Nove femminicidi nel 2024 con quattro minori rimasti orfani, oltre 5.600 donne che hanno contattato i 25 centri antiviolenza della Toscana, 2.701 accessi al codice rosa nei pronto soccorso, 400 in più rispetto all’anno precedente.
Questi alcuni dei dati che emergono dal 17/o rapporto sulla Violenza di genere in Toscana, presentato oggi nella sede della Regione. “Sono 5.670 le donne che si sono rivolte nel 2024 ai centri antiviolenza e circa 3.500 quelle che hanno iniziato il percorso – dice Agnese Bardelli, ricercatrice dell’Osservatorio sociale regionale Federsanità-Anci Toscana -. I femminicidi in Toscana sono stati nove, portando il numero, dal 2006 ad oggi, a 149 donne che hanno lasciato dietro di sé 51 orfani speciali“. Per quanto riguarda gli accessi al codice rosa, la stragrande maggioranza sono donne, ma aumentano sia gli uomini che i minori, quest’ultimi rappresentano il 17% del totale. Sul versante dei centri antiviolenza, le donne che hanno contattato le strutture presenti in Toscana sono state 1.130 in più rispetto al 2023, un incremento in tutte le province, tranne che a Livorno. Il 32% delle donne è di nazionalità straniera, il 66% ha figli, 3.252 i minori seguiti a vario titolo dai centri. 134, invece, quelle ospitate nei 28 centri rifugio, con 107 figli; 1.082 sono state prese in carico dai servizi sociali per casistiche legate alla violenza di genere. In crescita pure gli uomini che stanno effettuando un percorso nei i centri antiviolenza loro riservati, 1.155 quasi il doppio sul 2023, il 71% italiani. “I dati sono molto preoccupanti, però per la Toscana possiamo dire che la rete antiviolenza c’è” ed “è apprezzata”, afferma Francesca Basanieri, presidente della Commissione pari opportunità regionale. “E un fenomeno che si evolve”, sottolinea, con sempre più casi “tra giovani, giovanissimi e anche sulla terza età, addirittura sulla quarta età”. Per i primi, spiega sempre Basanieri, “dobbiamo lavorare sull’educazione affettiva”, “sui consultori per i giovani” e “sull’educazione a esperienze sessuali, con buona pace dei ministri della nostra Repubblica”. Per gli anziani “non c’è dubbio che la solitudine e la perdita di relazioni fa sì che accadano questi fenomeni”.