Esposto del Comitato No Tunnel TAV contro progetto fiorentino

Esposto del Comitato No Tunnel Tav di Firenze consegnato alla Procura su presunte anomalie riscontrate nella vicenda del sottoattraversamento in galleria del capoluogo toscano da parte della nuova linea dell’Alta velocità ferroviaria.

Il comitato contesta, un contrasto con la normativa vigente, l’assenza della figura del ‘general contractor’, l’assenza della Via, la persistenza dei rischi per ambiente e patrimonio monumentale ed edilizio, incertezze nella caratterizzazione delle terre di scavo, la mancanza dell’Osservatorio ambientale.

AUDIO L’urbanista prof. Alberto Ziparo del Comitato No Tunnel Tav in uno stralcio della conferenza stampa digitale.

I temi principali su cui è stata richiamata l’attenzione della Procura sono:

  1. Contrasto con la normativa vigente. Con l’assunzione da parte delle FSI della realizzazione diretta dei lavori viene a mancare la figura del “general contractor”, figura giuridica estremamente ambigua, ma prevista dalla normativa sotto cui ricade la realizzazione del Passante (legge obiettivo)
  2. Dal motivo precedente ne deriva che mancano soggetti titolati ed abilitati a realizzare i lavori; Infrarail, la società creata ad hoc, è una s.r.l. dal capitale di 5,5 milioni di euro che non ha alcuna struttura necessaria ad una impresa di costruzioni.
  3. Ancora è assente la VIA (valutazione di impatto ambientale) per la stazione ai Macelli, per di più si è deciso di non sottoporre il progetto a VIA nemmeno dopo le radicali modifiche previste per realizzare una stazione di autobus
  4. Il perseverare nella negazione della VIA suddetta potrebbe celare il reato di falso in atto pubblico
  5. Permangono i rischi per ambiente e patrimonio monumentale ed edilizio denunciati da tempo senza che si siano presi provvedimenti idonei; addirittura si sarebbe deciso di “abbassare cautelativamente, di una classe, il livello di rischio programmato come sopportabile nelle operazioni di scavo. E per la Fortezza medicea di San Giovanni (‘da Basso’), che vedrà due suoi bastioni sottoattraversati, è stato previsto un livello di rischio pari a zero”. Come ciò sia possibile non è per niente chiaro.
  6. Il problema delle terre di scavo è stato l’ostacolo principale per la realizzazione dell’opera e si è ricorso più volte a modificare la normativa per poter realizzare lo scavo, ma ancora ci sono molte incertezze nella caratterizzazione delle terre che comunque andrà fatta lotto per lotto. Quel che non è previsto nel programma è la caratterizzazione delle terre prima del loro trasporto a destinazione. Viste le troppe esperienze passate e anche recenti (oggi il keu, ma anche le terre inquinate TAV che finirono in Mugello) con le terre di scavo ci sono da temere nuove irregolarità e reati ambientali.
  7. Al momento, nonostante la ripresa dei lavori è ancora mancante l’Osservatorio Ambientale che dovrebbe per lo meno monitorare che i lavori si svolgano regolarmente. Questo organo, previsto dagli accordi non si è ancora insediato (anche il sito è bloccato dal 2015), non viene fatto alcun monitoraggio ambientale e non viene controllato che i lavori rispettino le prescrizioni emanate. La gravità del fatto appare evidente.
  8. Un altro aspetto importante sono le compensazioni legate alla ripresa dei lavori del Passante. A parte la vergogna politica e morale di legare eventuali lavori utili per i territori alla realizzazione di un progetto sbagliato e pericoloso, si teme ci siano state forti pressioni della politica toscana per una ripresa dei lavori. Queste forti pressioni potrebbero avere connotati di interesse per la Procura.

“Dopo oltre 20 anni questo progetto ha molti problemi – sostiene il Comitato – e adesso si dimostra obsoleto, pieno di questioni non risolte, non razionale e assurdamente sovradimensionato”. L’esposto è stato consegnato alla procura circa un mese fa ma viene reso noto oggi dai promotori con una conferenza stampa. “Quello che ci preoccupa – ha dichiarato Tiziano Cardosi, portavoce del Comitato – è che questa irrazionalità dell’opera possa nascondere anche aspetti che possono avere rilevanze penali”.

Tunnel Tav di Firenze”Strategici solo per salvare Condotte Spa” – Tiziano Cardosi

”Il colosso delle costruzioni Condotte SpA ha gravi problemi finanziari e rischierebbe addirittura il fallimento; per questa ragione sta presentando al tribunale di Roma una istanza di “concordato preventivo”, una procedura che consentirebbe alla società in crisi di pagare solo parzialmente i propri debiti e poter così sopravvivere. Dunque per salvare Condotte SpA si sta creando una “newco”, cioè una nuova società cui si affideranno i lavori più redditizi che garantiranno la salvezza del gruppo; tra questi lavori cosa compare in prima fila? La stazione Foster e i tunnel sotto Firenze”. È la denuncia del Comitato No Tunnel Tav di Firenze.

No tunnel tav: esposto del Comitato contro “anomalie” opera

Il comitato No tunnel Tav di Firenze ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze in cui vengono elencati i motivi “per cui si ritiene possano esistere comportamenti perseguibili penalmente”.

Ovviamente, spiegano dal comitato, “non abbiamo gli strumenti per poter documentare possibili reati commessi, altrimenti avremmo provveduto con una denuncia”, ma aggiungono, “la pervicacia nell’insistenza su una soluzione che appare al limite dell’impraticabilita’, oltre che foriera di danni e rischi,
appare singolare quanto anomala e puo’ sembrare dettata da accordi ‘che trascendono’ la logica della corretta razionalita’ tecnica e programmatica”. Nell’esposto sono stati ricordati
“tutti i principali rischi per la citta’ e l’ambiente: dall’impatto sulla falda, ai cedimenti del terreno su cui e’ costruita Firenze”. È stato ricordato “che manca la Via per la
stazione sotterranea e che una nuova Via sarebbe comunque necessaria visto che il trasferimento dei bus nella nuova infrastruttura sarebbe una modifica sostanziale del progetto”. È stato rammentato, ancora, “come il subentro di Condotte a Coopsette nel controllo di Nodavia di fatto annulla di ogni significato la gara che fu fatta”. Infine i problemi legati alla terre di scavo “non ancora risolti, ma la loro difficoltosa gestione potrebbe essere foriera di nuove anomalie, come gia’ e’ avvenuto in passato e documentato dalla stessa procura”.
Per i no Tav “l’aspetto piu’ inquietante e’ la totale inutilita’ dell’opera, soprattutto dopo che Ferrovie ha dichiarato che pochissimi treni fermeranno nella nuova stazione e che il servizio dell’alta velocita’ si assestera’ a Santa Maria Novella”. All’interno di questa scelta, proseguono, “l’idea di portare i bus in quella infrastruttura non giustifica l’opera, ma ne rende ancora piu’ illogica la realizzazione. Tanto piu’ se si parla di realizzare un hub di collegamento tra treni e bus; cosa si puo’ collegare se nella nuova stazione praticamente non arriveranno treni?”.
Il Comitato, infine, annuncia che il prossimo 2 dicembre si terra’ una manifestazione in cui, assieme ad altri gruppi della Piana fiorentina, “si restituiranno simbolicamente al sindaco
Dario Nardella i ‘tre pacchi’ piu’ gravi previsti per l’area fiorentina: Tav, aeroporto e inceneritore”. L’iniziativa, in via di preparazione, dovrebbe muoversi dalla stazione di Santa Maria Novella per dirigersi verso Palazzo Vecchio.

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