🎧 Firenze ricorda sindaco Gabbuggiani: “uomo istituzioni che sapeva parlare anche ad avversari “

Elio Gabbuggiani (San Piero a Sieve, 17 giugno 1925 – Firenze, 24 marzo 1999) è stato il primo presidente del Consiglio regionale della Toscana nel 1970. Di famiglia operaia, partigiano, dal 1943 fu iscritto al Partito comunista italiano. sindaco di Firenze dal 1975 al 1983

“Gabbuggiani era consapevole del ruolo della Città di Firenze, della sua vocazione internazionale e del suo essere città di promozione del dialogo e della pace”. Tra le sue caratteristiche i c’era la sua spiccata capacità, in ogni ruolo che ha rappresentato, di innovare, di guardare oltre, di dimostrarsi uomo politico e uomo di governo, di mediatore eccezionale, portando sempre con sé i valori di libertà, democrazia, giustizia sociale, i valori della Resistenza”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella in occasione dell’evento, a Palazzo Vecchio, per ricordare l’ex sindaco Elio Gabbuggiani, del Pci. ”

Tra i partecipanti anche il presidente del Consiglio comunale Luca Milani, il giurista e accademico (ed ex presidente della Corte costituzionale) Ugo De Siervo, Valdo Spini, capogruppo consiliare del Psi in Palazzo Vecchio nella consiliatura 1975-1980. De Siervo ha definito “Gabbuggiani un personaggio notevole, con un carattere comprensivo di tutte le posizioni politiche”.

“Elio Gabbuggiani non è stato adeguatamente valorizzato dal suo stesso partito – ha osservato Spini -. Fummo l’unica giunta di sinistra che realizzò in quel periodo (1979) un convegno di ampia portata nazionale e internazionale sul dissenso nei Paesi dell’Est. Nell’organizzare questa ed altre iniziative, si può dire che sul piano dei rapporti internazionali, il sindaco Gabbuggiani aveva una visione più coraggiosa e lungimirante del suo stesso partito nazionale. Oggi credo che questo gli vada riconosciuto, insieme alle sue doti umane di grande apertura e di disponibilità”.

Elio Gabbuggiani (San Piero a Sieve, 17 giugno 1925 – Firenze, 24 marzo 1999) è stato il primo presidente del Consiglio regionale della Toscana nel 1970. Di famiglia operaia, partigiano, dal 1943 iscritto al Partito comunista italiano, nel 1950 entra a far parte degli organismi della Federazione fiorentina e nel 1973 diventa membro del Comitato centrale.

Nel 1956  Gabbuggiani viene eletto Consigliere comunale a Firenze, quindi nel 1960 prima Consigliere e poi, dal 1962 al 1970, presidente della Provincia di Firenze. Nel suo doppio ruolo di presidente della Provincia e dell’URPT (Unione Regionale Province Toscane) predispone la struttura della nascente Regione Toscana: la proposta statutaria, gli studi sullo sviluppo economico e sulle strutture ed i servizi regionali. Contribuisce inoltre allo sviluppo della programmazione della futura regione istituendo l’Istituto regionale per la programmazione economica toscana (IRPET).

Nel giugno 1970 è eletto consigliere regionale nella circoscrizione di Firenze nella lista del Partito comunista italiano e ricopre la carica di presidente del Consiglio regionale per l’intero mandato (1970-1975). In questi anni si dedica ad iniziative volte allo sviluppo dei rapporti con gli altri enti locali e le organizzazioni sociali. Tra i vari ulteriori incarichi si ricordano la presidenza del Comitato nazionale di coordinamento delle regioni minerarie, la presidenza della Commissione speciale per lo Statuto regionale e il Regolamento interno dell’Assemblea regionale e nel 1974 quella del Comitato regionale del 30° della Resistenza e della Liberazione della Toscana.

Rieletto nel giugno 1975 al Consiglio regionale, Gabbuggiani  si dimette un mese dopo, quando viene eletto sindaco del Comune di Firenze, dove rimane in carica fino al 1983.
Nello stesso anno è eletto alla Camera dei deputati nella IX legislatura (1983-1987) e successivamente confermato nella X legislatura (1987-1992), fa parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2, della III Commissione (Affari esteri e comunitari) e della Delegazione parlamentare italiana presso le assemblee del Consiglio d’Europa e della UEO.

Nel 1992 decide di non ricandidarsi per dedicarsi al territorio toscano e fiorentino; nel 1994, oltre a diventare coordinatore del Comitato del 50° anniversario della Resistenza e della Liberazione in Toscana, è eletto presidente dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana, carica che manterrà fino alla morte.

Migrazioni, Palazzo Medici Riccardi: presentazione del libro “Porte Aperte”

Evento speciale a Firenze, lunedì 24 febbraio 2020, alle 17, nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi, sede della Città Metropolitana. L’occasione è un libro, ‘Porte Aperte. Viaggio nell’Italia che non ha paura’ (edizioni Piemme) e l’incontro con l’autore, Mario Marazziti, la Direttrice de La Nazione Agnese Pini e altri illustri ospiti.

Saranno presenti a Palazzo Medici Riccardi, infatti, anche Brenda Barnini, vice Sindaco della Metrocittà  (che è anche Sindaco di Empoli ed è studiosa del fenomeno migratorio) e il Presidente emerito della Corte Costituzionale Ugo De Siervo. E’ stato invitato il Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze.

A Firenze, dunque, una grande occasione per scoprire un’altra Italia e un’altra Firenze.

E’ la faccia poco conosciuta dei’ Corridoi Umanitari’, tenuta in ombra da un dibattito pubblico che è riempito dai toni forti che calcano sulle paure e la rappresentazione dell’altro come un concorrente o un nemico che viene da fuori.

Al contrario, come nel viaggio di Guido Piovene negli Anni ’50, che rilevava le trasformazioni economiche e sociali profonde del Paese, in 29 tappe, dal Trentino a Scicli, in Sicilia, la Vigata di Montalbano, ma passando per Lucca, Salerno, Genova, in un’Italia di grandi bellezze sociali, artistiche e umane, mai minore, in ‘Porte Aperte’ prende vita e si scopre un Paese che si sta già ricostruendo, proprio attorno all’arrivo dei profughi, giunti in maniera sicura, grazie all’intuizione della Comunità di Sant’Egidio dei Corridoi Umanitari.

L’iniziativa, raccolta dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Tavola Valdese e che con la Conferenza Episcopale Italiana, la Caritas e Migrantes, si è allargata dai profughi siriani a quelli che fuggono dal Corno d’Africa e dal Nordafrica, passando per Addis Abeba.

Un libro di storie vere, di gente comune: sono molti, infatti, i credenti e non credenti che, ispirati dall’esempio di Papa Francesco, costruiscono l’accoglienza e l’integrazione che funzionano, a proprie spese: di tempo, soldi, risorse umane. E così facendo, si ricostruisce un tessuto sociale, si rianimano quartieri, piccoli centri, città. Un modello che può aiutare anche le amministrazioni pubbliche a costruire più integrazione nell’ospitalità di seconda accoglienza, che invece segna un po’ il passo ed è a volte in difficoltà proprio sul terreno dell’integrazione.

E’ un libro che aiuta a scoprire la storia, l’arte, ma anche il patrimonio unico di umanità di parti d’Italia che non si conoscono appieno. Un libro che aiuta ad essere “più italiani”, meno spaventati, quando ci si mette in rete con altri, magari aiutati dalla Comunità di Sant’Egidio  e da altri a costruire un’accoglienza per i profughi che comincia subito dalla scuola, dalla spesa al mercato, da chi accompagna. Un incontro per parlare degli “Italiani” e di come costruire un territorio più solidale prendendo ispirazione dai tanti, di ogni età e ceto sociale, gente comune e non organizzata, che già lo fanno. Non solo un libro, ma un antidoto alla rassegnazione e alla frammentazione sociale.

Nell’ultimo capitolo, anche pagine che offrono soluzioni possibili sul tema delle migrazioni, oltre i luoghi comuni, oltre le frasi fatte.

 

 

Padre Sorge: Il populismo fa male al popolo

Domani, alla Badia Fiesolana, la presentazione del libro “Perchè il populismo fa male al popolo” di Bartolomeo Sorge, con Chiara Tintori.”Renzi? ha dimostrato immaturità politica” dice il politologo  gesuita

Partecipano:-Ugo De Siervo, già Presidente della Corte costituzionale,  Giuseppe Matulli, presidente Istituto Storico della Resistenza,  Don Andrea Bigalli, Libera Toscana,  Don Mattia Ferrari, Sea Watch Mediterranea. Introduce e coordina:
Leonardo Bieber, presidente Comitato scientifico Fondazione Balducci.

“Il populismo è l’anticamera dell’autoritarismo e nasce dalla crisi di civiltà che stiamo vivendo e da cui si esce solo con un nuovo umanesimo che preveda la ricostruzione di un insieme di valori condivisi di unità e rispetto della diversità” dice Sorge. “Il rosario di Salvini? L’uso dei simboli religiosi per coprire la ferocia dei comportamenti è tipico anche della mafia”

 

ASCOLTA L’INTERVISTA A CURA DI CHIARA BRILLI

 

 

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