Fabbrica Jsw: sindacati, impianti fermi, ministro Giorgetti convochi Jindal

‘Ci sia piano alternativo con altri privati e ingresso Stato’: l’appello dei sindacati per una strategia per la fabbrica Jsw

“La fabbrica Jsw Steel Italy Piombino tra pochi giorni vedrà nuovamente tutti gli impianti di laminazione fermi, migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione e il piano industriale presentato a fine gennaio da Jindal è decisamente poco credibile, e considerato dallo stesso ministro insoddisfacente. Riteniamo che il ministro Giorgetti debba confrontarsi nel più breve tempo possibile direttamente con Sajjan Jindal, e che senza garanzie vadano individuate da parte del Governo tutte le misure necessarie per voltare pagina per non subire passivamente le non scelte di una multinazionale totalmente inadempiente”.

Così le segreterie provinciali Fim, Fiom, Uilm e Uglm con le rsu Jsw e Piombino Logistics-Gsi. Il quadro della situazione sulla situazione della fabbrica Jsw e del polo siderurgico di Piombino (Livorno) è stato fatto oggi in occasione di un consiglio di fabbrica. I sindacati chiedono, in una nota congiunta, che Governo e Mise valutino “un piano alternativo serio e credibile con altri soggetti privati e con l’ingresso importante dello Stato nel capitale sociale, per dare concretezza alle dichiarazioni fatte di un sito e di una siderurgia strategica”.

Il consiglio di fabbrica e le segreterie “si attivano fin da subito per richiedere un incontro al presidente della Regione Toscana con il sindaco di Piombino per costruire insieme le richieste da portare al prossimo incontro con il ministro e proveremo ad organizzare un incontro con tutte le parti politiche che hanno dato la propria solidarietà al presidio, per fare insieme una valutazione sugli impegni che si erano assunte nelle scorse settimane”.

Coronavirus: 7 giorni sciopero a Hitachi Pistoia

Sciopero di una settimana, fino  al 21 marzo, dei lavoratori dello stabilimento Hitachi rail Pistoia. Lo hanno proclamato le segreterie provinciali pistoiesi di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uglm.

Lo sciopero, si legge in un volantino diffuso dai sindacati, è promosso alla scopo di “permettere la verifica che siano state prese tutte le misure possibili perché si possa lavorare all’interno dello stabilimento rispettando le prescrizioni di sicurezza stabilite dai decreti ministeriali. Sono esclusi dallo sciopero i lavoratori già collocati in smart working”.

“La risposta dei lavoratori nel primo giorno di iniziativa è stata molto positiva”. Lo riferisce Paolo Mattii, segretario Fiom-Cgil Pistoia, al termine del primo giorno di sciopero alla Hitachi Rail Italy di Pistoia, dopo che ieri i sindacati, a proposito delle norme sul contenimento del contagio del coronavirus, avevano segnalato all’azienda il rispetto della distanza di sicurezza non garantito in alcuni reparti dello stabilimento di via Ciliegiole, in particolare carpenteria, allestimento e collaudo, chiedendo “di sospendere il lavoro nei reparti interessati per un breve periodo di tempo allo scopo di mettere a punto le modalità di lavoro, a garanzia della salute dei lavoratori”, dato “che la modifica delle procedure di lavoro per garantire il rispetto delle distanze di sicurezza non è né semplice né breve”.

“Non era la scelta principale che volevamo intraprendere – aggiunge Mattii -, è da alcuni giorni che, in più incontri avuti con la direzione aziendale, chiedevamo una soluzione per quei reparti produttivi che, nonostante gli sforzi dell’azienda, non garantivano a chi ci lavora la garanzia del rispetto di quelle norme di sicurezza, introdotte con il Dpcm 11/03/2020, necessarie per la tutela della salute dei lavoratori. Siamo disponibili ad una soluzione concordata sempre nel rigoroso rispetto delle norme vigenti”.
“Purtroppo – spiega Jury Citera, segretario Fim Cisl Toscana Nord – dopo una nuova riunione l’azienda ci ha detto che non era possibile interrompere la produzione perché si fermerebbe un ciclo nazionale”. Da lì la decisione di dichiarare lo sciopero per tutti i dipendenti Hitachi e indotto interno fino a venerdì prossimo.

Nuovo sciopero alla Hitachi Rail di Pistoia

I lavoratori dell’indotto Hitachi Rail Italy, assieme ai sindacati metalmeccanici pistoiesi, chiedono il servizio mensa, un inquadramento congruo con le mansioni svolte e premio di risultato. I dipendenti lavorano all’interno della fabbrica pistoiese che produce treni. A sostegno della richiesta Fim, Fiom e Uglm stamani hanno proclamato un’ora di sciopero, al quale non ha aderito la Uilm.

“Tra i lavoratori Hitachi Rail Italy e quelli dell’indotto – ha spiegato Jury Citera, segretario Fim Toscana Nord – ci sono disparità che riguardano il salario, l’inquadramento, e servizi come la mensa che questi ultimi non hanno”. Secondo quanto spiegato i lavoratori dell’indotto consumano il pasto direttamente sul posto di lavoro. “Chiediamo ad Hitachi – ha affermato ancora Citera – di aprire un tavolo di confronto per far sì che i dipendenti delle aziende dell’indotto abbiano i soliti diritti dei lavoratori dell’Hitachi”.

“Vogliamo anche che venga riconosciuto ai lavoratori dell’indotto il premio di risultato – ha detto Paolo Mattii, segretario provinciale Fiom – perché anche loro concorrono alla costruzione dei treni e al raggiungimento degli obiettivi”.

Foto tratta da Facebook Fim-Cisl Pistoia Toscana Nord

Fim-Cisl Pistoia Toscana Nord, sul suo profilo Facebook, commenta lo sciopero di stamani di stamani: “iniziativa molto partecipata, nonostante le forti pressioni che varie aziende dell’indotto hanno esercitato sui lavoratori perché non intervenissero allo sciopero e alle assemblee.
Lo sciopero di oggi – prosegue il post – dimostra la necessità di risolvere al più presto la questione della mensa per i lavoratori delle aziende dell’indotto, dando a tutte queste Persone l’accesso alla mensa alle stesse condizioni dei lavoratori Hitachi Rail.
Come Fim-Cisl proseguiamo nel frattempo l’elaborazione del protocollo per l’incentrato, con lo scopo di presentare entro la fine del mese la piattaforma ai lavoratori e, dopo la loro approvazione, aprire una discussione costruttiva con Hitachi.
Non mettiamo in discussione il lavoro e le pressioni fatte da Hitachi verso le aziende dell’indotto
– si legge in conclusione dalla pagina Facebook di Fim-Cisl Pistoia Toscana Nord –  ma chiediamo, dopo 7 mesi di trattativa, qualcosa di concreto e non solo parole!!!”

Un mese e mezzo fa furono i dipendenti diretti della fabbrica ad incrociare le braccia per chiedere i benefici di legge (pensione anticipata) che spetterebbe a chi lavora esposto all’amianto. Uniti  ai sindacati hanno cercato di spingere e smuovere “gli intoppi burocratici, perché la legge c’è ma per applicarla l’Inps attende una mappatura nazionale di tutti i lavoratori esposti”.

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