Anaao, Siena: mancano medici,118 in affanno

Per Anaao “tutto questo mentre i medici, per spirito di servizio e con encomiabile abnegazione, si sono sottoposti per mesi e mesi a turni ben oltre le 48 ore settimanali, a rischio della propria salute e della qualità del servizio.

Il 118 in affanno nel territorio di Siena  a causa della carenza di personale medico. E’ quanto denuncia il sindacato Anaao Assomed della Toscana. “Può un servizio perdere in appena due anni ben 17 medici su 67 e rimanere in piedi? La domanda è forse retorica, ma la risposta è sicuramente drammatica – sottolinea il sindacato regionale in una nota -. Risultato? Postazioni di emergenza territoriali in cui scompare la figura del medico; i medici rimasti che non sono sufficienti a riempire le caselle dei turni dei piani di lavoro mensili, che ormai vengono stabiliti settimanalmente”.

Per Anaao “tutto questo mentre i medici, per spirito di servizio e con encomiabile abnegazione, si sono sottoposti per mesi e mesi a turni ben oltre le 48 ore settimanali, a rischio della propria salute e della qualità del servizio.

Una situazione insostenibile e di cui non si vede la fine, aggravata dallo stato eccezionale della pandemia che ha visto colpiti diversi operatori”. Il sindacato sottolinea che
“se il quadro è critico da anni, nelle ultime settimane è diventata drammatico. Anche nella provincia di Siena sta per verificarsi la situazione di postazioni di emergenza territoriali che si troveranno improvvisamente senza il medico: un fatto già in essere da tempo nell’area grossetana.

Tutto questo avviene per colpa della inadeguata programmazione nazionale, che non ha previsto abbastanza specialisti”. “Anche la Regione – prosegue Anaao Assomed – però appare in ritardo nell’assumere le misure eccezionali che oggi si rendono necessarie”.

L’Anaao, per voce del segretario aziendale Marino Artusa, lancia “un appello sia alle autorità locali che alla Regione di predisporre senza indugi le soluzioni immediate per
tamponare l’emergenza e porre mano a interventi strutturali per risolvere il problema che nel prossimo futuro si aggraverà”.

Covid, lavoro: nel senese oltre 3 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione

Seggiani: “Quello che ci preoccupa ora è la successiva perdita di posti di lavoro”.

“Sono oltre 3 milioni e mezzo le ore di cassa integrazione richieste dalle aziende del territorio senese ed autorizzate” – annuncia il Segretario Generale della CGIL di Siena Fabio Seggiani – “ma sono pochi gli anticipi da parte delle imprese e ci sono difficoltà con le banche, quando invece hanno funzionato bene i nostri enti bilaterali dell’artigianato, sia quello regionale (EBRET) che quello senese (C.I.A.), che hanno aiutato lavoratori ed aziende col sostegno al reddito”.

“Il 60% delle ore si trova nel manifatturiero, il 20% nell’edilizia, il 15% nei servizi, il restante 5% in agricoltura ed altri comparti – prosegue Seggiani – mentre il maggior numero di domande è nel commercio, nella ristorazione, nel turismo e nella cura della persona, a conferma della parcellizzazione di questi settori che presentano piccole e piccolissime imprese che spesso contano uno o due dipendenti. Il 61% dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali sono donne”.

“Quello che ci preoccupa di più ora è la post pandemia, – sottolinea il Segretario – perché purtroppo ci aspettiamo, alla fine della cassa integrazione e del divieto di licenziare, una forte perdita occupazionale che colpirà soprattutto le donne, già penalizzate tra lavoro di cura e figli a casa, gli stagionali e il precariato diffuso”.

“Fondamentale però deve essere il nostro impegno, da subito, – conclude Seggiani – ad usare gli ammortizzatori sociali come strumento oltre l’emergenza, ovvero nella formazione dei lavoratori finalizzata alla transizione digitale e verde delle imprese, operazione che nell’ottica di accesso ai finanziamenti europei e al mercato globale le aziende non possono evitare, pena la loro definitiva chiusura”.

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