Anche in Toscana, domani 18 ottobre e domenica 19, Medici senza frontiere (Msf) sarà in piazza per la 2/a edizione di Biscotti senza frontiere, l’iniziativa a sostegno del Fondo Emergenze di Msf che garantisce, si spiega, “un intervento medico umanitario rapido e indipendente in contesti di emergenza, conflitto e calamità naturali”.
Con una donazione minima di 15 euro si riceve una scatola di biscotti, disponibili in 3 gusti (classico, cioccolato, frutti di bosco), realizzati con il supporto di Grancereale. La scatola è in edizione limitata: ritrae l’arrivo di aiuti umanitari via aerea e via terra in un campo tendato, lì dove andranno i fondi raccolti attraverso l’iniziativa. Nel capoluogo toscano i volontari di ‘Biscotti senza frontiere‘ saranno in piazza Santa Maria Novella sabato, in via degli Avelli (tra i civici 19 e il 20) domenica, e ancora in piazza Santa Croce, piazza Cesare Beccaria e via Pellicceria. Ad Arezzo invece l’iniziativa si terrà in via Roma, a Grosseto in piazza Dante, a Livorno in piazza Cavour, a Lucca in piazza San Michele, a Pisa in piazza Garibaldi, a Pistoia in piazza Cavour e piazza Gavinana a Pistoia, a Prato in piazza Mercatale. “Dopo il successo dell’anno scorso, abbiamo scelto di raddoppiare la nostra presenza in tutta Italia. Anche attraverso un gesto semplice come la donazione per una scatola di biscotti, si può dare un aiuto fondamentale che ci permette di garantire cure mediche dove c’è più bisogno, in oltre 70 paesi al mondo” dichiara Laura Perrotta, direttrice raccolta fondi di Msf. Oltre il 65% dei progetti di Msf, si ricorda, sono in zone di conflitto o in contesti instabili, dove milioni di persone sono colpite da guerre, epidemie, o sono escluse dall’assistenza sanitaria (dati 2024). “Sono una pediatra e dal 2008 lavoro con Medici senza frontiere in contesti di emergenza da Haiti al Niger, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana e Sud Sudan – racconta Ilaria Moneta, originaria di Pisa, pediatra di Msf -. Sono rientrata da poco dall’Afghanistan, dove Msf ha avviato da qualche anno un nuovo progetto per le cure neonatali nell’ospedale regionale di Mazar-i-Sharif dove gestiamo un pronto soccorso pediatrico e un reparto di terapia intensiva con l’obiettivo di colmare le gravi lacune dell’assistenza pediatrica e neonatale. In questa ultima mia esperienza in Afghanistan, un Paese dove avevo lavorato diverse volte in passato, prima dell’avvento dell’attuale governo talebano, mi hanno colpito tante storie di madri. In particolare non posso dimenticare una giovanissima mamma di 17 anni, Nourieh, che aveva partorito una bambina prematura, con un peso di va 1,2 kg. La piccola è rimasta tanto tempo, oltre un mese, in una delle nostre terapie intensive neonatali, in una incubatrice ed ogni mattina, quando passavo per il turno, trovavo la madre sempre là, seduta su una sedia di plastica, a volte con la piccolina in braccio. Non andava mai a dormire nel grande stanzone dove potevano riposare le mamme, per terra su dei tappeti, sedeva sempre là, su quella sedia, con incommensurabile pazienza, senza mai lamentarsi, senza nulla chiedere, aspettando. Le davo qualche semplice consiglio in Dari e lei mi sorrideva e seguiva sempre i miei consigli. Mi è rimasta dentro la forza di questa donna e in generale delle donne afghane”.