Caretta caretta nidifica di fronte a dove affondò Concordia

Una tartaruga Caretta caretta la scorsa notte ha depositato le sue uova nella spiaggetta dello Scalettino, a Giglio porto (Grosseto), di fronte a dove affondò la Costa Concordia.

Sul posto, precisa una nota, sono subito intervenuti la capitaneria di porto e il vicepresidente del Parco Nazionale Stefano Feri per mettere in sicurezza il nido. “E’ una magnifica notizia e un segno di rinascita per il Giglio e l’intero Arcipelago Toscano – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – la tartaruga ha depositato in una minuscola spiaggia portuale a poche centinaia di metri dal luogo dove affondò la Costa Concordia. Dopo la foca monaca di Capraia e le balene di Sant’Andrea all’Isola d’Elba l’Arcipelago Toscano si conferma uno degli hotspot della biodiversità più rara e delicata del Mediterraneo ed è sempre più urgente proteggerla davvero con l’istituzione di una vera e propria Area marina protetta”.

“Ancora una volta mamma tartaruga ha nidificato dove meno ce lo aspettavamo – ha detto Isa Tonso, responsabile del gruppo tartarughe marine di Legambiente Arcipelago Toscano -. La spiaggia è molto piccola, fortunatamente protetta dal porto e sappiamo che come sempre la capitaneria, con l’aiuto dei gigliesi, farà un magnifico lavoro. Ora aspettiamo che le tartarughe marine nidifichino nuovamente anche all’Elba, dove nelle ultime settimane le nostre volontarie e i nostri volontari che pattugliano le spiagge all’alba hanno scoperto tre tentativi di nidificazione in tre spiagge diverse a sud dell’Isola e dove continuano gli avvistamenti di esemplari di Caretta caretta vicino alla costa. Purtroppo il disturbo antropico – luci, rumori, presenza umana chiassosa sulle spiagge – non aiuta le tartarughe marine e i nostri inviti ai Comuni a ridurre i passaggi sulle spiagge proprio durante l’orario che le tartarughe marine scelgono per nidificare restano troppo spesso inascoltati. Ma la tartaruga del Giglio ci manda a dire che loro non mollano e che un posto per nidificare in pace lo trovano sempre”.

Spiagge: come andremo al mare nell’estate del covid?

Intervista con UMBERTO MAZZANTINI di Legambiente. “Giù le mani dalle spiagge libere. Per la stagione balneare nessun cedimento alle loro privatizzazioni, sono beni comuni”

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Ecoballa ritrovata all’Isola d’Elba

La Capitaneria di Porto di Portoferraio ha ritrovato un’ecoballa a mezzo miglio marino al largo di Capo Calvo, nell’Isola d’Elba. Probabilmente si tratta di una di quelle che nel 2015 erano cadute al largo dell’isola di Cerboli dalla motonave Ivy. Informato il commissario straordinario Aurelio Caligiore incaricato di gestire l’emergenza delle 56 ecoballe finite nel canale dal 2015.

Secondo Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana: “Il ritrovamento di un’ecoballa persa in mare dalla Ivy, che batteva battiera fantasma delle isole Cook, in un’area così delicata dal punto di vista ambientale è un fatto molto preoccupante. Potrebbe spiegare l’incremento dei rifiuti trovati e censiti, contestato quest’anno, in quella costa da Vele Spiegate, iniziativa di volontariato velico di Legambiente e Diversamente Marinai”.

Mazzantini ha osservato infatti come da due anni a questa parte si siano ritrovati molti rifiuti proprio in queste spiagge, specie al Pisciatoio ma anche in quei tratti che non sono raggiungibili. Non si tratta della prima ritrovata. Infatti, alcune sono state rinvenute sulla Costa est di Piombino nell’estate del 2018, mentre altre due rispettivamente a Baratti e nel Canale di Piombino. L’area interessata dal ritrovamente si trova tra Capoliveri e Porto Azzurro, all’interno del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e vicino al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Il responsabile mare di Legambiente Toscana ha inoltre sottolineato come si sia sottovalutato per anni il disastro ambientale derivante da questa emergenza soprattutto dall’impatto delle microplastiche sui fondali sulla catena alimentare marina. Queste operazioni però, conclude, richiederebbero un maggiore controllo sulla filiera che va dal trasporto al cofermento.

Goletta Verde, nove punti inquinati in costa Toscana

Su 20 punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde lungo le coste della Toscana, sette sono risultati fortemente inquinati e due inquinati. Lo sostiene l’associazione ambientalista impegnata nella consueta campagna estiva di monitoraggio del mare che ora fa tappa in Toscana.

Responsabili dell’inquinamento microbiologico, che arriva al mare, – viene spiegato – canali e foci a causa della cattiva depurazione o della presenza di scarichi illegali.
‘Maglia nera’ alle foci del torrente Lavello, dei fiumi Brugiano e Gora, dei fossi Motrone, dell’Abate, Mola, e della Madonnina, a Portoferraio, dove le cariche batteriche sono
risultate oltre i limiti di legge.
“Sebbene la situazione in Toscana sia prevalentemente positiva, va riscontrata comunque la presenza di cariche batteriche elevate in nove casi su venti dove le analisi
microbiologiche mostrano porzioni di litorale a rischio a causa di fogne non depurate o carenze depurative – dichiara Umberto Mazzantini, responsabile mare Legambiente Toscana e responsabile nazionale Isole Minori Legambiente – Tutto ciò molto spesso senza che i bagnanti ne siano a conoscenza, visto che in sei casi, peraltro giudicati ‘fortemente inquinati’, ovvero alle foci del torrente Lavello, dei fiumi Brugiano e Gora, del fosso Motrone, e allo scarico in via Salivoli a Marina di Salivoli, i tecnici non hanno riscontrato la presenza dei cartelli col ‘divieto di balneazione’. In nessuno dei punti monitorati, poi, è stata notata la presenza dei cartelli informativi rivolti ai cittadini sulla qualità delle acque nonostante sia obbligatoria per legge ormai da anni per i Comuni”.

 

Su nove i prelievi effettuati in provincia di Grosseto soltanto uno è risultato “fortemente inquinato”, ovvero a Follonica, alla foce del fiume Gora. “Entro i limiti”, invece, i
risultati emersi a Scarlino, in località Puntone di Scarlino, alla foce del canale Solmine; a Grosseto, in località Marina di Grosseto, sulla spiaggia presso la foce del canale di San Rocco; a Orbetello, in località Fonteblanda, alla foce del fiume Osa; in località Bocche di Albegna, alla foce del fiume Albegna; e in località Neghelli, sulla spiaggia in prossimità di uno scarico; a Monte Argentario, in località Pozzello, sulla spiaggia in prossimità di una stazione di pompaggio, e in località Poggio Pertuso-Cala Galera, sulla spiaggia fronte canale; e ad Ansedonia, località Tagliata Etrusca sulla spiaggia di fronte al
fosso Tagliata Etrusca.
All’Isola d’Elba, quattro punti campionati: uno è risultato “fortemente inquinato”, a Portoferraio, in località Punta della Renna, in corrispondenza del fosso della Madonnina (confermando i recenti dati di Arpat); due sono risultati “inquinati”, a Capoliveri, in località Mola, alla foce del fosso di Mola/Fossone centrale, e a Marciana Marina, al Moletto del
Pesce, confermando, pur con qualche miglioramento, i dati degli anni precedenti; mentre il prelievo effettuato sulla spiaggia La Pianotta, a Porto Azzurro, dove i cittadini avevano segnalato criticità a Legambiente, è risultato “entro i limiti”.

Elba: anche a Capoliveri no plastica usa e getta

Dopo Marciana Marina, Campo nell’Elba e Porto Azzurro anche il Comune di Capoliveri, con i suoi molti campeggi, alberghi e negozi, ha detto no alla vendita di prodotti di plastica monouso, aderendo così alla campagna Palagos Plastic Free lanciata da Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

«L’adesione di Capoliveri, anche se si è preso un po’ più tempo (il divieto entrerà in vigore il primo novembre 2019) per consentire lo smaltimento delle scorte, è molto importante – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – perché è, insieme a Campo nell’Elba, il Comune con la maggiore quota di turismo e, messi insieme, i 4 comuni che hanno preso provvedimenti contro la plastica monouso rappresentano oltre l’80% dell’economia turistica elbana. L’Elba è davvero diventata un’isola “plastic free”, mettendosi alla testa di chi vuole fare da apripista alla direttiva europea che va in quella direzione e anticipando provvedimenti che comunque dovranno essere presi e implementati a partire dai prossimi anni e entro il 2025».

La seconda ordinanza del sindaco del Comune di Capoliveri vieta, a partire dal 15 maggio 2019,  l’utilizzo di sacchi di plastica neri o comunque non trasparenti, tali da impedire al Gestore della raccolta e/o alle squadre atte alla vigilanza la verifica del corretto conferimento.

Restano ancora fuori dal club dei comuni virtuosi Rio (che si appresterebbe a prendere un provvedimento anti-plastica monouso) e Marciana e il capoluogo elbano Portoferraio, dove una scelta coraggiosa in questo senso sembra ostacolata dalle prossime elezioni comunali e dalla contrarietà di alcuni dettaglianti con grosse scorte da smaltire.  Ma grosse novità sembrano venire proprio dal mondo della grande distribuzione organizzata e i troppo prudenti sindaci ritardatari potrebbero trovarsi scavalcati dai supermercati.

Capoliveri

Legambiente, Vele Spiegate: ecco il report

Vele Spiegate: oltre 400 volontari impegnati per tutta l’estate: su 48 spiagge monitorate recuperati 28.390 rifiuti, una media di 11 rifiuti ogni metro di litorale. Legambiente: “Servono interventi urgenti per contrastare il marine litter”.

Vele Spiegate è il progetto di Legambiente per la pulizia dei mari: il 93% è plastica e il 23% è rappresentato da oggetti creati per avere una vita breve come bottiglie, piatti e bicchieri di plastica usa e getta. Sono stati raccolti oltre 300 sacchi di rifiuti durante la pulizia di 65 spiagge

Legambiente: “Servono interventi urgenti per contrastare il marine litter. L’Italia ha già fatto da apripista in Europa su questi temi e per questo chiediamo al Governo di mettere subito al bando stoviglie usa e getta non compostabili come già stanno facendo in autonomia decine di amministrazioni comunali”.

Undici rifiuti ogni metro lineare di spiaggia e per la quasi totalità rappresentati da plastica(ben il 93% del totale). Rifiuti di ogni forma, genere, dimensione, colore, frutto della cattiva gestione a monte dei comuni e dell’abbandono consapevole, che continuano a invadere le spiagge e i mari italiani e non risparmiano aree di pregio come quelle dell’Arcipelago Toscano e del Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini o del Cilento. “E quello che vediamo galleggiare sulla superficie del mare e arenarsi sulle spiagge è, purtroppo, solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso. Rifiuti che, portati dalle correnti raggiungono anche le aree più remote”, scrive Legambiente nel report.

“La gravità e vastità del problema è confermata dai dati elaborati da Legambiente nell’ambito della seconda edizione del progetto Vele Spiegate, che ha visto per tutta l’estate la partecipazione di oltre quattrocento volontari, provenienti da tutti gli angoli d’Italia, impegnati nell’Arcipelago Toscano e nel Cilentoin attività di pulizia delle spiagge e in un monitoraggio scientifico mirato ad acquisire dati qualitativi e quantitativi relativi ai rifiuti presenti nelle località costiere (con indagini focalizzate anche su spiagge remote, in cui l’accesso al pubblico è ridotto), nonché di sensibilizzazione dei turisti sulla cultura e protezione del mare. Durante questa innovativa esperienza di citizen science(il contributo dei cittadini ai monitoraggi scientifici sui problemi ambientali) sono state monitorate nelle due regioni 48 spiagge (per un totale di 2637 metri lineari campionati) dove i volontari di Legambiente hanno censito ben 28.390 rifiuti. In totale i volontari di Legambiente hanno raccolto oltre 300 sacchidi rifiuti durante la pulizia di 65 spiagge (40 in Toscana e 25 in Cilento)”.

Ben il 23% di ciò che costituisceun rifiuto sulle spiagge delle due regioni è rappresentato da oggetti creati per avere una vita breve. Tra questi gli oggetti monouso in plastica che utilizziamo per pochi minuti, ma se smaltiti non correttamente inquinano l’ambiente per decine o centinaia di anni come bottiglie (trovate sul 98% delle spiagge), stoviglie (sul 60% delle spiagge) e buste (sul 50%). Proprio per prevenire l’inquinamento da questo tipo di rifiuti, Legambiente ha lanciato la campagna #Usaegettanograzie (www.usaegettanograzie.it), che ha già avuto in questi mesi l’adesione di decine di amministrazioni comunali che hanno messo al bando prodotti di plastica usa e getta con apposite ordinanze, proponendo alternative in materiale biodegradabile e compostabile.

I risultati dell’indagine Vele Spiegate sono stati illustrati questa mattina a Firenze, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Serena Carpentieri, vicedirettrice generale di Legambiente; Umberto Mazzantini, responsabile isole minori di Legambiente; Marco Marmeggi, presidente di Diversamente Marinai; Ezio Borreani, direttore Assovetro; Silvia Vancini, Acqua dell’Elba; Maria Carolina Brandi, Federazione Italiana Vela – Comitato V Zona.

Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente, ha commentato: “Vele Spiegate oltre a rappresentare la più grande campagna di volontariato per pulizia delle spiagge è un’ulteriore e significativa esperienza di citizen science praticata da anni da Legambiente su tutto il territorio nazionale. Un’esperienza che ci ricorda che marine litter sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti e che ridurre nei prossimi anni il problema dei rifiuti in mare non è una sfida impossibile, ma va affrontata con determinazione. L’Italia ha già fatto da apripista in Europa su questi temi e per questo chiediamo al Governo italiano di approvare subito quanto previsto dalla proposta di direttiva Ue mettendo al bando le stoviglie di plastica non compostabili: i bandi già deliberati in autonomia da alcuni comuni dimostrano che è possibile da subito. Senza dimenticare una seria e capillare campagna di informazione per incrementare la fiducia dei cittadini verso l’acqua del rubinetto, più sana, controllata e sostenibile di quella in bottiglia. È anche urgente disciplinare in maniera sistematica la rimozione dei rifiuti dai fondali marini, possibile grazie al fishing for litter e all’aiuto dei pescatori, una pratica che, come dimostrano i primi progetti pilota italiani, è necessaria ma purtroppo ancora molto frenata da ostacoli normativi che vanno rimossi”.

Tornando ai dati dell’indagine, nella top ten dei rifiuti più trovatici sono pezzi di polistirolo (ben il 52,7%) gran parte derivante dalla frammentazione delle cassette utilizzate per prodotti ittici; pezzi di plastica (14,6%); sacchetti di patatine o dolciumi (5,3%); bottiglie e tappi di plastica (4,9%); bastoncini per le orecchie (2,2%); mozziconi di sigarette (2,2%); materiale da costruzione (1,8%); altri oggetti di plastica e polistirolo (1,6%). Infine, va ricordata l’emergenza che nei mesi scorsi ha riguardato le coste tirreniche: milioni di dischetti di plastica, utilizzati negli impianti di depurazione delle acque, si sono riversati in mare per un cedimento di un depuratore nel Golfo di Salerno e hanno riempito le spiagge di plastica. L’allarme era stato lanciato dal progetto Clean Sea Life, di cui è partner Legambiente(che ha già permesso di raccogliere oltre 100mila dischetti). Un’emergenza che non è a quanto pare finita visto che sulle spiagge della Campania e Toscana monitorate i volontari continuano a trovare questo tipo di rifiuto (rappresenta l’1,2% del totale dei rifiuti censiti). Nell’ultimo posto della classifica troviamo le bottiglie di vetro (1,2%). Per quanto riguarda i pezzi di polistirolo, che occupano il primo posto della top ten, va sottolineato il fatto che il 98% sono stati registrati in 29 delle 40 spiagge dell’arcipelago toscano, e solo il 2% in 13 delle 14 spiagge del Cilento.

In Toscana l’indagine Beach Litter di Vele Spiegate è stata effettuata su 40 spiagge di Elba (30), Capraia (4), Pianosa (2), Giglio (3), Montecristo (1): sono stati 26,247 rifiuti censiti (su un totale di 1.200 metri lineari di litorale campionato) con una media di circa 22 rifiuti ogni metro di spiaggia. Tre spiagge risultano essere più critiche delle altre, con oltre 100 rifiuti per metro lineare monitorati: Zupignano nel Comune di Rio all’Isola d’Elba (con 143 rifiuti al metro), Cala dei Porcili sull’Isola Capraia (259 rifiuti al metro) e la Caletta ad Est dell’Ogliera nel Comune di Campo nell’Elba (110 rifiuti al metro). La plastica è il materiale più trovato, pari al 95% del totale dei rifiuti rinvenuti, seguita da metallo (1,4%), vetro e ceramica (1,4%) e carta e cartone (1%).

“I dati sul polistirolo sulle spiagge più colpite dal marine litter sono preoccupanti – sottolinea Umberto Mazzantini, di Legambiente Arcipelago Toscano e responsabile mare di Legambiente Toscana – il polistirolo viene in gran parte dalle cassette d per il pesce finite o gettate in mare e dai contenitori per alimenti e frutta, la presenza di molti rifiuti lungo le coste nord-orientali dell’Elba che guardano al Canale di Piombino ci parlano di maladepurazione e di pessime abitudini, ma la forte concentrazione di rifiuti e microplastiche nelle acque protette di Capraia ci dicono che il grande vortice – la zuppa di plastica che qualcuno chiama isola – venutasi a creare fra l’Elba, la Capraia e la Corsica è un pericolo reale per il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Santuario internazionale dei mammiferi marini. Non a casa proprio in queste aree quest’estate si è tenuta un’altra iniziativa, Pelagos Plastic Free, che ci ha visto collaborare con l’ONG francese Expedition Med, il Segretariato del Santuario e alcuni Parchi Nazionali per cercare di capire quale sia l’estensione del problema del marine litter e come colpisca cetacei e tartarughe narine”.

Il presidente di Diversamente Marinai, Marco Marmeggi, ha sottolineato che “Diversamente Marinai, alla seconda edizione della campagna Vele Spiegate, ideata e realizzata in collaborazione con Legambiente Arcipelago Toscano e l’ufficio Volontariato di Legambiente Onlus, matura e conquista un primato di competenza sul territorio nazionale in relazione all’uso della barca a vela come strumento di integrazione e di promozione di attività di citizen science. Vele spiegate rappresenta la messa a sistema di un lavoro importante. Si serve della vela per costruire un meccanismo educativo e formativo che tiene insieme marginalità sociali e tematiche ambientali, emergenze comuni della contemporaneità che tutti noi siamo tenuti ad affrontare. Intervenire sul beach litter, monitorare le spiagge, campionare i rifiuti, non può essere scisso dal problema educativo: cambiare i comportamenti e gli stili di vita e di consumo delle persone resta l’unica strada da percorrere per salvare il pianeta e gli oceani. Diversamente Marinai ha costruito un protocollo educativo, un format di pedagogia della vela che restituisce ai volontari competenze ed esperienze legate ad un altro mondo possibile, strutturate sulla riduzione dei consumi, sul rispetto radicale dell’ambiente, sull’azione diretta, sull’importanza dell’obiettivo politico di un modello economico e sociale alternativo”.

Rispetto alla prima edizione del 2017, Vele spiegate 2018 ha visto una più estesa collaborazione di imprese locali, circoli velici, albergatori, cittadini e bagnanti, segno di un grande interesse e preoccupazione di quel che sta accadendo al nostro mare ma anche del grande successo di un’iniziativa sempre più conosciuta.

Il progetto Vele Spiegateha visto quest’anno il coinvolgimento di una fitta rete di collaborazioni. L’iniziativa è infatti realizzata con il patrocinio di Eneae dell’Università di Siena, il sostegno dei partner principali Assovetro e Novamont; del partner sostenitore Sammontanae del partner tecnico Traghettilines. Il Tirreno, La Città di Salerno e La Nuova Ecologiasono stati invece, media partner dell’iniziativa. In Toscana, inoltre, Vele Spiegate è stato realizzato grazie alla collaborazione di Diversamente Marinai, il cofinanziamento del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, con il patrocinio della Regione Toscanae il sostegno dei partner Esaom Cesa, Esa, Acqua dell’Elba. In Campania, invece, è realizzato in collaborazione della Federazione Italiana Vela – Comitato V Zona, con il cofinanziamento del Parco Nazionale del Cilento, Valle di Diano e Alburni e grazie al sostegno di Alicost.

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