🎧Toscana, povertà: al banco alimentare oltre 2.200 chili di carne da selvaggina

I risultati ottenuti fino ad oggi e il nuovo bando sono stati illustrati dalla vicepresidente della Regione Toscana ed assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi, dall’assessore regionale alla salute Simone Bezzini, da Piero Ranfagni in rappresentanza del Banco alimentare e da Roberto Vivarelli presidente dell’Ambito territoriale di caccia di Siena in rappresentanza di tutti gli ATC toscani.

Audio: Stefania Saccardi, Vicepresidente della Regione Toscana e Assessora all’Agricultura e la Caccia

“Siamo lieti  di aver avviato un circolo virtuoso che, a fronte di un investimento regionale di circa 8000 euro, ha portato al Banco alimentare, e dunque sulle tavole delle famiglie meno abbienti, carne nobile per un valore oltre 5 volte superiore. Con il nuovo bando questo investimento sarà molto potenziato, dato che dalla fase sperimentale, che tra l’altro è venuta a coincidere con la gestione della pandemia, si passa ad una fase più strutturata e meglio organizzata”. Lo ha dichiarato dalla vicepresidente della Regione Toscana ed assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi, commentando la notizia dei  2.263 i chili di carne pregiata di selvaggina – per un valore commerciale di circa 45.000 euro – donati al Banco alimentare in beneficenza dai Cls-Centri di lavorazione selvaggina dal luglio 2021 ad oggi.

“Si tratta di un’iniziativa che ha anche un grande valore per la sicurezza alimentare – ha aggiunto l’assessore regionale toscana  alla salute Simone Bezzini – perché ci permette di fare anche un efficace monitoraggio della salute della selvaggina. E’ indubbia l’importanza di questo bando per le famiglie in difficoltà, ma data la mia delega ne apprezzo anche l’utilità igienico-sanitari, in quanto il controllo della carne degli ungulati abbattuti per fini di controllo numerico ci permette di capire come stanno gli animali selvatici e di monitorare l’eventuale presenza di patogeni. Le carni, infatti, prima di essere distribuite vengono ispezionate nei Centri di lavorazione selvaggina dai veterinari delle Asl, chiamati a condurre un’azione diretta di prevenzione e rilevamento precoce di eventuali malattie che possono colpire la fauna selvatica, e così garantendo al fruitore un prodotto di qualità che rispetti gli standard in materia di sicurezza alimentare. Doveroso un ringraziamento ai professionisti delle Asl e al Banco alimentare che con le sue infrastrutture e la rete di distribuzione ci consente di aiutare le persone in condizioni di svantaggio o di marginalità”.

E’ attualmente attivo il nuovo avviso pubblico, aperto a inizio novembre, che porterà ad una nuova fase di questo progetto, incrementando ulteriormente questo risultato. Al nuovo avviso hanno aderito sette Centri di lavorazione.

“Questo è un progetto che ha valore sia dal punto di vista ambientale che sociale – aggiunge Saccardi – che ho fortemente voluto quando ero responsabile della sanità regionale e che ancora oggi sono orgogliosa di sostenere perchè consente un impiego socialmente utile delle carni dei cinghiali abbattuti nelle battute di contenimento in Toscana. E’ un modo per fronteggiare l’emergenza ungulati ed al tempo stesso offrire un prodotto ad alto valore nutrizionale a persone che altrimenti difficilmente potrebbero acquistarlo ad un normale prezzo di mercato. Ringrazio Il Banco alimentare e la rete della Caritas che con il loro lavoro provvedono a far materialmente arrivare sulle tavole delle famiglie più bisognose questa selvaggina”.

“Grazie a questo progetto la carne degli ungulati abbattuti nelle campagne di contenimento può essere donata a chi la carne non può mangiarla quasi mai – ha speigato Ranfagni del Banco alimentare – Grazie alla normativa regionale toscana questo è possibile, mentre mi giunge notizia che in altre realtà le carcasse di capi sani, abbattuti in campagne per lo sfoltimento del numero degli ungulati selvatici, sono state bruciate perchè mancava il contesto amministrativo necessario per poterle utilizzare. Questo è uno spreco, mentre il progetto che stiamo poortando avanti in Toscana è positivo perchè va ‘contro lo spreco e contro la fame’, come recita anche lo slogan stesso del Banco alimentare”.

“Tutti e quindici gli ATC toscani possono e devono contribuire a questa bella iniziativa, per aiutare chi ha davvero bisogno – ha aggiunto Vivarelli, presidente dell’ATC Siena – In tutta la Toscana vengono abbattuti ogni anni corca 80.000 cinghiali, quindi trovo più che giusto che una pare dei quintali di arne da essi ottenuta vada ad alleviare le sofferenze di chi nel quotidiano ha difficoltà a poter acquistare carne da mangiare”.

L’avviso pubblico per la distribuzione al Banco alimentare delle carni di ungulati è stato pubblicato sui siti istituzionali delle Asl toscane e sono in via di definizione gli elenchi dei soggetti idonei per la piena operatività dell’iniziativa. La Regione ha previsto con la delibera 961/2023 l’erogazione ai Cls dei rimborsi dei costi sostenuti  attraverso le Asl, destinatarie per l’annata venatoria 2023/2024 (fino al 31 maggio) di un finanziamento complessivo di 40mila euro: 18.000 alla Asl Sud Est; 11.000 alla Nord Ovest; e altrettanti 11.000 alla Centro.

Potranno essere destinati al Banco alimentare anche i capi provenienti dall’attività venatoria e di controllo regolamentata di soggetti terzi come Enti parco regionali, squadre di caccia al cinghiale, distretti di gestione degli ungulati, Afv (Aziende faunistico venatorie) e Aav (Aziende agrituristico venatorie).

Le carcasse lavorate verranno affidate per la distribuzione al Banco Alimentare della Toscana, che è dotato di un’organizzazione e di una rete territoriale specifica e peculiare che consente la conservazione delle carni garantendo il rispetto degli obiettivi di sicurezza alimentare e la loro distribuzione.

Banco alimentare, oggi 26ma edizione della ‘Giornata nazionale della colletta alimentare’

Firenze, oggi 26 novembre è la 26ma Giornata nazionale della colletta alimentare che si svolge in tutta Italia organizzata dal Banco alimentare. In Toscana coinvolge più di 5mila volontari in circa 500 punti vendita della grande distribuzione dove i cittadini potranno acquistare alimenti non deperibili da donare alle persone in difficoltà.

Dall’inizio del 2022 ad oggi sono state 85.000 in più le richieste di aiuto per la spesa ricevute dalle strutture sostenute dal Banco alimentare (7.600 in tutta Italia).

Inoltre, il Banco alimentare deve far fronte anche a un aumento del 45% dei costi di gestione tra logistica, trasporti ed energia elettrica e ad un calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati. Lo scorso anno, si spiega, in Toscana furono raccolte 430 tonnellate di generi alimentari, destinati ai 100mila assistiti dalle strutture caritative.

“La situazione che stiamo vivendo anche in Toscana è preoccupante – spiega il presidente del Banco alimentare della Toscana, Leonardo Berni – e le richieste di aiuto stanno aumentando. Partecipare alla Colletta alimentare vuol dire farsi più prossimi a chi ha bisogno, fare un gesto concreto di condivisione, per non lasciare solo chi non ce la fa. È un grande gesto di popolo, che il Banco alimentare propone da più di 25 anni, con la partecipazione di tutte le associazioni locali, della Pa, delle istituzioni e delle aziende private, di decine di migliaia di cittadini che generosamente donano”.

L’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli ha invitato “tutti i toscani che ne hanno la possibilità a partecipare alla 26esima Giornata nazionale della Colletta alimentare. In questo inverno reso ancora più difficile dal caro bollette e da un aumento dei prezzi che colpisce in particolare i generi di prima necessità, questo segnale di solidarietà e di partecipazione è ancora più prezioso per dare un aiuto concreto a tante persone che vivono una situazione di difficoltà economica o di povertà”.

Povertà, Toscana: 31mila famiglie alla Caritas per pacchi alimentari

Il dato è emerso durante la presentazione del progetto una “Spesa per tutti”, varato dalla Regione Toscana e i cui contenuti sono stati sottoscritti oggi a Firenze da Caritas, Banco alimentare e dai rappresentanti di Unicoop Firenze, Conad del Tirreno ed Esselunga.

Sono oltre 31 mila le famiglie toscane che hanno usufruito degli aiuti alimentari distribuiti dalla Caritas. E i numeri sono in costante aumento visto che nei primi sei mesi del 2021 siamo arrivati già a oltre 15mila richieste. Segno che la povertà, anche quella alimentare, è sempre più diffusa anche nella nostra regione. Il fatto è emerso durante la presentazione del progetto una “Spesa per tutti”, varato dalla Regione Toscana e i cui contenuti sono stati sottoscritti oggi a Firenze da Caritas, Banco alimentare e dai rappresentanti di Unicoop Firenze, Conad del Tirreno ed Esselunga.

“Una spesa per tutti “ha l’obiettivo di arrivare ad una  distribuzione capillare di generi alimentari finalizzati a aiutare le famiglie più indigenti. Il progetto nato nel 2016 viene rifinanziato dalla Regione ogni anno con un contributo di 150.000 euro. La conseguente convenzione con i soggetti del terzo settore e della grande distribuzione permette l’attivazione di una rete virtuosa che consente di utilizzare al massimo i fondi disponibili fornendo un aiuto concreto a migliaia di famiglie. Il finanziamento annuale viene destinato alla Caritas che acquista dalla grande distribuzione, alle migliori condizioni possibili, i generi alimentari per poi stoccarli nei locali messi a disposizione dal Banco Alimentare.

Ed è sempre Caritas, grazie alla capillare rete presente sul territorio, che si impegna nella distribuzione diretta, dando la priorità a famiglie numerose, con minori e disabili

In questa catena fondamentale è anche il ruolo della grande distribuzione, sia per i prezzi di favore riservati per l’acquisto di questi generi alimentari, sia perché compartecipa al progetto con un ulteriore 10 per cento.

L’accordo sottoscritto oggi, della durata di un anno, ha la finalità di indicare gli impegni di tutti i  soggetti firmatari. La Regione, oltre a procedere al trasferimento di 150.000 euro alla Caritas, svolge attività di coordinamento generale e di verifica dei tempi e delle modalità di attuazione, la Caritas provvede a individuare i cittadini da coinvolgere nel progetto e alla distribuzione dei generi alimentari mentre il Banco alimentare si occupa dello stoccaggio dei beni. Infine la grande distribuzione individua i beni di prima necessità da destinare alle attività del progetto nonché ad applicare le miglior condizioni di acquisto.

In questa logica i migliaia di pacchi distribuiti in cinque anni dal progetto “Spesa per Tutti” hanno di fatto triplicato le persone che hanno potuto accedere ad un servizio di Caritas o di un altro organismo pubblico o privato, portando un aiuto concreto e diffondendo al tempo stesso il messaggio per un consapevole uso dei prodotti per l’abbattimento dello spreco alimentare.

“E’ un progetto virtuoso e ancora più importante in quest’ultimo anno e mezzo, perché le conseguenze socioeconomiche della pandemia hanno reso ancora più necessari questi interventi” commenta l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli. Le risorse disponibili – prosegue – hanno permesso di distribuire 20mila pacchi di generi alimentari in un anno. E’ il segno che questa rete funziona bene e che ogni anello si impegna per aumentare le dimensioni del prodotto finale”.

“La storia di una Spesa per Tutti – sono ancora parole dell’assessora Spinelli – conferma la forte valenza sociale della stretta collaborazione tra enti del terzo settore, enti pubblici e aziende della grande distribuzione: un intreccio positivo rivolto alla condizione di disagio delle persone fragili, in condizioni di difficoltà economica e allo stesso tempo un forte impegno a mettere a disposizione le risorse presenti nei territori.  Attraverso questo lavoro di consegna dei pacchi alimentari puntiamo anche a rafforzare il nostro impegno per una presa in carico complessiva delle persone in stato di disagio da parte dei servizi sociali. L’obiettivo come Regione Toscana è quello di mettere in rete tutte le istituzioni, gli enti locali e i soggetti presenti sul territorio per dare risposte ulteriori a quella che riguarda il bisogno alimentare”.

Pacchi alimentari, al via domani la distribuzione a Firenze

I pacchi, misura di sostegno che va ad affiancare i buoni spesa, saranno distribuiti fino al 30 aprile prossimo per un totale di 300mila euro messi a disposizione dal governo e 25mila euro da Acea, società di multiservizi attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei settori idrico, energetico e ambientale. L’esecutivo ha erogato anche 1milione e 700mila euro per i buoni per un totale di 2 milioni di euro per entrambe le misure di sostegno alimentare.

Con le risorse del governo sono state approvate 5.585 domande per i buoni spesa, ma il numero delle famiglie fiorentine raggiunte da questa misura di aiuto alimentare è destinato a crescere con la distribuzione dei buoni spesa, che saranno erogati a breve grazie alle risorse regionali per un importo di 1milione e 800mila euro. La media delle persone componenti i nuclei familiari che hanno fatto domanda dei buoni spesa è di poco superiore a 3 unità e tra i componenti del nucleo familiare sono presenti 1.606 minori con meno di 3 anni.

Il 52,5% di coloro che hanno fatto richiesta dei buoni spesa sono lavoratori che hanno visto cambiare la propria situazione reddituale a causa del Covid, mentre gli altri (il 47,5%) sono persone che vivono in soglia di povertà (Isee inferiore a 6000 euro). Tra i lavoratori, due terzi (il 64%) sono a tempo indeterminato, il 16% a tempo determinato, il 13% lavoratori autonomi e il 7% lavoratori intermittenti.

“Con i pacchi alimentari vogliamo dare un ulteriore aiuto ai fiorentini, famiglie e singole persone – ha spiegato l’assessore a Welfare Sara Funaro -, che stanno attraversando un periodo di crisi, in cui anche fare la spesa e acquistare i beni di prima necessità diventa difficile. Con questa misura di sostegno alimentare, come con i buoni, vogliamo essere vicini a coloro che hanno più bisogno. La nostra città non lascia indietro nessuno e in questo duro momento di crisi per la pandemia abbiamo rafforzato gli aiuti alimentari per chi si trova in difficoltà”. “Vorrei rivolgere un ringraziamento particolare ai presidenti dei Quartieri – ha continuato Funaro – per la disponibilità e la collaborazione dimostrate per organizzare la distribuzione dei pacchi alimentari e alle Reti di solidarietà dei Quartieri e alle associazioni di volontariato che durante l’emergenza Covid hanno dimostrato una volta di più il loro grande valore per la nostra comunità e si sono date un gran da fare per sostenere i fiorentini più fragili. La solidarietà è nel nostro dna e le Reti dei Quartieri ne sono un ottimo esempio. Un grazie di cuore anche ad Acea per aver partecipato al progetto ‘Re-star’ dimostrando di essere sensibile ai bisogni dei fiorentini”.

Rispetto ai mesi del lockdown della scorsa primavera coloro che vogliono richiedere i pacchi dovranno telefonare alla sede delle cinque Reti di solidarietà dei Quartieri e fissare un appuntamento con i volontari, che si occuperanno di gestire la distribuzione in collaborazione con le associazioni di volontariato cittadine coinvolte nel progetto ‘Re-start’.

“Abbiamo riattivato l’associazionismo di territorio – hanno detto i presidenti dei cinque Quartieri -, che nei fatti non si era mai fermato e promosso il coordinamento delle reti di solidarietà con l’intento di raggiungere sul territorio le famiglie che vivono questa fase con grande difficoltà. Un grande grazie va ai volontari e alle loro associazioni che con grande passione sviluppano quotidianamente un grande lavoro di solidarietà dimostrando il valore fortissimo della sussidiarietà, con lo sforzo di non lasciare solo nessuno”.

Buoni spesa: richiesti dal 6% dei fiorentini

Oggi è l’ultimo giorno a Firenze per presentare le domande per richieste i buoni spesa, una delle misure del sostegno alimentare messe in campo dal Comune dopo lo stanziamento da parte del Governo di 400 milioni destinati al ‘soccorso alimentare’ degli italiani a causa della crisi per il Coronavirus.

Il servizio è attivo dal 6 aprile scorso: in questo periodo, si legge in una nota di Palazzo Vecchio, ne ha fatto richiesta il 6% circa dei fiorentini e sono state raggiunte 7.000 famiglie.
A chiederli sono stati per il 48% cassaintegrati, per il 21% lavoratori autonomi, per il 12% lavoratori intermittenti o a chiamata e per il 9% persone che hanno perso un contratto a termine. Il 16% di chi ha presentato domanda è giovane e ha bambini sotto i 3 anni, mentre il 4% sono famiglie con persone disabili. I buoni spesa assegnati continueranno ad essere consegnati su appuntamento fino al 30 aprile.
Va avanti, invece, la distribuzione dei pacchi alimentari, realizzata grazie alla collaborazione di Caritas e Banco alimentare. Prima dell’emergenza Covid-19, si legge in una nota di Palazzo Vecchio, venivano distribuiti circa 1.600 pacchi alimentari alla settimana, ora ne vengono consegnati 3.200. “Con i buoni spesa abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo
prefissati – ha detto l’assessore al Welfare Andrea Vannucci  ovvero raggiungere oltre 7mila famiglie, che hanno risentito pesantemente dell’emergenza a causa del Coronavirus e hanno riscontrato difficoltà anche a fare la spesa perché, ad esempio, hanno perso il lavoro o poiché messi in cassa integrazione hanno avuto una riduzione del reddito a disposizione. ì Se il Governo deciderà di puntare di nuovo su questa forma di sostegno alimentare noi ci saremo”.

Coronavirus Firenze, al via la distribuzione di buoni spesa e pacchi alimentari

Sta per partire la distribuzione dei pacchi alimentari e dei buoni spesa, per un valore di oltre due milioni di euro, per l’acquisto di generi alimentari per i fiorentini che stanno vivendo un periodo di grave difficoltà economica a causa dell’emergenza causata dal Coronavirus: si partirà già domani con i pacchi alimentari, che saranno distribuiti da Caritas e Banco alimentare, già iscritti al portale del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), mentre nei primi giorni della prossima settimana inizierà la consegna dei buoni per la spesa.

“Siamo pronti per partire con la distribuzione dei pacchi alimentari e dei buoni spesa  per i cittadini in difficoltà – ha detto l’assessore a Welfare Andrea Vannucci -. È una misura che cerca di andare incontro alle famiglie e a tutte quelle persone che a causa della crisi per il Coronavirus non hanno le risorse economiche per acquistare generi alimentari. Metteremo in campo azioni concrete per aiutare i cittadini che si trovano in condizioni di fragilità, così da alleviare le difficoltà che incontrano”. “Vorrei ringraziare i presidenti di Quartiere per la grande collaborazione – ha continuato Vannucci -. Si sono dati e si stanno dando un gran da fare per creare una rete di distribuzione capillare in tutta la città”.
Queste misure di solidarietà alimentare sono state messe a punto dall’assessorato al Welfare dopo lo stanziamento da parte del Governo di 400 milioni di euro destinati al ‘soccorso alimentare’ degli italiani a causa della crisi per il Covid-19.
Per erogare il sostegno alimentare ai fiorentini la giunta ha approvato una variazione di bilancio. “Con questo atto – ha detto l’assessore al bilancio Federico Gianassi – si dà il via libera immediato alla creazione dello stanziamento su cui l’amministrazione provvederà ad erogare i fondi arrivati dal Governo per la solidarietà alimentare per cominciare  subito con le misure di distribuzione tanto attese dai fiorentini in difficoltà”.

DESTINATARI: Tre le fasce di popolazione che possono usufruire del sostegno alimentare: le persone e i lavoratori che in questa situazione di emergenza causata dal Covid 19 hanno subito forti decurtazioni del reddito: nello specifico possono usufruire del sostegno coloro che dallo scorso mese di febbraio hanno perso il lavoro (licenziamenti, tempi deteminati non rinnovati, badanti che avuto contratto interrotto); coloro che sono stati messi in Cassa integrazione o strumenti similari (come ad esempio il Fondo d’integrazione salariale), che hanno avuto una forte contrazione del reddito e che hanno anche carichi familiari; le partite IVA, titolari di piccole aziende che hanno drasticamente ridotto il loro volume d’affari (rientranti nei codici Ateco definiti dagli ultimi D.P.C.M.) e lavoratori intermittenti, che pur avendo contratti attivi, hanno avuto drastiche riduzioni nelle chiamate; le persone in stato di bisogno già seguite o che vengono intercettate adesso dai Servizi sociali del Comune; le persone e i nuclei familiari invisibili che vivevano di lavori irregolari e saltuari.
PACCHI ALIMENTARI: questa forma di sostegno alimentare è destinata alle persone e ai nuclei familiari invisibili che vivevano di lavori irregolari e saltuari, che gravitano sul territorio. I pacchi conterranno generi alimentari di prima necessità. Per richiedere il pacco è necessario rivolgersi al Segretariato sociale del Comune.
BUONI SPESA: I buoni spesa hanno un valore che va da un minimo di 150 euro per il nucleo monoparentale fino a oltre 500 euro per le famiglie numerose. Il valore varierà in base al numero di figli del nucleo familiare. I buoni danno diritto ad acquistare beni alimentari negli esercizi commerciali, sia supermercati che piccoli negozi di generi alimentari convenzionati. Non sarà possibile, ad esempio, acquistare alcolici e superalcolici.
COME RICHIEDERE IL BUONO SPESA: I beneficiari dei buoni spesa dovranno risiedere nel Comune di Firenze e dovranno avere un patrimonio mobiliare (conti correnti, titoli bancari…) che non superi la soglia di 12mila euro e rientrare nelle categorie indicate precedentemente.
La domanda per richiedere il sostegno alimentare può essere presentata solo on line o con supporto telefonico. La validità delle domande sarà verificata dal Comune, che risponderà per e-mail dando conferma se una persona ha diritto ai buoni spesa e a quanti. Il servizio on line sarà accessibile sulla Rete civica del Comune (www.comune.fi.it) o sul sito in costruzione www.firenzebuonispesa.it. Sarà accessibile sia ai possessori delle credenziali Spid, il servizio di identità digitale, che permette di accedere ai servizi pubblici on line; Carta d’identità elettronica, Tessera Sanitaria sia per i cittadini  che non possiedono il sistema di identità digitale.
Nella mail sarà riportato il link per prenotare on line l’appuntamento per il ritiro dei buoni spesa presso la sede del Quartiere di residenza per chi ha le credenziali Spid.
Chi invece non ha le credenziali digitali sopra richiamate potrà contattare il Call center del Progetto #iorestoacasa del Comune e/o il Segretariato sociale e ritirare il buono spesa direttamente presso la Direzione dei Servizi sociali (viale De Amicis, 21) dove dovrà firmare un documento che attesta la ricezione del buono pasto.
È necessario poi presentarsi all’appuntamento per il ritiro con una copia della mail ricevuta (cartacea o digitale) e con un documento di identità in corso di validità.
AIUTO PER LA COMPILAZIONE DELLA DOMANDA: Chi ha bisogno di assistenza per la compilazione del modulo telematico per richiedere il sostegno alimentare può chiamare da lunedì il Call center del Progetto #iorestoacasa del Comune oppure il Segretariato sociale. Per far fronte alle telefonate dei cittadini è in corso il potenziamento delle linee telefoniche del Segretariato sociale.
I cittadini che vogliono informazioni sulle due tipologie di sostegno alimentare o che hanno difficoltà a compilare la domanda on line potranno chiamare il Call center del Progetto #iorestoacasa del Comune oppure il Segretariato sociale. Gli operatori valuteranno se i richiedenti hanno diritto al sostegno alimentare e nel caso li aiuteranno nella compilazione del modulo telematico.

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