Carceri: Osapp, agente aggredito da un detenuto a Massa

Un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito ieri pomeriggio nel carcere di Massa da un detenuto italiano, ristretto nel reparto di infermeria.

Lo rende noto l’Osapp, organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, spiegando che il detenuto soffre di “evidenti problemi psichiatrici” ed era già stato “allontanato due mesi dal carcere di Massa per una precedente aggressione e poi riassegnato” nello stesso reparto. L’agente è stato medicato al pronto soccorso.

“Condizioni troppo critiche nelle carceri italiane – commenta il segretario generale Osapp Leo Benucci – per motivi di ordine e sicurezza e per l’incolumità fisica degli addetti del Corpo; per il detenuto in questione dovrebbero essere presi provvedimenti sia di ordine disciplinare, sia di ricollocamento in altre strutture”. Benucci si appella al Governo: “il ministro Bonafede, i sottosegretari Ferraresi e Giorgis e il nuovo capo del Dap, se ci sono diano un segnale di cambiamento intervenendo concretamente”.

L’Osapp rende inoltre noto che nel carcere di Prato è stato nuovamente rinvenuto un telefono cellulare, con carta sim funzionante, all’interno di una cella dove sono ristretti detenuti a regime di alta sicurezza: “La presenza di tali apparecchi di comunicazione tra interno ed esterno – osserva Benucci – comincia ad essere eccessiva e pericolosa per la sicurezza e la collettività esterna al carcere”.

Emergenza idrica nel carcere di Massa, Corleone “Occorre immediata soluzione”

Il garante dei detenuti della Toscana ha visitato la Casa di reclusione questa mattina: “Perdite dai tubi rendono inutilizzabile il piano terra della sezione B, mentre nelle sezioni popolate c’è carenza per portata non sufficiente. Un pozzo artesiano è inutilizzabile per la rottura di una pompa”

 

Nella Casa di reclusione di Massa, che ospita 219 detenuti, c’è una situazione di emergenza per l’acqua. Il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, ha fatto visita al carcere questa mattina, mercoledì 29 agosto, e ha rilevato alcune criticità “che devono essere affrontate immediatamente, affinché questa struttura rimanga un modello e non vengano messe in discussione la sua fama e le sue potenzialità”. Il problema dell’acqua presenta tre diversi aspetti: “Il piano terra della sezione B, quello che dovrebbe ospitare l’infermeria, è chiuso e inutilizzato a causa di perdite dai tubi sotto il pavimento. L’acqua zampilla, specie quando piove, nonostante la sezione sia stata oggetto di ristrutturazione pochi anni fa. Si tratta di una situazione inaccettabile, il direttore ha contestato i lavori alla ditta esecutrice. Al contempo – prosegue Corleone –, nel resto del carcere, dove si trovano i detenuti, c’è una carenza d’acqua per via della portata non sufficiente. C’è un impegno di Gaia (il gestore idrico dell’area, ndr) ad effettuare un sopralluogo, forse già lunedì prossimo, e verificare quali interventi siano necessari”. Il terzo aspetto, spiega ancora Corleone, “riguarda un pozzo artesiano, che sopperiva in qualche modo alle carenze, ma al momento non è utilizzabile a causa della rottura di una pompa”.

Il garante aveva deciso la visita a seguito di alcune lettere di detenuti che segnalavano queste e altre criticità esistenti. “La Casa di reclusione di Massa è una struttura che non deve perdere le proprie caratteristiche – sostiene Corleone –. Occorre risolvere subito i problemi evidenziati”. Dei 219 detenuti presenti, “186 sono con condanna definitiva. Si fanno molte lavorazioni, soprattutto tessili: un centinaio di persone produce coperte, lenzuola, è presente un laboratorio di sartoria. E poi c’è l’orto. Fino a poco tempo fa si svolgeva anche un’attività di riparazione di macchine da caffè”. Riguardo alle lavorazioni, “occorre definire ora programmi di formazione per la sicurezza sul lavoro e sistemi di sicurezza antincendio”.

A Massa, rileva ancora Corleone, “non c’è la figura del garante cittadino, mi attiverò per sollecitare il Comune. C’è da fare un lavoro per rafforzare il rapporto con la città e con il volontariato”. Nella Casa di reclusione, “la quota di detenuti per violazione dell’articolo 73 della legge antidroga è alta: sono 62, dei quali una quindicina in trattamento metadonico”. Tra le altre criticità evidenziate, “si rileva la necessità di rafforzamento della struttura amministrativa e va rafforzata anche l’area educativa. Ho parlato con gli operatori e con il direttore della Casa di reclusione, Paolo Basco”. Basco occupa la carica in reggenza, “è il direttore del carcere di Arezzo. Presto, Massa dovrà avere un direttore a tempo pieno”.

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