Non è stato raggiunto il quorum del 50%+1 degli aventi diritto al voto al referendum abrogativo comunale a Empoli (Firenze) relativo alla delibera del Consiglio comunale del 18 ottobre 2022 con cui il Comune aveva aderito al progetto della Multiutility.
Il progetto era quello di far pronunciare i cittadini e dunque di portare fuori Empoli dalla Multiutility, la holding toscana dei servizi pubblici nata nel 2023. I Comitati promotori hanno lavorato per avversare un progetto dove nel pubblico c’è anche la presenza del privato, per generare una gestione del servizio idrico totalmente pubblica, con una società così detta in house, tutta interna dunque ai Comuni ed alla dinamiche della Pubblica amministrazione. Ma non ha funzionato. A Empoli, come tanto spesso è accaduto in Italia in questi ultimi decenni, il referendum ha visto una partecipazione che si è attestata distante, molto distante dal quorum del 50%+1 degli aventi diritto al voto del Referendum abrogativo comunale di domenica. L’affluenza, questo il dato diffuso dal Comune, è stata del 28,48%, pari a 12.290 votanti. Riguardo allo scrutinio, sempre in base ai dati forniti dal Comune, i sì sono stati il 96,61%, pari a 11.875 voti, i no il 3,02% (371), 21 le schede bianche, 25 quelle nulle. Nessuna scheda contestata. Sì è trattato di un referendum di cui – ancora, come tanto spesso è accaduto in Italia in questi ultimi decenni – si è parlato a dir poco pochissimo. E che dunque ha mobilitato solo le persone già avvertite, consapevoli e portatrici di una istanza politica precisa: la gestione del servizio idrico deve essere completamente pubblica. E’ una vicenda che – soprattutto dopo le passate elezioni regionali – è tornata con forza nel dibattito politico. E l’appuntamento referendario empolese voleva essere una miccia capace di far detonare il cambiamento. Così non è stato, e il risultato empolese rischia ora di far arenare il dibattito sulla Multiutility.