Etruria: processo bancarotta, chieste condanne da 1 a 6 anni

Vanno da 1 a 6 anni le richieste di condanna fatte oggi dai pm di Arezzo Angela Masiello e Julia Maggiore al processo per bancarotta di banca Etruria che vede 24 imputati tra ex consiglieri e dirigenti dell’istituto bancario aretino. Uno degli imputati è nel frattempo deceduto.

Tra le richieste, 6 anni sono stati chiesti per l’imprenditore Alberto Rigotti, 5 anni e 4 mesi per l’ex vicepresidente di Banca Etruria  Giorgio Guerrini, 3 anni e 9 mesi per l’ex presidente Lorenzo Rosi. Nella requisitoria le due pm hanno parlato brevemente consegnando invece memorie scritte in cui evidenziano i comportamenti tenuti da parte degli imputati accusati di aver progressivamente portato alla bancarotta l’ex Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio nel 2015. Il presidente del collegio Gianni Fruganti ha poi dato spazio alle richieste degli avvocati di parte civile. Oltre 2.000 le parti civili ammesse, molti sono correntisti e risparmiatori. Il commissario liquidatore dell’ex Bpel Giuseppe Santoni ha chiesto 12 mln di euro di risarcimento danni

I pm di Arezzo Angela Masiello e Julia Maggiore hanno formulato richieste di condanna per tutti gli imputati del crac di Banca Etruria, scesi a 24 per la morte di un ex consigliere.

Sono tutti ex amministratori, consiglieri e dirigenti e consiglieri dell’istituto in ‘default’ nel 2015. I due sostituti, facenti parte del pool guidato dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi, hanno terminato la loro requisitoria davanti al presidente del collegio del tribunale di Arezzo Gianni Fruganti. Per le parti più tecniche hanno scelto di consegnare memorie scritte. Per il resto ,Angela Masiello e Julia Maggiore hanno ricostruito tutti i capi di imputazione con particolare attenzione ai finanziamenti concessi per i casi più eclatanti di distrazione e che hanno maggiormente pesato sulle richieste finali.

Tra questi, i finanziamenti per il superyacht in costruzione a Civitavecchia, per Sacci, per la San Carlo Borromeo, all’imprenditore Alberto Rigotti. Nella loro requisitoria hanno evidenziato i comportamenti che, a loro giudizio, avrebbero minato le basi finanziarie della banca fino a portarla al fallimento. La richiesta più alta ha riguardato Rigotti, imprenditore ed ex consigliere con 6 anni e 6 mesi; Giorgio Guerrini, ex vicepresidente: cinque anni e 4 mesi; Federico Baiocchi Di Silvestri, dirigente: cinque anni e 4 mesi; Giovanni Inghirami, ex vicepresidente: 4 anni e 9 mesi; Augusto Federici, ex consigliere: quattro anni; Lorenzo Rosi, ultimo presidente: 3 anni e 9 mesi; Mario Badiali, ex sindaco revisore: 3 anni e 4 mesi; Saro Lo Presti, ex sindaco revisore: 3 anni e 4 mesi; Piero Burzi, dirigente Etruria: 3 anni e 3 mesi; Franco Arrigucci, ex sindaco revisore: tre anni e due mesi; Paolo Fumi, ex dirigente: 3 anni; Enrico Fazzini, ex consigliere: 2 anni e 8 mesi; Paolo Cerini, ex sindaco revisore: 2 anni e 4 mesi; Giampaolo Crenca, ex sindaco revisore: 2 anni e 4 mesi; Carlo Platania, ex consigliere: 2 anni e 2 mesi; Massimo Tezzon, ex presidente revisori: 1 anno e 6 mesi; Carlo Polci, ex sindaco revisore: 1 anno e 6 mesi; Alberto Bonaiti, ex consigliere: 1 anno e 6 mesi; Gianfranco Neri, ex sindaco revisore: un anno e 4 mesi; Luigi Bonollo, ex consigliere: 1 anno e 4 mesi; Maurizio Bartolomei Corsi, ex dirigente: 1 anno e 2 mesi. Per Laura Del Tongo, ex consigliere, Andrea Orlandi, ex consigliere e Ugo Borghesi, dirigente, è stato chiesto 1 anno ciascuno.

Bibbiena: professore lo strattona, 13enne in ospedale

Venerdì scorso in una scuola media i Bibbiena, nel Casentino, un professore durante la lezione avrebbe strattonato un alunno provocandogli ferite guaribili in una settimana.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Arezzo Angela Masiello sta attendendo gli atti che saranno trasmessi dall’ospedale alla procura, per valutarne la portata e chiarirne i contorni. Secondo quanto riportato dal Corriere di Arezzo, l’alunno, 13 anni, avrebbe mostrato segni di agitazione in classe e in conseguenza di ciò il professore 57enne lo avrebbe afferrato per il cappuccio della felpa e trascinato per alcuni metri nell’aula.

Al ritorno a casa, il ragazzo avrebbe raccontato l’accaduto ai genitori. Da qui la visita all’ospedale di Bibbiena (Arezzo) dove è stato attivato il protocollo del codice rosa per le fasce deboli. Da lì è scattata la segnalazione alla procura mentre l’istituto scolastico ha aperto una verifica interna per capire cosa sia successo.

Sequestrato impianto autodemolizione

Arezzo, un impianto di autodemolizione è stato sequestrato dai carabinieri forestali su disposizione del gip Piergiorgio Ponticelli.

I militari hanno sequestrato l’attività dopo aver accertato che presso l’impianto, situato nel territorio comunale aretino, erano stati conferiti rifiuti ferrosi, raccolti da autotrasportatori non autorizzati al trasporto degli stessi e in assenza dei formulari di identificazioni del rifiuto.

Le indagini avevano avuto inizio nel settembre scorso a seguito di un normale controllo sul trasporto dei rifiuti operato nell’immediata periferia di Arezzo.

Nell’occasione erano stati fermati 5 autocarri che avevano appena conferito rifiuti ferrosi al demolitore. Nei loro confronti era stato eseguito l’immediato sequestro preventivo con affidamento alla depositeria giudiziaria e la denuncia a piede libero per il reato di gestione illecita di rifiuti.

Le indagini hanno permesso di accertare che nell’impianto erano avvenuti centinaia di conferimenti privi di ogni tracciabilità, per un valore complessivo stimato di poco inferiore al milione di euro all’anno.

Ciò ha indotto il pm Angela Masiello, a svolgere ulteriori accertamenti avvalendosi del gruppo dei forestali, a seguito delle quali ha avanzato al tribunale di Arezzo richiesta di sequestro preventivo dell’impianto con relativa denuncia per il titolare dell’autodemolizione

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