Coronavirus: in Toscana sono 304 i bambini in auto-isolamento

Ad oggi sono 304 i bambini e gli studenti rientrati dalla Cina e residenti nell’area dell’Azienda Usl Toscana Centro (Firenze, Prato, Empoli e Pistoia) le cui famiglie hanno scelto di farli restare a casa in isolamento volontario per due settimane dopo il loro rientro in Italia da un viaggio in una delle area a rischio infezione da Covid-19 (Nuovo Coronavirus).

A renderlo noto è la stessa Usl facendo un bilancio aggiornato a questo momento sull’emergenza coronavirus relativo al territorio di competenza. Nello specifico, riferisce la Usl Toscana Centro, sono in auto-isolamento 64 bambini abitanti nell’area di Firenze, 230 nell’area di Prato, due nell’area di Pistoia, otto nell’area di Empoli (Firenze).

I numeri sono stati segnalati dalle direzioni scolastiche al Dipartimento di Prevenzione dell’azienda, come previsto dalla circolare ministeriale e dalla conseguente nota regionale diffuse nei giorni scorsi. Il Dipartimento di Prevenzione per il Coronavirus ha attivato “un monitoraggio costante dello stato di salute dei bambini, in collaborazione con le famiglie e con il supporto della mediazione linguistica, finalizzato ad intervenire tempestivamente con i protocolli di emergenza, qualora fosse necessario in presenza di una sintomatologia respiratoria acuta (febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie)”.

Laddove venissero rilevati questi sintomi, l’Azienda Usl Tc “procederà all’immediata attivazione dei percorsi sanitari già programmati per la necessaria assistenza terapeutica e le verifiche diagnostiche”.

 

Coronavirus: Saccardi, “trascorsi giorni di incubazione senza casi”

I coniugi di Taiwan risultati positivi al coronavirus dopo un viaggio in Italia “sono andati via dalla Toscana il 29 gennaio, e quindi ormai direi che sono già quasi passati interamente i giorni del periodo di incubazione della malattia: se ad oggi non abbiamo registrato nessun caso di malattia accertata, diciamo che sostanzialmente è presumibile che non ci siano stati contatti infettivi”. Lo ha affermato Stefania Saccardi, assessore regionale alla salute, a margine della firma di un accordo coi sindacati.

“Peraltro – ha aggiunto Saccardi – le notizie che abbiamo avuto riguardano il fatto che questi signori sono stati in Toscana, anche nell’albergo, sembra che abbiano girato con mascherine, per cui ci sentiamo abbastanza tranquilli al momento. Naturalmente non si può ancora dire niente, però i giorni stanno passando, e quindi ci sentiamo di rassicurare sul possibile contagio che queste persone possono avere avuto o fatto in Toscana”.

Stefania Saccardi ha poi spiegato che i controlli operati negli aeroporti toscani dai volontari delle Misericordie continuano, “anzi li stiamo ampliando un po’ in tutti i luoghi dove ci possono essere arrivi, e quindi proviamo a tenere monitorata la situazione. Ripeto, non c’è nessun allarme, nessuna particolare preoccupazione, però come istituzioni noi abbiamo il dovere di tenere alta l’attenzione per scongiurare qualsiasi rischio per i nostri cittadini”.

In merito alla circolare per le scuole dedicata a bambini e ragazzi arrivati dalla Cina, a cui viene data la possibilità di stare a casa: “Abbiamo dato indicazioni alle scuole di mandare una mail alle autorità sanitarie, affinché anche coloro che decidono di restare a casa per un periodo di quarantena giustificato dalla scuola possano però essere monitorati dalle nostre autorità sanitarie, e questo non solo per la salute degli altri, ma anche per la salute di loro stessi, perché chiaramente la malattia quando viene affrontata precocemente ha maggiori possibilità di successo, di risolversi”.

“Non esagererei in allarme” sul Coronavirus: lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Toscana. “E’ giusto prendere tutte le prevenzioni – ha aggiunto – è giusto adottare tutte le misure necessarie per garantire il massimo della sicurezza, ma noi teniamo presente che per ora nel nostro Paese non è morto nessuno, mentre invece mi sfugge il calcolo preciso di quanti morti produce ogni anno la normale influenza, e per la normale influenza bisognerebbe invece estendere la vaccinazione”.

Inoltre, ha sottolineato Rossi, “noi ci siamo dotati già ai tempi della Sars dei respiratori, perché poi la morte non è automatica se si prende questa influenza del coronavirus, dipende da come si viene curati. Noi abbiamo una dotazione di circa 250 respiratori moderni che, nell’eventualità ci fosse davvero un picco influenzale che mette insieme le due influenze, sono in grado di dare un servizio di qualità e fare cure di elevata qualità a molti, non certo a pochi”.

Le dichiarazioni dell’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/02/200210_04_SACCARDI-SU-CORONAVIRUS.mp3?_=1

Coronavirus: coppia Taiwan in Toscana dal 26 al 29 Gennaio

E’ stata in Toscana per 4 giorni, dal 26 al 29 gennaio, insieme ai due figli, la coppia di Taiwan risultata positiva al coronavirus al suo rientro in patria dopo una vacanza in Italia e ricoverata il 4 febbraio. Lo rende noto la Regione Toscana confermando che la famiglia di Taiwan è stata a Firenze, a Siena e a Pisa.

La Regione “appena allertata dal ministero – si legge in una nota – ha attivato la Asl che, a sua volta, ha inviato gli operatori” nella struttura ricettiva dove ha soggiornato nel centro di Firenze dal 26 al 29 gennaio, “per i controlli del caso al personale della reception entrato in
contatto con i turisti. A circa 10 giorni di distanza dalla partenza i controlli hanno dato esito negativo”.
“La Regione assicura il continuo raccordo con le autorità sanitarie nazionali” e le Asl. “In caso di febbre alta, considerato il periodo dell’anno caratterizzato da un normale
picco di casi influenzali” il consiglio è “di restare in contatto con i medici di base” e “non intasare i Pronto soccorso”.

Uno dei due figli della coppia che ha viaggiato in Italia dal 22 gennaio al primo febbraio è il 18mo caso di coronavirus registrato a Taiwan: lo ha detto oggi l’agenzia sanitaria taiwanese che segue l’epidemia, citata dalla Xinhua, precisando che si tratta anche del primo caso “che non presenta sintomi”.

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