieri. I due, crescendo, stringono un legame d’amicizia molto forte a dispetto della diversa estrazione sociale e degli eventi storici che tendono ad allontanarli: prima il servizio di leva che li assegna a reparti diversi durante la Grande Guerra, poi l’avvento del regime fascista che privilegia i latifondisti scatenando la ribellione contadina. Negli anni Venti, Olmo e Alfredo incontrano quelle che diventeranno le rispettive mogli: Anita (Stefania Sandrelli), fervente socialista conosciuta dal primo in una Casa del Popolo, e Ada (Dominique Sanda), che il secondo incontra durante una visita allo zio Ottavio. Gli anni Trenta sembrano separare definitivamente i due protagonisti, ma la loro profonda amicizia è destinata a sopravvivere.

Un importante evento speciale al Cinema Odeon di Firenze che, in collaborazione con la Cineteca di Bologna. 

Cinema Odeon | Piazza Strozzi | Firenze

Biglietto: euro 8.50

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Anteprima all’Odeon di Firenze di “Haiku on a Plum Tree”

Sabato 7 Aprile alle ore 19.00 un evento speciale al Cinema Odeon di Firenze che presenta in anteprima il film documentario “Haiku on a Plum Tree” alla presenza della regista Mujah Maraini-Melehi e delle scrittrici Dacia Maraini e Toni Maraini.

Il documentario che ricostruisce la storia della famglia Maraini, tra Italia e Giappone.

Nel 1938, Topazia e suo marito Fosco Maraini si trasferiscono in Giappone. L’Italia è ormai oppressa dal fascismo e partire sembra una soluzione obbligata. Vivono un periodo di tranquillità fino al 1943, quando, con l’armistizio, devono siglare una dichiarazione per dare il loro sostegno alla Repubblica di Salò. Ma i due decidono di rimanere fedeli ai propri principi, e si rifiutano di firmare. Topazia, Fosco e le figlie vengono deportati in un campo di prigionia giapponese, dove le violenze fisiche e psicologiche sono all’ordine del giorno. Mujah Maraini-Melehi, la nipote regista, a distanza di anni, parte per l’Oriente per rielaborare questa traumatica esperienza famigliare. Haiku on a Plum Tree è un viaggio intimo alla ricerca del passato, in un percorso di riconciliazione attraverso le generazioni. Maraini-Melehi torna in quel Giappone maledetto, che è costato tanta sofferenza alla sua famiglia. Ormai non è rimasto più niente del passato, ma le ferite sono ancora aperte e la volontà di continuare a vivere travalica i confini del tempo.

Il progetto è nato soprattutto da un bisogno personale di raccontare questa storia di famiglia che ho ereditato. Raccontarla alla mia generazione ma anche a quella dei miei figli – afferma Mujah Maraini-Meleni – Dopo aver letto il diario di prigionia di mia nonna, ho sentito l’esigenza di raccontare la storia, ma anche di fargliela raccontare”. La colonna sonora è di Ryuichi Sakamoto. “Mentre montavo il film ho sempre ascoltato, e sentivo proprio dentro, le musiche di Sakamoto. Non pensavo davvero che fosse possibile, ma gli ho scritto che ero al mio primo film, con un piccolo budget ma con una grande storia – rivela la regista – Lui mi ha risposto: mi interessa moltissimo, non prometto niente ma parliamone. Ed e’ stato molto generoso”. Alla fine Sakamoto ha composto un brano originale, chiamandolo “Italian Ainu” (in omaggio all’opera di antropologo di Fosco Maraini tra le popolazioni native dell’Hokkaido). Non si erano mai conosciuti, ma il musicista è rimasto impressionato da quella vicenda di guerra e prigionia.

Nel finale del film – conclude la regista – quando torno per la seconda volta sul sito del campo di Tempaku, incontro alcuni bambini. Vedo che ci sono tre bambine meravigliose di età apparente di due, quattro e otto anni. Più o meno come mia mamma e le mie zie all’epoca. E’ stato un momento molto bello, come se le avessi lì con me. Mi sono commossa: i bambini sono la speranza, il futuro, la vita che va avanti”.

Cinema Odeon | Piazza Strozzi | Firenze

Biglietto: euro 10

Tel. 055-214068

Mercoledì 4 Aprile al Cinema Odeon di Firenze il quarto appuntamento del ciclo “One World University: incontri tra Oriente e Occidente”.

Mercoledì 4 Aprile dalle ore 18.30 quarto appuntamento del ciclo One World University: incontri tra Oriente e Occidente. A seguire proiezione del film “Anam il senza nome” l’ultima intervista a Tiziano Terzani

Alle 18.30 la conferenza “IO – EGO / ATMAN, AHAMKARA, ABHIMANA” con gli interventi di Marco Vannini, Jacopo Nuti e Alberto Ferraro. In Occidente soltanto il maestro medievale Eckhart ha indagato su che cos’è l’Io. In India questo tema è al cuore del Vedanta e del Buddismo ed è scandagliato nei più piccoli dettagli. Chi sono io? Cos’è la nostra identità? La lingua sanscrita ha nomi differenti. L’ātman è il Sé profondo, quella parte di ciascuno di noi che è identica all’energia dell’universo (Il Brahman) e che i medievali chiamavano “il fondo dell’anima”. La ricerca dell’ātman è l’obiettivo di tutta l’arte e la filosofia indiana ed è completamente distinto da Ahamkāra, Abimana. Questi nomi designano “ciò che fa il Me”, “l’amore di sé”, quel centro di aggregazione da cui vediamo il mondo. Ma gli occhiali con cui vediamo il mondo, non sono il mondo. Le neuroscenze oggi ci dicono che non c’è e non c’è mai stato un Io indipendente, una sostanza Ego, una persona. Il buddismo dice che noi siamo Anatta, “non sé”, un flusso di energia mai uguale e impermanente che può allargarsi in meditazione oppure contrarsi nella paura. Non avere coscienza di questo è Ignoranza e come dicono le Quattro Nobili Verità sta qui la vera origine della sofferenza.

Si tratta di fare un lavoro introspettivo e autoconoscitivo che ha, come premessa, il riconoscimento dell’ Ombra. Un lavoro difficile, penoso, duro, come disse B. Franklin: “Ci sono tre cose veramente dure: l’acciaio, il diamante e conoscere se stessi”. Jung: “Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è”. Una volta confrontatisi con la propria Ombra, c’è ben poco spazio per l’orgoglio, l’arroganza. C’è solo spazio per l’umiltà, il perdono (verso noi stessi), la discrezione, l’accoglienza sofferta della propria “trave” (di evangelica memoria) per aprirsi agli altri con empatia, complicità, comprensione. Senza giudizi, ovviamente. “Chi conosce gli altri è sapiente; chi conosce se stesso è illuminato”, diceva Lao Tzu.

A seguire (ore 21.00) il film ANAM: IL SENZA NOME. L’ULTIMA INTERVISTA A TIZIANO TERZANI di Mario Zanot (versione italiana). Giornalista internazionale pluripremiato, per trent’anni corrispondente dall’Asia, Tiziano Terzani era un grande conoscitore dell’Oriente. Aveva deciso di vestirsi all’indiana e dal 1999 di chiamarsi “Anam: il senza nome”. Aveva infatti scovato il bandolo dell’ego, dell’identità, ma anche della morte, che definiva “questa malattia con cui nasciamo, che è incurabile”. La sua magnifica risata ci accompagna ancora. E la sua dipartita assomiglia molto a quello che in Oriente si chiama “Illuminazione”.

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