Barni, Giorno del Ricordo: ” no a stereotipi, capire motivazioni tragedie”

Così Monica Barni, vicepresidente e assessora alla cultura della Regione Toscana, ha aperto i lavori del convegno ‘Nazionalismi e guerre, esodi e memorie’ nell’ambito del Giorno del Ricordo e del progetto ‘Confini difficili. Da Trieste a Sarajevo’. Il viaggio della Regione porterà dall’11 al 15 febbraio gli studenti a Trieste, alla foiba di Basovizza e anche a Fiume, queste alcune delle tappe.

“L’invito della Regione Toscana è, come sempre, di non cedere e non farsi affascinare da storie false e stereotipi, ma di andare in profondità per capire i contesti e le motivazioni che poi portano alle tragedie. Per questo, porteremo una cinquantina di ragazzi con i loro insegnanti, la prossima settimana al viaggio sul confine orientale e toccheremo tutte le tappe cruciali per comprendere cosa è successo su quel confine nei primi anni del ‘900”. Lo ha detto l’assessora Barni.

“Il confine orientale – ha spiegato Barni al convegno, in programma tutto il giorno nell’auditorium di Sant’Apollonia a Firenze e che vede la partecipazione di numerosi studenti – va inquadrato all’interno di un contesto storico complesso e molto problematico, da sempre, come da sempre è problematico il tema dei confini e degli attraversamenti. Un tema che sappiamo essere attuale anche oggi”. Per la vicepresidente della Regione “le istituzioni hanno l’obbligo di costruire un programma. Quello che abbiamo cercato di fare in questi anni è proprio di costruire una programmazione strutturata di interventi che si legano l’uno all’altro: lavoriamo sul ricordo della Shoah, sulla costituzione, sul confine orientale. Cerchiamo di mettere insieme e di trovare dei legami con tutte le iniziative che facciamo. È chiaro che dovrebbe essere un lavoro a tappeto su tutta la Toscana: noi cerchiamo di fare tutto il possibile”.

Firenze: manifestazione per giornata mondiale dell’autismo

Si è svolta a Firenze, questa mattina, la manifestazione in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007.

Il corteo, partito da Santa Maria Novella alle 9,30 ha proseguito per le vie cittadine fino ad arrivare all’auditorium di Santa Apollonia in via San Gallo. La manifestazione, fanno sapere le associazioni per l’autismo coinvolte: “è un momento per farsi conoscere senza imbarazzi e senza barriere, anche per rivendicare i diritti delle persone con autismo per i quali tutta la comunità può e deve impegnarsi.”

“Per la prima volta che questi temi escono dai teatri – continuano le associazioni -, dalle sale congressi, dai dibattiti televis ivi e vanno incontro alla gente: le storiche strade di Firenze questa volta saranno colorate di blu, il colore dell’Autismo.”

A guidare il corteo, Marco Cavallo la storica scultura, realizzata a Trieste nel 1973, che come quarantasei anni fa fu simbolo della liberazione e della lotta etica, sociale, medica e politica a favore della legge sulla chiusura dei manicomi, oggi si fa portavoce dell’autodeterminazione delle persone con disabilità intellettiva.

Sul tema dell’autismo in intervenuto anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che ha partecipato alla giornata della consapevolezza a Firenze. Su questi aspetti, ha sottolineato, “c’è molta attenzione in Toscana e noi su queste cose dobbiamo fare di più: naturalmente per fare di più occorrerebbero anche più risorse, e io sono a favore della patrimoniale sui beni immobili, sui beni finanziari. L’articolo 3 della Costituzione – ha proseguito Rossi – dice che la Repubblica è impegnata a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona. Noi stiamo facendo questo: purtroppo manca ancora un diritto universale, una legge che riconosca la necessità di garantire queste persone, ognuna anche con un progetto individuale, perché poi ci sono delle differenze profonde”. Per Rossi, “nel mentre che denuncio quello che manca, però devo anche riconoscere che qualcosina a livello nazionale si è mosso con il ‘Dopo di noi’; noi come Regione Toscana, anche quando ci arrivavano le contestazioni, abbiamo fatto molto più di tutte le altre regioni, e abbiamo in campo anche dei progetti molto intelligenti”.

Le voci raccolte da Gimmy Tranquillo alla manifestazione stamani.

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Per unirsi alla giornata mondiale, al fine di promuovere l’iniziativa dando visibilità simbolica all’evento e come richiesto dal Capo del Corpo, i Vigili del Fuoco della Toscana hanno illuminato di blu (colore simbolo dell’autismo) le proprie sedi di servizio, nella notte tra l’1 e il 2 aprile.

Malattie rare: 54 mila pazienti in registro malattie Toscana

Sono 54 mila i pazienti inseriti nel registro delle malattie rare della Toscana, di cui 37mila toscani con esenzione, altri provenienti da altre regioni o non esenti.

E’ il dato emerso dal convegno ‘Integriamo l’assistenza sanitaria con l’assistenza sociale per i malati gravi’, organizzato oggi dalla Regione Toscana, all’auditorium di Sant’Apollonia a Firenze, in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare, per fare il punto sull’assistenza sanitaria e sociale a questi pazienti.
Come ha spiegato Cecilia Berni, responsabile della rete integrata regionale delle malattie rare, la Toscana è la regione italiana con il maggior numero di centri, 27, inseriti in 19 reti di eccellenza europee e ha creato un centro d’ascolto, a disposizione di pazienti e medici al numero verde 800880101, oltre ad aver attivato fin dal 2001 un protocollo d’intesa con il Forum delle associazioni delle malattie rare, per l’assistenza ai pazienti anche fuori dall’ospedale.
“E’ questo il tema di maggior attualità – ha commentato l’assessora regionale al Diritto alla salute Stefania Saccardi, aprendo l’incontro – perché molte malattie rare oggi si trasformano in malattie croniche, ed è importantissimo realizzare una rete che prosegua dall’ospedale al territorio, e che sul territorio realizzi la presa in carico vera della persona e della sua famiglia”.
Per Nicola Armentano, presidente commissione salute del Comune di Firenze “in Toscana siamo molto avanti su questi temi, purtroppo non tutto quello che viene fatto qui viene replicato nelle altre Regioni; su questo dobbiamo riflettere alla luce delle ipotesi di regionalizzare la sanità, che andrebbe ad aggravare il gap tra territori più fortunati, come la Toscana, e altre regioni”.
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