Infortunio operaio 21enne al porto di Livorno

Infortunio sul lavoro ieri sera nel porto di Livorno, giovane operaio di 21 anni ha subito lesioni ad una mano e torace, prognosi di 40 giorni.

Infortunio sul lavoro ieri sera nel porto di Livorno: un operaio di 21 anni, provenente da Rosignano, che lavora ad Alp, l’azienda che fornisce lavoro temporaneo in porto, si trovava a bordo di una nave durante la fase di scarico quando è rimasto schiacciato sotto un mezzo pesante mentre erano in corso le operazioni per agganciare un rimorchio.

Il giovane si è procurato lesioni ad una mano che ha messo avanti per proteggersi dal colpo, e al torace. Subito soccorso è stato accompagnato in ospedale dove è stato operato alla mano e dove si trova attualmente ricoverato con una prognosi di 40 giorni.

A bordo della nave sono intervenute Capitaneria e ufficio prevenzione della Asl per i rilievi insieme alla Polmare.

Risolto il giallo dei dischetti in mare, sono filtri di un depuratore sul Sele

E’ stato finalmente risolto, grazie all’attivita’ d’indagine del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico riversatisi in grande quantita’ sin dalla settimana scorsa in piu’ tratti costieri del Mar Tirreno Centrale. Si tratta dei filtri fuoriusciti da un depuratore in prossimita’ della foce del Sele.

dischettiDalle ulteriori verifiche sul depuratore sospetto, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare la fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove, per effetto delle correnti, si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana.

Mentre prosegue l’attività di accertamento sul sito, le informazioni finora acquisite – spiega ancora la Guardia Costiera – sono state comunicate all’Autorità Giudiziaria di Salerno che ha assunto il coordinamento delle indagini, delegandole alla Capitaneria di porto di Salerno. Determinante è stata l’attività del personale del Nucleo Speciale d’Intervento (N.S.I.) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (R.A.M.) cui il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha conferito mandato per fare luce sulla vicenda. Una volta assodata la natura di “filtri a biomassa adesa” utilizzati per la depurazione delle acque reflue – spiega ancora la Guardia Costiera – gli accertamenti dei militari, svolti in modo capillare sul territorio interessato, si sono orientati verso la conferma della principale ipotesi investigativa, ovvero che questi materiali fossero stati rilasciati da impianti di trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d”acqua che sfociano in esso.

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