Chiesto processo per sieropositivo che si è finto sano col partner

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per un 24enne, finito in manette lo scorso novembre con l’accusa di aver infettato il partner col virus dell’hiv, facendogli credere di essere sano pur sapendo di essere sieropositivo, e pretendendo rapporti sessuali non protetti con la scusa di una presunta allergia al lattice.

Le accuse contestate sono lesioni gravissime e tentate lesioni gravissime. L’udienza preliminare è stata fissata per il 17 settembre prossimo. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, coordinate dalla pm Christine Von Borries, oltre a quello dell’ex fidanzato i casi accertati sono due.

Entrambi gli uomini, con i quali il 24enne avrebbe avuto rapporti sessuali non protetti nascondendo loro la malattia, si sono sottoposti ai test di controllo, risultati negativi. Le indagini erano partite nell’agosto del 2017, dopo una denuncia presentata dal compagno.

PM: a coniugi Renzi pagati studi mai fatti

La procura di Firenze ha notificato oggi l’avviso di conclusione delle indagini ai genitori dell’ex Presidente del Consiglio. Al centro dell’inchiesta una vicenda di fatture false per operazioni inesistenti basate su due incarichi  per studi di fattibilità relativi all’outlet The Mall di Reggello.

Secondo i pm Christine von Borries e Luca Turco tali studi di fattibilità in realtà non sono mai stati effettuati mentre invece sarebbe corso il pagamento a favore delle società dei Renzi, in particolare alla Eventi6 “procurando a Laura Bovoli amministratore di diritto e a Tiziano Renzi amministratore di fatto un ingiusto profitto” con pari danno per la Tramor srl. I fatti risalgono al 2015. Luigi Dagostino era amministratore di  Tramor srl, mentre  la Party e la Eventi6 facevano capo a Tiziano Renzi moglie Laura Bovoli.

La fattura per la Party è di 20.000 euro più 4.400 euro di Iva per lo studio di un’area destinata al ‘food’ in un nuovo insediamento commerciale nei pressi di The Mall; l’altra fattura, a favore della Eventi6, è di 140.000 euro più 30.800 di Iva e riguarda lo studio di una “struttura ricettiva e food con i relativi incoming asiatici e la logistica da e per i vari trasporti pubblici (Ferrovie-Aeroporti)”. Dagostino, indagato nel ruolo di amministratore di fatto della Tramor, è accusato anche di truffa per aver attestato la veridicità della fattura da 140.000 euro più Iva con il successivo amministratore della Tramor, Remì Leonforte, il quale fu così indotto ad autorizzare il pagamento.

L’avviso di conclusione delle indagini riporta anche il testo di una e-mail del 6 luglio 2016 inviata da Dagostino al manager Carmine Rotondaro, all’epoca procuratore speciale del gruppo Kering, di cui la Tramor faceva parte. Dagostino, ormai non più amministratore della Tramor, scriveva nell’e-mail a cui era allegata la fattura emessa dalla Eventi6: “Buongiorno caro, ti pregherei di mettere in pagamento urgentemente per i motivi che ti ho spiegato. Un abbraccio. Luigi”.

Notificati avvisi conclusione indagini a genitori di Renzi

Sono stati notificati questa mattina gli avvisi di conclusione indagini a Tiziano Renzi, a sua moglie Laura Bovoli e all’imprenditore Luigi Dagostino.

E’ quanto si apprende in ambienti vicini all’inchiesta. I genitori dell’ex premier e l’imprenditore erano stati indagati dalla procura di Firenze nell’ambito di un’inchiesta condotta dai pm Luca Turco e Christine von Borries sull’emissione di alcune fatture false.

“All’improvviso e del tutto casualmente dal 2014 la nostra vita è stata totalmente rivoluzionata: da cittadino modello a pluri-indagato cui dedicare pagine e pagine sui giornali –  affermava in una nota lo stesso Tiziano Renzi il 22 marzo scorso – ribadisco con forza e determinazione che non ho mai commesso alcuno dei reati per i quali sono stato, e in alcuni casi ancora sono, indagato”. “Se devo essere processato, che mi processino. Che mi processino il più velocemente possibile, se possibile. Passerò i prossimi anni della mia vita nei tribunali per difendermi da accuse insussistenti e per chiedere i danni a chi mi ha diffamato. Ma almeno potrò dire ai miei nipoti che la giustizia si esercita nelle aule dei tribunali e non nelle fughe di notizie e nei processi mediatici”, prosegue Tiziano Renzi nella nota, diffusa anche sul suo profilo facebook, dopo che lui e la moglie, Laura Bovoli, sono stati sentiti nell’ambito dell’inchiesta su alcune fatture sospette che sarebbero state emesse dalle sue aziende, Eventi6 e la Party srl-

Nel frattempo proprio oggi Matteo Renzi si fa vivo su twitter dedicato al tempo e alla sua Firenze: “Dite quello che volete. Ma le mattinate di primavera a Firenze sono una delle cose più belle del mondo. Buona giornata amici”. Lo scrive Renzi, postando sul social una foto del Ponte Vecchio.

Vinci, commerciante condannato a 3 anni per usura

Il tribunale di Firenze ha condannato a 3 anni, per il reato di usura, un commerciante di motocicli di Vinci (Firenze), Marco Ulivelli, di 51 anni, dopo che un altro negoziante, in ristrettezza economica, lo aveva denunciato riguardo alla restituzione di una somma di denaro.

La vicenda di Vinci  è stata oggetto di un’inchiesta del pm Christine von Borries e le indagini furono svolte dai carabinieri. I fatti risalgono al 2011 quando il denunciante ebbe necessità di denaro che il venditore di moto gli procurò: quest’ultimo però chiese una restituzione maggiorata, non solo di tassi usurari (su 3.300 euro prestati doveva rendere 700 euro pochi giorni dopo) ma accompagnata anche da una garanzia reale, ossia un documento di trasferimento di proprietà di un ciclomotore Ducati, bene del valore di 5.900 euro. La vittima però dovette chiedere un rinvio della data di restituzione, di circa un mese, e il 51enne pretese altri soldi, 800 euro in più. In realtà le indagini dei carabinieri scoprirono che quattro giorni dopo questo ulteriore accordo, il ciclomotore era passato di proprietà a un’altra persona. Il 51enne, ritenendosi soddisfatto con la cessione della moto, dichiarò estinto il debito. Ma l’usurato rilevò che per un prestito da 3.300 euro aveva perso il valore di una moto per ben 6.000 euro. Di qui, la denuncia. La vittima e almeno un teste hanno dichiarato che conoscevano il condannato come ‘usuraio’.

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