Toscana: 117.000 in povertà, va peggio per le famiglie numerose

Dal punto di vista territoriale la povertà assoluta continua ad essere maggiore nelle grandi aree urbane, sulla costa e agli estremi nord e sud della Toscana. Il 10% dei beneficiari del reddito di cittadinanza riesce a uscire dalla condizione di povertà.

In Toscana la povertà assoluta colpisce soprattutto le famiglie numerose o quelle composte da giovani e stranieri: in totale nel 2017, ultimi dati di uno studio, la povertà interessava 117.000 persone (il 3,1% sul totale degli abitanti) e 63.000 famiglie (3,9% del totale), dati quasi raddoppiati rispetto al 2008 quando erano considerate povere 66.000 persone e 32.000 famiglie. Il quadro emerge dal terzo rapporto sulle povertà in Toscana realizzato dall’Osservatorio sociale regionale.

Dal punto di vista territoriale la povertà assoluta continua ad essere maggiore nelle grandi aree urbane, sulla costa e agli estremi nord e sud della Toscana.

Per l’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi, il rapporto “consente di conoscere i reali bisogni delle persone, per meglio programmare gli interventi di contrasto ai processi di impoverimento e di esclusione sociale, per contrastare la povertà, ma anche per individuare i fattori di rischio sul territorio per prevenirla. L’obiettivo è prendersi cura dei soggetti fragili, con un’attenzione particolare alle generazioni future”.

In Toscana il 10% dei beneficiari del reddito di cittadinanza riesce a uscire dalla condizione di povertà: il dato emerge dal terzo rapporto sulle povertà realizzato dall’Osservatorio sociale della Regione. A fronte di questo dato è stato anche evidenziato che, in precedenza, sempre in Toscana, il 6% dei beneficiari del reddito di inclusione riusciva ad affrancarsi da situazioni di povertà.

Dal rapporto emerge inoltre che con il reddito di cittadinanza, rispetto al reddito di inclusione, si aumentano la platea e le risorse, ma non cresce la capacità di copertura.
La Regione ha spiegato che in Toscana sono 116mila gli individui potenzialmente beneficiari del reddito di cittadinanza, ma le domande presentate sono state meno, circa 65.000, e di queste ne sono state accolte circa 37.000 che coinvolgono 82.000 persone.
“Credo che il nostro welfare non si possa limitare a fare l’elemosina – ha detto l’assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi – dando una somma in mano alle persone senza fare un lavoro di presa in carico, aiuto, sostegno.

Abbiamo visto dal rapporto che il reddito di cittadinanza non è in grado di cambiare la posizione delle persone, perché l’assistenzialismo non è in grado di risolvere il problema ma si limita a mettere una toppa”.

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