Georgofili 30 anni dopo: la strage attraverso le interviste, le testimonianze e gli eventi

Georgofili 30 anni dopo: la strage attraverso le interviste, le testimonianze e gli eventi. In occasione dell’anniversario vi proponiamo un estratto delle voci che hanno partecipato all’evento che si è tenuto sull’Arengario di Palazzo Vecchio.

Le istituzioni, la città, i fiorentini, luoghi pubblici, mostre, eventi, incontri, testimonianze e i tanti giovani protagonisti di un racconto che non li ha visti presenti ma gli deve arrivare in tutta la sua drammatica portata perché la strage dei Georgofili è ancora una ferita aperta 30 anni dopo, perché la mafia non è archiviata, perché ci sono donne e uomini che hanno perso la vita nella lotta per un paese fatto di verità, giustizia e legalità.

Questo lo spirito dei giorni del trentennale qui a Firenze, una città che ricorda e rivive attraverso tanti momenti di condivisione a partire naturalmente dalla scorsa notte, da quei rintocchi alle 1.04 e da quei luoghi in cui la quotidianità e il futuro di 5 vite furono spezzate dalla strage mafiosa del 27 maggio 1993.

Le autorità, i cittadini, i volontari, i familiari delle vittime in corteo che da piazza della Signoria si è mosso per raggiungere via dei Georgofili, ed ha proseguito per il piazzale degli Uffizi dove c’è stato un altro omaggio, quello alla Quarto Savona Quindici, l’auto di scorta al giudice Falcone nella strage di Capaci e che viene esposta a Firenze in questi giorni. Oggi attesa la presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella che dopo la sua storica presenza a Barbina per il centenario di Don Milani sarà nel pomeriggio alla commemorazione delle vittime  al Palazzo di Giustizia.  

Ma oltre al ricordo ed alla commemorazione c’è bisogno di proseguire nella ricerca della verità. “Stimando che quella giudiziaria penale è stata raggiunta al 90% oggi – ribadisce –  l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili  – occorre arrivare alla verità completa sui concorrenti morali, ovvero coloro che hanno suggerito, incoraggiato e rafforzato la volontà stragista di cosa nostra nel 1993″.

AUDIO: Le dichiarazioni del sindaco Nardella, del magistrato e già presidente del Senato Pietro Grasso, di Luca Tescaroli, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, del giornalista Fabio Galati, dell’on. Valdo Spini e del direttore degli uffizi Eike Schmidt. Raccolte da Camilla Cogher e Andrea Montigiani per Tif/Controradio durante l’evento promosso da La Repubblica e il Comune di Firenze.

Commemorazione online della strage di Via de’ Georgofili

Firenze, “Oggi come allora sono ancora troppe le contraddizioni, i nodi insoluti che solcano la nostra società: il potere delle organizzazioni criminali non è affatto finito, tutt’altro purtroppo, e si presenta stabilmente anche nei nostri territori”. Lo ha affermato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, nel video che apre la commemorazione online della strage di Via de’ Georgofili del 27 maggio 1993.

L’emergenza sanitaria, ha osservato Rossi durante la video commemorazione, “pone anche sfide inedite rispetto alle quali occorre vigilare, non solo sulla situazione delle carceri, che ha portato alla scarcerazione persino di alcuni capimafia, rispetto a cui giustamente l’associazione delle vittime ha richiamato l’attenzione: l’epidemia rischia di avere infatti gravissime ripercussioni economiche, e creare purtroppo il rischio molto grave e concreto che la mafia e le organizzazioni criminali possano trovare dentro questa crisi nuove occasioni per espandersi, approfittando delle difficoltà economiche di tanti imprenditori. Per questo questa ricorrenza deve essere per tutti un monito a rinnovare l’impegno contro le organizzazioni mafiose”.

Per la prima volta la commemorazione della strage di Via de’ Georgofili si tiene senza la storica presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Giovanna Maggiani Chelli, scomparsa nell’agosto del 2019. La donna, madre di una ragazza rimasta ferita nell’attentato del 27 maggio 1993, è stata ricordata in apertura della commemorazione online della strage dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dall’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso.

“Con lei – ha detto Rossi – abbiamo perso una donna che con coraggio e tenacia aveva contribuito a tenere viva la memoria e la lotta contro le mafie: nel suo forte impegno civile e morale aveva collaborato intensamente con la Regione per l’affermazione dei valori della legalità”.

Giovanna Maggiani Chelli, ha ricordato Grasso, “è stata uno stimolo continuo, perché ha seguito tutte le udienze del processo, conosceva tutti gli atti; era una fonte inesauribile anche per i cronisti, e non ha mai smesso di farci domande. Io che ho avuto il privilegio di condurre una parte di quelle indagini, dal ’97 al ’99, proprio a Firenze, insieme a un’altra persona che ricordo con tanta commozione, il mio collega e amico Gabriele Chelazzi, abbiamo cercato di rispondere più possibile a quelle domande”.

Maggiani Chelli: addio all’instancabile voce delle vittime di mafia

All’apparenza così fragile ed eterea, nei fatti così instancabilmente tenace nella ricerca della verità. Giovanna Maggiani Chelli confondeva con quel suo aspetto delicato e minuto ma bastava sentirla parlare una volta per capire quanta lucidità e forza c’erano nel corpo e nell’animo.

Ci ha lasciato dopo una lunga malattia nella sua casa di La Spezia, e proprio nella città ligure sono previsti i funerali in forma privata. “E’ stata una donna volitiva, forte e di grande coraggio, ha seguito tutti i processi e le udienze sull’attentato che si sono svolte a firenze e fuori”, così la ricorda Walter Ricoveri vicepresidente e cofondatore dell’associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via de’ Georgofili’.
Fu ‘spina nel fianco’ di inquirenti e opinione pubblica affinché si facesse piena luce sull’attentato mafioso del 27 maggio 1993 a Firenze che causò cinque vittime, decine di feriti e ingenti danni.
Stimata nelle istituzioni e nella magistratura, venne nominata cavaliere della Repubblica per il suo impegno incessante fino all’ultimo. Non si contano le interviste fatte a Controradio, perché il silenzio è connivenza, l’oblio della memoria sarebbe stata un’altra morte per le vittime di mafia. E allora Giovanna, madre di una ragazza coinvolta nell’attentato, con grande energia e capacità di analisi, è stata anima dell’associazione, stimolando  per anni la massima attenzione sulle stragi di Cosa nostra e sui mandanti occulti.

“E’ morto Salvatore Riina il boia di via dei Georgofili. Abbiamo speso la nostra vita e non ce l’ha fatta Salvatore Riina a fare abolire sulla carta bollata il carcere duro ed è morto a 41 bis, questo è quanto dovevamo ai nostri morti”. Così nel novembre del 2017 commentava la notizia della morte del capo di Cosa Nostra sottolineando come fin da quel 1993  i passaggi da 41 bis a carcere normale, abbiano denotato “quanta forza nellambito dello Stato sia stata spesa per assecondare i desiderata della mafia, ma questo è un capitolo ancora tutto aperto. Vogliamo sapere chi aveva in quel 1993 promesso a Riina ,in cambio di morti, l’abolizione del 41 bis”. Una richiesta di verità lunga 26 anni e mai sopita.
“Abbiamo tempo, abbiamo eredi e con fede aspettiamo che chi fino a ieri ha cercato mille scuse per non fare il proprio dovere, ora con indagini accurate proceda a rinvio a giudizio dei “concorrenti di Cosa nostra” per la strage di via dei Georgofili e per le stragi del 1993 – scriveva sul sul suo blog su il Fatto –  Indagini inerenti i mandanti oltre Cosa nostra sono state aperte per la terza volta a Firenze. Noi chiediamo solo un dibattimento: nel bene o nel male abbiamo bisogno di verità”.

Giovanna non ci sarà più ad aspettare risposte ma le coscienze di tutti noi sì. Anche per lei.

Chiara Brilli

Firenze ricorda a 26 anni strage Georgofili

Oggi 26 maggio, a 26 anni dalla strage di via dei Georgofili avvenuta la notte del 27 maggio 1993, Firenze ricorda l’autobomba fatta esplodere dalla mafia che causò la morte di Angela Fiume e Fabrizio Nencioni e delle loro due piccole figlie Nadia e Caterina e di Dario Capolicchio, fece 41 feriti e provocò danni al patrimonio artistico.

Il programma, organizzato dall’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili con la Regione Toscana, insieme a Comune e Città Metropolitana di Firenze e Miur, prevede incontri con gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze già dalle 11, in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Giunta regionale.

Alle 16.30, nella stessa sede, convegno con l’assessore regionale alla legalità, la prefetta di Firenze Laura Lega, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, rappresentanti del Miur, studenti del Leonardo da Vinci, Giovanna Maggiani Chelli per l’Associazione di via dei Georgofili e l’avvocato di parte civile nei processi per le stragi del 1993, Danilo Ammannato.

Alle 21 commemorazione in piazza della Signoria (o in Palazzo Vecchio in caso di pioggia), con i ragazzi sempre del Leonardo da Vinci che si esibiranno in una performance musicale, il saluto delle istituzioni, l’intervento dell’Associazione e la messa in scena dei ”Pagliacci” di Leoncavallo. Alle una di notte un corteo si muoverà infine per andare a deporre una corona di alloro sul luogo dell’attentato, nell’ora esatta in cui la bomba esplose.

Domani, 27 maggio, alle 8.30, il Gonfalone di Firenze renderà omaggio alla famiglia Nencioni nel cimitero della Romola. Mezzora dopo, alle 9, un cuscino di rose sarà deposto sulle tomba di Dario Capolicchio a Sarzana. Ricorderanno la strage anche gli Uffizi con una mostra speciale, dal 26 maggio al 2 giugno, delle due opere, ”Concerto” e ”I giocatori di carte” di Bartolomeo Manfredi, devastati dalla autobomba e poi restaurati, e con la giornata straordinaria di ingresso gratuito al museo il 26.Corleone

“Abbiamo scelto per la prima volta di aprire gli Uffizi gratuitamente in modo da poter ricordare tutti insieme la drammatica notte di 26 anni fa – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt -, gli Uffizi vogliono fare la loro parte nel compito fondamentale di tener viva la memoria della tragedia vissuta”, soprattutto “per le giovani generazioni che allora non erano ancora nate. Proprio a loro vogliamo lanciare un appello: non dimenticate mai gli orrori del passato, e sbarrate sempre la porta alla criminalità organizzata, in qualsiasi forma essa vi si presenti”.

Exit mobile version