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Olio, Toscana: attese meno olive ma rese promettenti

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Lo afferma Coldiretti. Parte campagna olivicola. Per olio Toscano Igp attesi 25.000 quintali”

In Toscana si raccoglieranno meno olive: un dato messo in conto dagli olivicoltori. Un’altalena che rientra perfettamente nel ciclo produttivo dell’olivo” e “stabili i prezzi all’ingrosso”, dice Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano Igp col debutto del contrassegno anti-contraffazione della Zecca di Stato. La fascetta stampata dall’Istituto Poligrafico dello Stato porta i livelli di tutele, trasparenza e sicurezza ai massimi standard garantiti dalla più avanzata tecnologia anti-frode.

Insomma: meno olive ma rese promettenti in frantoio. Questa la fotografia di Coldiretti Toscana all’avvio della campagna di raccolta con le prime spremiture sulla costa che “segnano un incoraggiante incremento medio delle rese di olio  di due-tre punti percentuali rispetto allo scorso anno. Un elemento non trascurabile nel contesto di un’annata olivicola scarica un po’ in tutta la Toscana”.

“La Maremma – spiega il presidente del Consorzio – è come consuetudine la prima area della regione a partire con la raccolta e da li arrivano le prime indicazioni. Non avremo le quantità di olive dello scorso anno, e di questo ne eravamo consapevoli, ma tutto sommato saremo in grado di garantire una qualità eccellente grazie proprio alla certificazione e ai requisiti previsti dal disciplinare di produzione”.

Il Consorzio di Tutela azzarda le prime stime: “Avremo una produzione di olio Toscano Igp tra i 22 ed i 25.000 quintali di olio. Un risultato, dal punto di vista quantitativo, inferiore alla media degli ultimi cinque anni e molto lontano dalla precedente annata con 35.000 quintali certificati, quasi un record. Un incremento del 16,7% considerando tutto il settore (dati Irpet)”. La presenza della mosca olearia, incentivata da un’estate con temperature insolitamente miti (la mosca odia il caldo), ha tenuto costantemente in allarme gli olivicoltori.

“Le aziende – spiega ancora Filippi – oggi dispongono degli strumenti di monitoraggio e di contenimento per affrontare con tempestività questo temibile insetto che danneggia le produzioni”. I costanti aumenti dei costi di produzione sono un altro elemento che costituisce una criticità per tutto il comparto.

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