Coronavirus: ristoratori Toscana, chiudere tutte le attività

Intervista di Domenico Guarino ai titolari dell’Osteria 3 Panche di Firenze (foto), tra i firmatari dell’appello.

Sono  oltre 700 i ristoratori fiorentini e toscani che chiedono al Governo e alla Regione la chiusura di tutte le attività al fine di tutelare la salute pubblica rispetto all’emergenza Coronavirus.

In un appello i ristoratori chiedono anche misure a sostegno delle imprese come la “cassa integrazione a deroga con zero ore senza anticipo per le aziende, che consenta ai dipendenti di non esaurire le ferie; la sospensione di tutti i contributi, oneri e tributi fiscali; l’eliminazione degli oneri bancari” e il “congelamento per i prossimi sei mesi di tasse, tributi statali, regionali e comunali con pagamenti a partire dal 2021”. “La gente ha poca cognizione del reale pericolo che potrebbe far collassare la sanità in primis e il sistema commerciale – sottolineano i ristoratori nell’appello-. Abbiamo sentito e preso visioni di assalti dei supermercati, panifici ed edicole. Chi può sta chiudendo, e sono già oltre i
100, sia in segno di protesta che per tutelare la salute dei propri dipendenti e dei clienti. Non è giusto che i dipendenti usino le loro ferie per qualcosa che non ha niente a che vedere con le vacanze”. Per i ristoratori, “senza le adeguate tutele molti di noi non sono in grado di chiudere e sono quindi costretti a rimanere aperti, rischiando la loro salute e quella dei loro dipendenti. Chiediamo una stretta forte e determinata nel tempo (due settimane) per poter ripartire quanto prima e poter recuperare velocemente quanto perso in questo periodo”.

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