Prato, abusi sui minori: sono 12 i preti indagati

Secondo quanto riporta ANSA ci sarebbero  almeno altri tre sacerdoti indagati per violenza su minori nell’inchiesta di Prato  sui presunti abusi sessuali a minori nell’ambito dell’ex associazione ‘Discepoli dell’Annunciazione’, sciolta dal Vaticano nel dicembre 2019.

I tre nuovi indagati  si aggiungono così ai primi nove ( cinque sacerdoti, due frati
e due ex religiosi, già coinvolti nella vicenda, dove già comparivano altri sacerdoti, fra cui il fondatore del gruppo, don Giglio Gilioli. Il totale sale quindi a 12. La procura di Prato ha individuato i nuovi coinvolti nell’inchiesta in seguito ai primi interrogatori iniziati venerdì.

A quanto risulta a contribuire  ad allargare il campo dell’indagine sarebbero state anche le  letture di diari sequestrati nella prima fase, e  i nuovi elementi acquisiti negli interrogatori tenuti dai sostituti procuratori Laura Canovai e Valentina Cosci: gli scritti ritrovati, hanno convinto i magistrati a iscrivere nel registro degli indagati almeno altri tre persone che avrebbero gravitato  nell’ambito dell’associazione nel periodo degli abusi, circa dieci anni fa. i tre sarebbero già stati  identificati: si tratterebbe di collaboratori di don Giglio Gilioli.

Secondo quanto emerge, proprio i diari sequestrati riporterebbero circostanze specifiche utili a riscontrare i racconti dei due giovani fratelli che hanno denunciato le violenze sessuali subite. Dato scatenante dell’inchiesta era stata una segnalazione dei servizi sociali alla procura. Una relazione riportava il racconto di una donna riguardo allo sfogo
di uno dei figli il quale aveva rivelato che tra 2008 e 2102, quando non aveva ancora 14 anni, sarebbe stato vittima di abusi all’interno dell’associazione religiosa di don Gilioli.

Lo stesso giovane avrebbe confermato la circostanza, una volta  sentito dai magistrati della procura di Prato. E così anche il fratello, a sua volta vittima di abusi. Intanto, la squadra d’investigatori della squadra mobile che lavora al fascicolo d’indagine ha chiesto ai mass media di “utilizzare la massima cautela e riservatezza nel rispetto delle parti coinvolte”, ma ha anche invitato chi conosce alcuni fatti dell’epoca o li ricordi “a non esitare a riferirli” all’autorità giudiziaria. Si cercano, dunque, altre eventuali vittime delle presunte violenze di gruppo. Prima dell’inchiesta giudiziaria, a settembre 2019 era partita un’inchiesta del Vaticano contro don Gilioli sulla base del diritto canonico.

L’associazione Discepoli dell’Annunciazione fu fondata dieci anni fa da don Gilioli per dedicarsi alla spiritualità mariana e, aveva spiegato la stessa diocesi, “aveva raccolto diversi giovani intenzionati a diventare sacerdoti”.

Riconosciuta, per diritto canonico, come ‘associazione pubblica di fedeli’ nel 2010, già nel 2013 la curia pratese dispose una verifica a cui seguì un’altra nel 2018 voluta dalla Santa Sede. Nel dicembre 2019 il Vaticano ha decretato la soppressione per “gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti”.

Falsi: migliaia di pezzi ”perfetti” sequestrati, due denunce

Migliaia di accessori, fibbie, tracolle, nonché pelli, fodere e quant’altro propedeutico al confezionamento di articoli delle più importanti griffe in commercio, soprattutto borse, è stato sequestrato e due italiani residenti a Prato sono stati denunciati.

L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Prato a seguito di indagini coordinate dai pm Laura Canovai e Valentina Cosci. Recuperati anche centinaia di stampi e matrici usate dai due pratesi per la riproduzione di tutte le componenti metalliche occorrenti all’assemblaggio dei prodotti finiti, nonché di false etichette, codici e certificati di autenticità su scheda magnetica. Il materiale sequestrato era nascosto in un’abitazione di uno dei due indagati, peraltro titolare di un’azienda attiva proprio nel settore della lavorazione di minuterie metalliche.

Ritrovati tra i falsi anche prodotti originali che venivano utilizzati quali modelli da copiare. Prada, Gucci, Ferragamo, Céline, Christian Dior, Saint Laurent, Chanel, Louis Vuitton e Fendi le griffe riprodotte. Non si tratta di falsi grossolani, fanno sapere i militari in una nota, come hanno rilevato, fortemente impressionati, i periti delle aziende chiamati a valutarli, ma di prodotti praticamente identici agli originali, capaci di ingannare anche i più esperti conoscitori e appassionati. Le indagini dei carabinieri puntano il dito anche verso la vendita mediante le piattaforme del commercio online, ove gli ignari compratori verrebbero ingannati anche dall’esibizione delle false etichettature e certificati contraffatti.

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