Camp Darby, presidio contro la base americana

Pisa, oltre 200 persone hanno partecipato a un presidio davanti alla base americana di Camp Darby, tra Pisa e Livorno, “per dire no alla militarizzazione del territorio”.

La manifestazione di Camp Darby è stata promossa da una galassia di partiti e movimenti vicini alla sinistra radicale e al sindacalismo di base. Per gli organizzatori l’iniziativa è anche una risposta a chi “critica l’ipotesi di realizzazione di una nuova grande base militare a Pisa, nel borgo di Coltano all’interno del parco naturale, senza opporsi però al potenziamento di Camp Darby che è già in atto”.

Il presidio si è svolto davanti ai cancelli della base rallentando il traffico veicolare. “A Camp Darby – hanno scritto i militanti in un volantino – la base Usa e Nato viene da anni potenziata per consentire il trasporto delle armi via acqua e via ferrovia, la macchia mediterranea si estende su quella parte di territorio anche se a dimenticarlo pare siano numerose realtà e associazioni oggi in campo per scongiurare la costruzione di una cittadella militare a Coltano”.

Coronavirus: negativi i tamponi a due avieri base Camp Darby

Sono risultati negativi i tamponi per verificare l’eventuale infezione da Coronavirus effettuati su due giovani avieri statunitensi di stanza a Camp Darby, la base Usa di Tombolo tra le province di Pisa e Livorno.

Questo è quanto rende noto la stessa base di Camp Darby. I tamponi erano stati fatti al pre-triage dell’ospedale di Pisa. Ieri pomeriggio i due militari sono stati prelevati da un’ambulanza attrezzata e col personale sanitario che indossava il kit per evitare il rischio di eventuali contagi.
Secondo quanto appreso, i due militari si trovavano già da alcuni giorni in isolamento all’interno della base per alcuni sintomi influenzali, ma stamani a entrambi è salita la febbre e si è deciso di sottoporli ad analisi specifiche.

 

 

Camp Darby: in 450 in corteo, no a treni con armi da base Usa

Oltre 450 persone provenienti da tutta la Toscana hanno manifestato ieri mattina davanti alla base Usa di Camp Darby contro il progetto di potenziamento infrastrutturale della ferrovia che sarà destinata al trasporto delle armi.

Decine di esponenti del mondo della sinistra e del sindacalismo di base si sono radunati davanti alla Basilica di San Piero a Grado (Pisa) e poi hanno sfilato per cinque chilometri pacificamente fino a raggiungere l’ingresso principale della base statunitense.
I manifestanti hanno detto no “all’imminente costruzione di una ferrovia a soli scopi militari che collegherà la base americana alla stazione, oggi abbandonata, di Tombolo e da lì
proseguire per i principali scali ferroviari italiani, quelli per intenderci che portano alle basi Usa e Nato per il rifornimento di armi destinate alle zone di guerra”.
“Per costruire la ferrovia – è spiegato in un volantino distribuito ai presenti – abbatteranno mille alberi. Il fosso dei Navicelli da tempo è oggetto di lavori tra bonifica, ampliamento e dragaggio. Sono soldi pubblici usati, dicono gli amministratori locali, per rilanciare l’economia e nel frattempo i soli a beneficiarne sono i comandi militari Usa che potranno trasportare le armi alla banchina del porto di Livorno loro riservata per il rifornimento di navi da guerra o addette alla logistica”.

2 giugno: corteo davanti base Usa Camp Darby a Pisa

Il mondo del sindacalismo di base e della sinistra radicale e antagonista si dà appuntamento domani davanti alla basilica di San Piero a Grado (Pisa) alle 14.30 per poi effettuare un corteo di 5 chilometri fino a raggiungere i cancelli della base Usa di Camp Darby.

“Il 2 giugno ripudia la guerra e la militarizzazione”. E’ questo lo slogan per protestare contro la base a pisa che è al centro di un piano di rafforzamento infrastrutturale per la movimentazione di armi e munizioni.
“Vogliamo restituire al 2 giugno, festa della Repubblica – spiegano i promotori dell’iniziativa – il suo senso civile inficiato da troppo tempo da parate e dimostrazioni militari. Non ci siamo abituati alla normalità della guerra che è una realtà tremendamente attuale. Niente di rituale ma una questione pratica, ossia la imminente costruzione di una ferrovia a soli scopi militari che collegherà la base americana alla stazione, oggi abbandonata, di Tombolo e da lì proseguire per i principali scali ferroviari italiani, quelli per intenderci che portano alle basi Usa e Nato per il rifornimento di armi destinate alle zone di guerra”.
“Per costruire la ferrovia abbatteranno mille alberi. Il fosso dei Navicelli da tempo è oggetto di lavori tra bonifica, ampliamento e dragaggio. Sono soldi pubblici usati, dicono gli amministratori locali, per rilanciare l’economia – concludono gli organizzatori della manifestazione -, nel frattempo i soli a beneficiarne sono i comandi militari Usa che potranno trasportare le armi alla banchina del porto di Livorno loro riservata per il rifornimento di navi da guerra o addette alla logistica”.
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