Abusi su allieva minorenne, condannato allenatore

Sei anni e due mesi di reclusione: è la condanna inflitta ieri dal gup di Pistoia a un allenatore 66enne per violenza sessuale pluriaggravata su una 12enne che giocava in una squadra da lui allenata nel Pistoiese.

L’uomo è stato condannato anche a una previsionale di 80 mila euro di risarcimento per la giovane vittima e al pagamento di 15 mila euro ciascuno ai genitori della ragazza, che si sono costituiti parte civile, oltre alle spese processuali. Per il 66enne anche l’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole, e da ogni istituzione o strutture, sia pubbliche che private, frequentate prevalentemente da minori.

A scoprire la vicenda era stata la madre della giovane vittima, allerta dal rapporto particolarmente conflittuale con la figlia, che aveva deciso di affidarsi a una psicoterapeuta per capire cosa stesse accadendo, raccontandole che la ragazzina aveva una corrispondenza molto fitta di messaggi con il suo allenatore. La specialista aveva messo in guardia la donna su quello scambio di messaggini, dalla cui analisi sono emerse le responsabilità dell’uomo.

Altopascio (Lu): furto nella notte in ristorante, 3 arrestati

Nella notte si sono introdotti in un ristorante della zona Altopascio (Lucca), e si sono appropriati di generi alimentari e di altro materiale da cucina e per la ristorazione.

Tre uomini di  43, 36 e 31 anni già conosciuti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati per questo dai carabinieri di Lucca per furto. Uno di loro era già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I militari sono intervenuti su richiesta di un istituto di vigilanza privata che aveva segnalato il furto in atto ma al loro arrivo gli autori si erano già dileguati. I carabinieri hanno quindi avviato le ricerche intercettando un’auto sospetta con a bordo i tre. Perquisendo il mezzo sono stati ritrovate alcune confezioni di bicchieri in vetro, parte delle refurtiva.

Il coinvolgimento dei tre è stato inoltre confermato dalle immagini del sistema di video sorveglianza del ristorante. Questa mattina, contestualmente all’udienza di convalida, si tiene il processo con rito direttissimo presso il Tribunale di Lucca.

Pedofilia: quattro arresti e 18 indagati, perquisizioni anche in Toscana

Quattro persone trovate in possesso di ingenti quantitativi di materiale pedopornografico sono state arrestate, mentre altre 18 persone sono state indagate a piede libero in un’operazione condotta dagli agenti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano.

Nell’ambito dell’operazione, eseguita al termine di indagini durate alcuni mesi, gli agenti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia hanno eseguito perquisizioni in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Marche. Ingente il materiale a sfondo pedopornografico trovato nella disponibilità degli indagati.

Toscana: Rossi e Nardella lanciano appello a mobilitarsi contro il razzismo

Il presidente della Regione e il sindaco di Firenze: “non possiamo star fermi. E’ giunta l’ora che si facciano sentire le voci di tutte le persone oneste e libere, come singoli e in ogni formazione sociale: scendiamo in strada, animiamo le piazze e i luoghi di lavoro, le sedi dei partiti, dei sindacati, dell’associazionismo laico e cattolico, dando vita a un’insorgenza democratica. Per risvegliare le coscienze dormienti e per ricordare che nessuno è al riparo”.

ECCO IL TESTO DELL’APPELLO CONTRO IL RAZZISMO

“Il nuovo governo si è subito contraddistinto per la sua propaganda basata sulla discriminazione razziale ed etnica. Certamente il numero uno di questa propaganda è il Ministro dell’Interno, nel silenzio sconvolgente e accondiscendente dei suoi alleati.

Questa propaganda manipola e distorce il linguaggio con metodo scientifico. Usa le ansie, le paure, le fragilità dei cittadini, spingendoli verso l’odio e il disprezzo degli altri. I poveri diventano cattivi, pericolosi e, soprattutto, stranieri, con parole d’ordine solo apparentemente nuove ma connesse alle pagine più nere della storia italiana.

La senatrice a vita Liliana Segre, in occasione del dibattito sulla fiducia al nuovo governo, ha pronunciato le seguenti parole: ‘Mi rifiuto di pensare che la nostra civiltà democratica sia sporcata da leggi speciali, se accadrà mi opporrò con tutte le forze’. Parole scolpite. E quel ‘se accadrà’ si sta avverando. Il nostro monito non è un’esagerazione. Le leggi razziali non arrivano per caso, ma fermentano lentamente, attraverso l’individuazione di presunti nemici del popolo eletti a capro espiatorio e attraverso l’istigazione all’odio. Gli immigrati di oggi come gli ebrei, gli omosessuali, i Rom e i Sinti negli anni ’30.

La Toscana ha vissuto su di sé le persecuzioni etniche e razziali pagando un prezzo insopportabile di vite umane, sopportando il dolore di una ferita che tutti erroneamente pensavamo rimarginata dalla storia e dalla democrazia.
Anche per questo in Toscana, negli ultimi quindici anni, con il Treno della Memoria nei lager nazisti, abbiamo diffuso e alimentato la consapevolezza di quello che è stato lo sterminio delle minoranze tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento.

Ma libertà e democrazia non sono mai scontate: si conquistano e si difendono giorno dopo giorno.
Non possiamo star fermi.
E’ giunta l’ora che si facciano sentire le voci di tutte le persone oneste e libere, come singoli e in ogni formazione sociale: scendiamo in strada, animiamo le piazze e i luoghi di lavoro, le sedi dei partiti, dei sindacati, dell’associazionismo laico e cattolico, dando vita a un’insorgenza democratica. Per risvegliare le coscienze dormienti e per ricordare che nessuno è al riparo.
Ebrei, omosessuali, profughi, immigrati, rom sono i volti di una comune umanità. Quell’unica umanità che non si può comprimere in nessuna razza. Razza è la parola infetta che avvelena ancora una volta il nostro paese.

Ottant’anni fa, tra il 22 agosto (data della pubblicazione del Manifesto della Razza) e il 5 settembre 1938 (giorno della firma del R.D. 1390, intitolato “Provvedimenti per la difesa della razza”), l’Italia perse del tutto la sua innocenza, mai più riacquistata.
Anche in quel caso niente avvenne all’improvviso. Tra il ’35 e il ’38, l’apparato razzista fu sperimentato in anteprima nelle colonie dell’Africa orientale e con il censimento degli ebrei. In quella circostanza, con la complicità di scienziati e intellettuali, il fascismo calpestò l’umanità.

Oggi questo nuovo razzismo proviene dal basso e dall’alto e propaga il suo messaggio in forma anonima e pervasiva sui social network, in un crescendo indegno e in una generale acquiescenza.

Vogliamo e possiamo offrire alle nostre comunità un’alternativa democratica, libera e credibile di società, basata su un modello di comunità che coniuga legalità e umanità, che lotta contro l’odio e la paura puntando sulla coesione e l’inclusione. Ricostruiamo una società che attualizza i valori della nostra Costituzione, nel rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno; una società dove la centralità dell’educazione sostituisce la cultura della repressione; una società nella quale, Istituzioni, famiglie e scuola collaborano per rifondare valori civici, invece di abbandonare gli individui a una guerra fratricida per la sopravvivenza.

Ora è giunto il momento di mobilitarsi per difendere la nostra democrazia da una minaccia che ci è familiare e che dobbiamo essere in grado di riconoscere da lontano.

Per questo lanciamo un appello al Presidente della Repubblica e al mondo dell’informazione perché le parole degli esponenti di questo governo siano valutate negli effetti lesivi dei principi costituzionali e chiamiamo i rappresentanti delle istituzioni democratiche, i partiti e le forze sociali a sottoscrivere questo testo e a impegnarsi per organizzare nella prossima settimana una manifestazione pubblica, dandoci appuntamento a Firenze”.

Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana
Dario Nardella, sindaco di Firenze

Per sottoscrivere l’appello inviare una mail all’indirizzo: insiemecontroilrazzismo@gmail.com

Banca Etruria: slitta a settembre sentenza per ex dg 

La sentenza del gup di Arezzo Giampiero Borraccia sulla bancarotta di banca Etruria slitta a settembre: non ci sono più i tempi per il verdetto entro luglio.

E’ il senso dell’udienza nella quale l’ex direttore generale Luca Bronchi, uno dei quattro imputati che ha optato per il rito abbreviato, ha affrontato il penultimo tema della sua difesa quello della liquidazione da 1,2 milioni (700 mila euro netti) che banca Etruria gli concesse dopo la rottura del rapporto con l’ultimo presidente Lorenzo Rosi e il Cda.
Per l’accusa è bancarotta per distrazione, perchè quei soldi non dovevano essere pagati. Anzi è la madre di tutte le bancarotte perchè fu la prima a essere contestata nel marzo 2016, agli albori dell’inchiesta, con l’iscrizione nel registro degli indagati di tutto il consiglio d’amministrazione dell’epoca (tranne Giovanni Grazzini astenuto), di Rosi e dello stesso Bronchi.
Il gup Anna Maria Lo Prete corresse poi parzialmente il tiro, una parte della liquidazione (300 mila euro) era legittima a norma di contratto di lavoro, ma tutto il resto era una distrazione da bancarotta per la quale dispose il sequestro dei 400 mila euro residui.
La responsabilità, però, non era del Cda ma solo di Rosi e Bronchi, i due appunto ora a processo per quel capitolo di imputazione. La prossima volta, prima del controinterrogatorio dei pm, Bronchi affronterà l’ultimo capo di imputazione a lui contestato, quello relativo ai finanziamenti a Intermedia, società del finanziere Giovanni Consorte.

Minaccia di morte condomini con machete, arrestata a Piombino

Protagonista una 47enne di Piombino, che poi prima di finire in cella è riuscita a colpire, lanciandogli un cellulare, un ispettore capo della polizia penitenziaria.

Aveva ferito con un’arma da taglio, per futili motivi, una donna alla quale aveva causato lesioni giudicate guaribili in oltre 40 giorni. Per questo da due settimane era agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Piombino (Livorno).
La notte scorsa i carabinieri sono stati costretti ad arrestarla nuovamente dopo che, armata di un machete, ha danneggiato un altro appartamento del condominio minacciando di morte gli occupanti e le persone che cercavano di intervenire.
I carabinieri intervenuti su richiesta dei condomini, sono riusciti a immobilizzarla e a disarmarla e poi l’hanno arrestata oltre che per i reati di minaccia grave, danneggiamento aggravato e porto abusivo di arma da taglio, anche per evasione. Reato questo che già nei giorni scorsi la 47enne aveva commesso e per questo era già stata segnalata all’Autorità Giudiziaria.
Il gip di Livorno Saquegna stamani ha convalidato l’arresto dei carabinieri e su proposta del pm Rizzo ha disposto la custodia cautelare in carcere della donna che dovrà rispondere anche di lesioni nei confronti dell’ispettore capo della penitenziaria.
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