🎧 Il Cesvot presenta i dati sullo stato di salute della società toscana

Il 76% dei toscani pensa che il volontariato sia capace di ricucire il tessuto sociale che la pandemia ha lacerato. Ma per il 90,5% è aumentata la diffidenza fra le persone.

Presentata la terza edizione dell’indagine di Cesvot sullo stato di salute della società toscana. Dall’indagine, realizzata da Sociometrica, è emerso che il 90.5% delle persone intervistate (800), dichiara aumentata la diffidenza fra le persone. Tre toscani su quattro sostengono che sia diminuita l’attenzione verso gli altri, mentre cresce l’intolleranza verso le opinioni non condivise.

In podcast l’intervista al presidente di Cesvot, Luigi Paccosi, a cura di Lorenzo Braccini. 

Un quadro sociale che peggiora quello rilevato da Cesvot, a causa soprattutto della pandemia, e delle restrizioni come il ‘distanziamento sociale’. Preoccupante, secondo il Cersvot, è l’impatto che tutto ciò ha avuto sulle categorie più deboli: anziani, minori e persone con disabilità. Cresce la frammentazione sociale e la solitudine: il 75,8% della popolazione intervistata ritiene che ci sia minore attenzione verso gli altri, a dirlo, nello specifico, sono più le donne degli uomini.

Un dato positivo riguarda il volontariato: rispetto allo scorso anno aumenta, infatti, il numero di persone che dichiara di averlo fatto. Si passa dal 16% del 2021 al 29,3% del 2022. Ma, al contempo, diminuiscono coloro che si dichiarano disponibili a fare volontariato. Infine, il 93.7% dichiara di conoscerlo o ne ha un’idea generale. La disponibilità, anche occasionale, di fare volontariato cala dall’82,6% del 2020 al 72,9% del 2022. Diminuiscono, in particolare, coloro che ‘lo farebbero certamente’ dal 32% al 26,8% in un anno. Aumenta, invece, chi si dichiara favorevole a farlo solo occasionalmente (dal 42,7% al 46,1).

L’indagine di Cesvot, mette in luce anche che la caduta verticale delle relazioni sociali ha generato una percezione diffusa di distacco dagli altri aumentando la quota di popolazione che dichiara maggior nervosismo e maggiori livelli di stress (il 46,7%). Le donne e i ragazzi sotto i 24 anni sono fra coloro che sembrano essere stati più colpiti dal cosiddetto ‘distanziamento sociale’ imposto dalla pandemia. Il 58,2% dei genitori sostiene che i loro figli minori siano stati colpiti pesantemente dal punto di vista psicologico: un altro 35,6% sostiene comunque che l’impatto della pandemia sui bambini ci sia stato, anche se non pesante. Nel 2021 il 36,9% dei toscani avvertiva una crescita generalizzata della solitudine, quest’anno siamo arrivati al 64,1%, un aumento di quasi il doppio in dodici mesi.

“Abbiamo avuto un cambiamento radicale di molte persone nei confronti degli altri – afferma Antonio Preiti di Sociometrica -, per esempio, il 66% non invita nessuno a casa propria e non accetta inviti di altri. C’è una percentuale alta di persone che non fanno più sport e che non seguono una dieta alimentare. Il 54% non prende più i mezzi pubblici, il 16% si sente depresso”.

“Abbiamo un mondo in cui aumenta la diffidenza verso gli altri – prosegue Antonio Preiti -, diminuisce la solidarietà, ma per fortuna c’è il volontariato che funziona da antidoto. Questo accade per due motivi: aiutare gli altri è una forma di relazione, ma il volontariato fa bene anche a se stessi, perchè non si fa in solitudine, ma insieme agli altri. Questo crea il tessuto sociale che oggi è un po’ sfilacciato”, conclude Preiti.

Terzo settore: indagine Cesvot “In Toscana quasi 1 ente su 2 non ha risorse per continuare attività”

I dati della prima indagine post emergenza sul terzo settore in Toscana: il 14,2% ha chiuso o sospeso le proprie attività, oltre il 70% degli enti le ha ridotte e il 43,7% non ha risorse economiche per le attività correnti.

L’emergenza Covid ha colpito profondamente il terzo settore in Toscana. Oltre il 70% degli enti ha dovuto ridurre le proprie attività e il 14,2% addirittura ha chiuso o sospeso qualunque tipo di operazione.

Questo è il quadro che emerge dall’indagine condotta da Sociometrica per conto di Cesvot, dedicata a valutare l’impatto dell’epidemia sugli enti del terzo settore in Toscana.
C’è anche una parte di enti che ha incrementato le attività: le associazioni di volontariato nel campo della sanità.

L’impatto territoriale è molto differenziato: la situazione più critica è quella di Siena, dove a chiudere è stato oltre un quarto degli ets (27,8%); situazione difficile anche a Pistoia e Grosseto. L’impatto è stato irrilevante solo nella provincia di Prato.

Le difficoltà maggiori sono state in campo economico: molte associazioni non hanno modo di finanziare neppure le spese ordinarie. Un colpo particolarmente negativo è stata la cancellazione degli eventi che servono sia per la promozione del volontariato sia per finanziare le singole attività.

L’indagine, accanto alle forti difficoltà economiche, ha messo in evidenza anche la grande capacità di resilienza delle associazioni, che sono totalmente determinate a continuare le attività, nonostante la crisi di oggi. Le associazioni, secondo gli esiti della ricerca, sono pronte a integrare i loro servizi a quelli pubblici per dare ai cittadini toscani servizi sanitari e di assistenza sempre migliori.

Quale futuro vedono di fronte a loro gli ets toscani? Federico Gelli, presidente di Cesvot, è comunque ottimista:  “Sono convinto, come il 37% dei responsabili degli ets, che ci sia spazio per riconsiderare molti aspetti della vita collettiva, dalla riorganizzazione dei servizi socio sanitari e di assistenza, all’utilizzo delle nuove tecnologie. L’esperienza della pandemia reclama più sanità, più servizi, più assistenza, più sociale e non possiamo farlo senza il contributo del terzo settore. La politica non potrà rispondere a questa esigenza senza un’alleanza con gli enti del terzo settore. Consegniamo alla nuova classe dirigente di questa Regione tutti gli strumenti necessari perché ciò avvenga: in ultima la neonata legge regionale sul terzo settore che sancisce e legittima il ruolo  degli ets nei percorsi di co-programmazione e co-progettazione con le amministrazioni pubbliche. Da qui dobbiamo ripartire”.

Anche Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, sottolinea la forza dell’associazionismo toscano: “Con questa indagine abbiamo scoperto che il terzo settore è stato colpito al cuore, perché la sua filosofia è la vicinanza sociale, non la distanza. La resilienza dei volontari è però più forte delle conseguenze dell’epidemia. Questo è l’asset fondamentale per un futuro da protagonista della società civile”.

Gianluca Mengozzi portavoce del Forum Regionale Terzo Settore, esprime preoccupazione: “Il danno che il virus sta producendo alle attività del terzo settore toscano è molto grave e non si è esaurito con la fine del lockdown. Molte attività sono tutt’ora sospese, altre si svolgono ma con le gravi difficoltà indotte dal necessario rispetto delle misure di contenimento; si tratta di una situazione che continua a dissuadere una parte della cittadinanza dalla partecipazione agli eventi collettivi, e che impedisce il lavoro di animazione sociale di volontari e militanti. Intere stagioni di attività culturali, di intrattenimento, di educazione, musicali e sportive sono state annullate, con un grave danno economico per le migliaia di organizzazioni che sostengono la propria azione sociale con l’autofinanziamento.  Non possiamo dare per scontato che quando tutto questo finirà ritroveremo intatta la grande ricchezza di associazioni e cooperative: per questo è impo rtante che le istituzioni si prendano cura dell’insostituibile risorsa costituita dal terzo settore toscano.”

Ascoltiamo un estratto dell’intervista ad Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, realizzata da Chiara Brilli

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