1 maggio: riapertura dei 30 siti polo museale Toscana

Da 3/5 visibile nuova sala Beato Angelico di San Marco. Da domani, 1 maggio, la riapertura dei luoghi della cultura della direzione regionale dei musei della Toscana

Tra l’1 e il 4 maggio riapriranno 30 tra musei, pinacoteche, aree archeologiche, parchi, giardini storici e ville medicee. “Una nuova ripartenza, questa volta anche nei fine settimana, che ho voluto simultanea e corale – afferma il direttore del polo museale della Toscana Stefano Casciu in una nota – per sottolineare il valore simbolico del passaggio da una fase di resilienza, che ha visto i nostri musei particolarmente attivi con iniziative digitali, lavori di restauro, catalogo, allestimento e manutenzione ordinaria e straordinaria, a una fase di ripresa, incoraggiata dalle istituzioni, tale da intercettare la domanda di cultura e favorire la ripartenza delle attività turistiche.

Abbiamo iniziato già nei giorni scorsi – aggiunge Casciu – con alcune aperture frutto degli accordi di valorizzazione con gli enti locali promosse in questi anni dalla direzione, per proseguire con altre, dal forte valore simbolico, il 1 maggio. Il maggior numero di aperture si concentrerà tra il 3 e il 4 maggio quando sarà possibile riaprire in concomitanza con gli altri istituti nazionali della Regione”. Tra le aperture, la nota sottolinea che a Firenze, dal 3 maggio si potrà tornare ad ammirare la nuova sala del Beato Angelico del museo di San Marco, recentemente riallestita. Al museo archeologico nazionale di Firenze riapre anche la mostra ‘Tesori dalle terre d’Etruria. La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona’, inaugurata in ottobre, subito chiusa e poi riaperta per breve tempo ad inizio anno. Sempre a Firenze e provincia oltre al Museo di San Marco e al Museo archeologico riapriranno dal 1 maggio la Villa medicea di Cerreto Guidi, dal 4 maggio il Parco di Villa il Ventaglio, il cenacolo di Andrea del Sarto e dal 7 maggio, Villa Corsini a Castello.

Monografie d’artista: il Beato Angelico entra nella collana Menarini

Un volume sul Beato Angelico, ultimo nato nella serie di libri d’arte Menarini, curato da Renzo Villa, è stato presentato in un evento all’Università di Firenze con un’iniziativa realizzata dall’azienda farmaceutica fiorentina.

“Siamo fortunati ad essere un’azienda fiorentina che quindi vive immersa in una bellezza infinita artistica, la culla del Rinascimento italiano e mondiale: quindi organizzare eventi come questo fa parte del nostro Dna, valorizzare la bellezza meravigliosa che abbiamo intorno”, ha spiegato Lucia Aleotti, membro del board e azionista di riferimento di Menarini, parlando a margine della presentazione del volume dedicato all’artista del ‘400, a cui ha preso parte anche il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.
“Anche se noi siamo un’azienda ormai internazionale presente in più di 136 paesi – ha aggiunto Aleotti – il nostro territorio è quello che ci tiene costantemente collegati alla vita reale, quello che ci fa capire la vita delle persone e le necessità”. Per Schmidt “è proprio giusto che esca adesso questo libro, un libro accessibile per tutti, non scritto con tecnicismi né con troppi latinismi, dato il fatto che il Beato Angelico è stato anche un interprete profondo delle Sacre Scritture e della teologia soprattutto domenicana del periodo. Dopo la grande mostra dedicata al Beato Angelico al Prado, che si è conclusa proprio pochi giorni fa, adesso la presentazione di questo libro sempre con il Beato Angelico è proprio un’iniziativa molto meritevole e tempestiva”.

Restaurato ‘Cristo crocifisso’ del Beato Angelico

Firenze, Il ‘Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco’, opera poco conosciuta del Beato Angelico risalente al 1430 circa, sarà esposta dal 10 aprile al 24 giugno, dopo un restauro, nella sede della Fondazione Cassa di Risparmo di Firenze.

Il dipinto, su tavola sagomata, era esposto nella sagrestia dell’Oratorio della Compagnia, in via de’ Pandolfini a Firenze: presenta la figura del Cristo crocifisso tra i santi Niccolò e Francesco, inginocchiati ai piedi del Golgota.

La prima notizia sull’opera risale al 23 ottobre 1564 ma l’attribuzione all’Angelico avvenne solo nel 1909. L’opera sembra essere datata attorno al 1430, sia per un influsso masaccesco (evidente nelle figure dei santi, nell’illuminazione e nell’anatomia del Cristo), sia per la vicinanza con l’Incoronazione del Louvre.

Esposto a lungo nel Museo di San Marco, il Cristo crocifisso è poi tornato nella sagrestia, prima di essere sottoposto al restauro eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure.

La mostra, a cura di Ludovica Sebregondi, segna anche la conclusione di un ampio intervento di recupero dell’intera sede finanziato dalla Fondazione Cr Firenze e costato oltre 900.000 euro che ha interessato, a partire dal 2004, le opere d’arte, gli arredi e gli archivi. Nel 2016 è stato avviato il restauro del Cristo crocifisso: assieme alla tavoletta, al termine della mostra, il dipinto tornerà nella sede originaria con l’allestimento dell’architetto Antonio Fara.

Ai visitatori, ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria (l’inaugurazione è fissata in via Bufalini alle 18.00 di lunedì 9 aprile), verrà donato un opuscolo illustrativo delle due opere e del loro contesto, curato da Sebregondi, edito da Mandragora.

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