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🎧 Oltre 29mila vanno a Caritas Toscana, 34% lavoratori poveri

siena

Sono 29.297 le persone fragili incontrate dalla Caritas Toscana nel 2024, +3,9% rispetto all’anno precedente e, soprattutto, il dato più alto dal 2007. Il 51,2% si è rivolto per la prima volta ai centri di ascolto nel periodo post pandemico, oltre la metà degli utenti è costituita da donne (54,9%) e da cittadini stranieri (60,7%) il 34,% è rappresentato da ‘working poor’, lavoratori con reddito insufficiente.

Per quanto riguarda le fasce d’età, quella più rappresentata è tra i 25 e i 54 anni (59,5%), con un basso livello di istruzione (circa il 41%), aumenta la presenza di minori conviventi (nel 34,5% dei casi per un totale di 18.565 under 18). Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto 2025 sulle povertà nelle diocesi toscane, ‘A mani vuote’, presentato oggi a Firenze dalla Caritas.

Il bisogno più diffuso resta quello economico, per il 74,2% degli utenti, quindi problematiche occupazionali (21,8%), sanitarie (9,6%) e abitative (9,1%). Il Rapporto si è anche concentrato su due fenomeni emergenti, pensionati poveri e lavoratori con reddito insufficiente. Nel primo caso si tratta di anziani spesso soli, 54,9%, con il 41% di loro che dichiara di aver rinunciato alle spese mediche. Tra gli ‘working poor’, l’incidenza è maggiore tra le donne, le difficoltà maggiori riguardano gli occupati part time e chi ha contratti informali. Il 36% dei lavoratori intervistati da Caritas non si cura, il 31% per ragioni economiche.

“È una povertà che non sempre si vede, ma che abita le pieghe delle nostre città e dei nostri paesi – afferma monsignor Mario Vaccari, vescovo di Massa Carrara e Pontremoli e delegato della Conferenza episcopale toscana per la carità – Abbiamo persone che fanno un lavoro povero e persone con poca pensione. Questo credo sia molto importante anche perché” quando “si parla di dati dove aumenta l’occupazione, però se è un lavoro povero è un dato che va corretto, perché non dà sufficienti mezzi di sostentamento”.

La distribuzione delle fragilità non è uniforme sul territorio: oltre la metà delle persone incontrate (53,9%, pari a 15.800 individui) si è rivolta a un servizio attivo nella Toscana centrale, soprattutto nelle diocesi di Firenze (31,7%) e Prato (9,7%). Un aspetto evidenziato dal rapporto è la cronicizzazione della povertà. Nel 2024, il 39,7% delle persone seguite era in contatto con i servizi Caritas da almeno sei anni, in leggero aumento rispetto al 2023.

I dati toscani si confermano migliori rispetto a quelli nazionali. Nel 2024, il 15,2% della popolazione toscana era a rischio di povertà o di esclusione sociale, in crescita rispetto al 2023 (13,2%), ma inferiore alla media italiana (23,1%) e Ue27 (21%). “Questi numeri non possono lasciarci indifferenti. Sono un appello a rafforzare strumenti di welfare integrato, universale e personalizzato, capace di leggere la complessità e contrastare le nuove disuguaglianze”, il commento dell’assessore al Welfare della Toscana, Serena Spinelli, che ha espresso preoccupazione soprattutto per la “povertà educativa” per i bambini e per i dati riguardanti le donne.

“La Toscana ha una bella facciata, nel senso che tiene molto meglio di altre regioni – sintetizza Gabriele Tomei di VoisLab, spin off dell’Università di Pisa che ha curato l’elaborazione scientifica del rapporto -Tuttavia dentro questo territorio ci sono delle crepe, dei segmenti particolarmente fragili e fragilizzati”, confermato dall’aumento delle persone che si rivolgono ai centri d’ascolto Caritas, “che hanno bisogno di assistenza non soltanto occasionale”.

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