Prato: procura apre fascicolo inchiesta su pandoro Ferragni-Balocco

La procura di Prato ha aperto un fascicolo modello 45, cioé senza ipotesi di reato e senza indagati, per la vicenda legata al pandoro Balocco firmato dalla influencer Chiara Ferragni.

Lo riportano Il Tirreno e La Nazione spiegando che la procuratrice facente funzione Laura Canovai ha aperto l’inchiesta come atto dovuto a seguito dell’esposto  che l’associazione di consumatori Codacons ha presentato all’autorità giudiziaria nelle varie città italiane proprio sulla vicenda del pandoro promosso dall’influencer Ferragni.

La procura di Prato ha aperto il fascicolo conoscitivo modello 45, come aveva riportato il sito www.notiziediprato.it, per acquisire elementi sulla vicenda. Nel suo esposto all’autorità giudiziaria il Codacons ipotizza il reato di truffa aggravata a danno dei consumatori. Secondo il Codacons è stato fatto credere che “acquistando il Pandoro Pink Christmas i consumatori avrebbero contribuito alla donazione” all’ospedale Regina Margherita di Torino “in realtà già fatta dalla sola Balocco” e che “comprando il pandoro si poteva contribuire alla donazione e che la signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero”.

Intanto, secondo quanto  riporta il Corriere della Sera, lo staff di Ferragni starebbe creando una sorta di “unità di crisi” per aiutarla a superare questa fase della sua carriera. Il quotidiano di via Solferino riporta che, secondo indiscrezioni non smentite, l’imprenditrice digitale si sarebbe rivolta allo studio Gianni e Origoni per far fronte alle eventuali questioni legali, societarie e civilistiche derivanti dalla vicenda, nonché all’avvocato Marcello Bana per gli aspetti di diritto penale. Invece, sulla comunicazione e web reputation – non meno importante per un’influencer – si sarebbe affidata a Community, guidata dal Ceo e fondatore Auro Palomba: l’obiettivo è ridare credibilità alla sua immagine.

 

 

Uffizi: nel 2020 -72% visitatori ma settimo museo al mondo

Introiti per 8,8 milioni di euro, che rispecchiano esattamente la percentuale di decrescita dei visitatori. Nel 2019 gli incassi erano stati di 34 milioni. I dati diffusi dal direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt

“Il colpo della pandemia è stato fortissimo, ma le Gallerie degli Uffizi resistono: nel 2020 abbiamo avuto complessivamente 1.206.175 visitatori, il 27,5% dell’anno precedente, nonostante il Covid e tutto quello che ha comportato in termini di chiusure e restrizioni. Questo ci posiziona al settimo posto tra i musei d’arte di tutto il mondo, nel 2019 eravamo al nono posto in classifica”. Lo ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, intervistato dall’Associazione Stampa Estera in Italia. “Abbiamo perso il 72% dei visitatori – ha aggiunto -, percentuale identica al Louvre di Parigi e al Reina Sofia di Madrid”.

“Complessivamente – ha proseguito Schmidt – abbiamo realizzato introiti per 8,8 milioni di euro, che rispecchiano esattamente la percentuale di decrescita dei visitatori. Nel 2019 gli incassi erano stati di 34 milioni”. Per quanto riguarda la ripartenza dei musei, Schmidt spiega che “per i musei non aspettiamo la ripartenza vera prima dell’anno prossimo. Dal 2022 ci aspettiamo il ritorno alla grande richiesta che c’era prima della pandemia. Operativamente, come Uffizi per inizio maggio saremo pronti a riaprire: abbiamo 15 nuove sale dedicate alla pittura del Cinquecento fiorentino e romano che verranno inaugurate lo stesso giorno in cui il museo tornerà ad accogliere il pubblico”.

“L’analisi dei numeri ce lo conferma: per i visitatori sotto i 25 anni si è registrata una crescita stabile tra fine giugno e la terza settimana di agosto. Dunque l’effetto che si potrebbe chiamare ‘Socrate-Ferragni’ viene solidamente supportato dai numeri, che rivelano come non si sia trattato di fenomeni isolati o episodici, ma di uno sviluppo durevole e di ampio respiro, grazie a una strategia precisa e sistematica di avvicinamento rivolta ai giovani” ha poi detto Schmidt. “Il maggior ingaggio del pubblico giovanile lo si comprende attraverso l’analisi delle percentuali – aggiunge Schmidt – dalle quali rileviamo una stabile fruizione degli under 19 per tutta l’estate nonostante la mancanza di gite scolastiche, e una crescita singolare nella fascia 19-25 da inizio giugno a fine luglio, seguita da una relativa stabilizzazione durata fino ad ottobre. Nel 2020 per la prima volta la presenza di visitatori under 25 alla Galleria degli Uffizi è stata più di un terzo del totale (34,6%). Questo equivale ad una crescita della fascia pari al +24,9% rispetto all’anno precedente. Per la fascia 19-25 si registra un netto salto dal 6,1% (2019) al 14,3% (2020): una crescita del +134,4 % rispetto all’anno precedente. Il picco è stato raggiunto nelle due settimane dopo il 17 luglio, data della visita di Chiara Ferragni agli Uffizi”. Per quanto riguarda il progetto degli Uffizi diffusi, Schmidt ha spiegato che “potrebbe servire da modello anche per altre città d’arte e per altri territori”, ma all’estero “più che l’apertura di sedi distaccate in altri continenti – ha detto – stiamo organizzando e portando all’estero esposizioni, tese anche a suscitare interesse non solo per gli Uffizi stessi, ma per la Toscana e per l’Italia”.Galleria

Exit mobile version