Protesi al seno, Toscana fa partire sistema di tracciabilità

Un sistema di tracciabilità che consenta, in attesa della messa a punto di un Registro nazionale, di associare in maniera univoca paziente e dispositivo protesico impiantato, o rimosso, in qualsiasi struttura pubblica o privata su tutto il territorio regionale. Lo prevede una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute e approvata dalla giunta nel corso dell’ultima seduta, che affronta la questione delle protesi al seno Allergan, ritirate il 19 dicembre scorso in tutti i Paesi dell’Unione Europea, a causa di un possibile legame con l’insorgenza di un tumore raro (linfoma anaplastico a grandi cellule: ACLC).

A pochi giorni dalla sospensione delle protesi al seno della ditta Allergan, la Regione Toscana, dopo aver sospeso immediatamente tutti gli interventi che prevedevano l’utilizzo di quelle protesi, e aver ripreso due giorni dopo le attività chirurgiche con altri dispositivi, prodotti dall’azienda Johnson & Johnson, seconda aggiudicataria dopo la multinazionale Allergan, aveva definito, con un gruppo tecnico costituito appositamente, un piano di intervento che prevedeva una serie di azioni: la cessazione, appunto, dell’utilizzo delle tipologie di protesi Allergan identificate dal Ministero della salute; la sorveglianza attiva all’insorgenza di sintomatologia significativa; l’informazione dei professionisti; la diffusione alle strutture pubbliche e private delle linee di indirizzo per la gestione dell e pazienti che presentano sintomatologia specifica; un numero dedicato (800556060) presso il Centro di ascolto regionale CARe; la comunicazione ai cittadini.

Con questa delibera si confermano tutte le azioni già avviate per la gestione del rischio nelle pazienti potenzialmente coinvolte, al fine di adottare procedure omogenee su tutto il territorio regionale. In più si stabilisce, nelle more dell’implementazione del Registro nazionale (previsto dalla legge 86 del 5 giugno 2012), di avviare tutte le azioni necessarie per introdurre a livello regionale un sistema di tracciabilità che permetta, appunto, l’associazione tra paziente e dispositivo protesico impiantato, per assicurare il monitoraggio clinico del soggetto sottoposto a impianto, per prevenire le complicanze e migliorare la gestione clinico-assistenziale degli eventuali effetti indesiderati ed esiti a distanza. Per le aziende sanitarie, questa tracciabilità dovrà essere realizzata mediante il registro operatorio informatizzato e il suo collegamento con il database di Estar (Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale) che identifica il dispositivo utilizzato.

La delibera individua anche i laboratori di riferimento per le indagini citologiche, immunoistochimiche e istologiche: il laboratorio di Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica) come centro di riferimento per lo screening oncologico e il laboratorio di anatomia patologica della Aou Senese come sede di expertise per la diagnostica dell’apparato emopoietico.

La questione delle protesi mammarie Allergan era stata sollevata nel settembre 2017, quando la Food and Drug Administration aveva censito un totale di 414 segnalazioni di tumori collegati a questo impianto mammario, a fronte di oltre 10 milioni di pazienti a cui sono state impiantate protesi mammarie in tutto il mondo. In Italia sono stati segnalati 41 casi, a fronte di circa 51.000 protesi mammarie impiantate ogni anno. L’esiguo numero di casi riportati in letteratura scientifica non può comunque esimere dal continuare a monitorare e studiare questa patologia emergente, per definire meglio la reale frequenza, cause, aspetti clinici, decorso, prognosi e trattamento.

Protesi Allergan: Marchetti (FI), “Regione attivi registro”

“Circa seimila protesi mammarie Allergan del tipo ‘ruvido’ ritirate dal mercato europeo lo scorso 18 dicembre sono state erogate in Toscana negli ultimi cinque anni. A quante e quali pazienti però non si sa. E intanto il numero verde regionale del Centro di ascolto dedicato ha risposto ad appena 200 donne. Questi i dati con cui la Regione ha risposto alla mia interrogazione sul caso. Ma non basta. Bisogna fare di più e meglio. Per questo, per rendere ogni protesi mammaria che si va ad impiantare riconducibile al singolo paziente, presento una mozione che impegna la giunta toscana ad attivare entro l’anno un apposito registro. E’ urgente colmare questa lacuna”.

Ad annunciare l’iniziativa è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, insoddisfatto della risposta alla sua interrogazione con cui chiedeva alla Regione come stava fronteggiando il caso delle protesi mammarie strutturate (o ruvide) prodotte dalla multinazionale Allergan e ritirate dal mercato europeo. “Tali protesi, d’uso comune per la chirurgia sia estetica che ricostruttiva, sono state ritirate su richiesta dell’Agenzia del farmaco transalpina ma con effetti in tutta Europa poiché – spiega Marchetti – secondo certa letteratura scientifica, il loro impianto presenterebbe un legame con l’insorgenza di una rara e aggressiva patologia oncologica, ovvero il linfoma anaplastico a grandi cellule, linfoma periferico Non-Hodgkin a cellule T.

All’indomani del ritiro dal mercato, saputo da nota regionale che Allergan era proprio il fornitore aggiudicatario di gara in Toscana per quelle protesi, chiesi quante fossero le pazienti da richiamare, con quali pianificazioni e quali esiti”.
La risposta è giunta solo qualche giorno fa: “Da lì ho scoperto che non è dato sapere chi ad oggi sia portatrice di una o più delle seimila protesi di quel tipo erogate in Toscana negli
ultimi cinque anni. E’ inaccettabile”.

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