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Gaza, Firenze e la Toscana prendono posizione. Anche per chiedere uno Stato per i palestinesi

La Sindaca di Firenze Sara Funaro ha annunciato che la scritta “Basta!” sarà ospitata sulla facciata di Palazzo Vecchio e del Museo del Novecento. Per dire basta morti a Gaza. Così come la Regione Toscana va verso l’interruzione dei rapporti con Israele. E prepara una legge per chiedere il riconoscimento della Palestina.

La voce che chiede al Governo italiano di prendere una posizione chiara su quanto sta accadendo a Gaza si ingrossa sempre di più. Dopo il monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  – “disumano ridurre alla fame un’intera popolazione”, aveva detto pochi giorni fa e poi “i palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi” – è il momento delle istituzioni locali. La Sindaca di Firenze Sara Funaro ha annunciato di voler far proiettare sulla facciata di Palazzo Vecchio e – di concerto con il suo direttore Sergio Risaliti – su quella del Museo del Novecento, la scritta “Basta!”, proprio per chiedere la fine del genocidio palestinese. Il Presidente Eugenio Giani mette la Regione sugli stessi binari dell’Emilia Romagna e della Puglia, lavorando per interrompere ogni forma di rapporto con lo stato di Israele. E annuncia la scrittura di una legge regionale da portare in Parlamento per chiedere il riconoscimento di uno Stato per il palestinesi. Un’iniziativa inedita che richiede però la partecipazione di altre quattro regioni. Obiettivo raggiungibile in tempi brevi. Probabilmente anche dopo la manifestazione di sabato a Roma. Giani ha detto che ci sarà. Nella speranza che non diventi un’occasione per i partiti di opposizione per contarsi, verificare campi larghi, operare gli immancabili distinguo. Tutti però sembrano uniti e accomunati dalla pressante richiesta al Governo nazionale, presieduto da Giorgia Meloni, di prendere e di esprimere con forza una posizione non solo su Gaza ma sull’intera questione palestinese. Nel giorno in cui nella Striscia si contano ancora morti a decine, questa volta tra chi provava ad avvicinarsi ai primi aiuti umanitari arrivati dopo mesi di blocco.

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