Tensioni corteo Prato: questura, violate prescrizioni comitato 

Violazione della prescrizione del Comitato per la sicurezza pubblica: questo il reato che la questura di Prato sta ipotizzando nel caso di eventuali denunce che potrebbero scattare a carico di alcuni manifestanti che sabato 18 gennaio hanno portato il corteo ‘Liberi dai Decreti Salvini’, promosso da Sì Cobas, fino a piazza del Comune, cioè oltre il limite dato all’itinerario, che doveva fermarsi in piazza San Marco.

La Digos sta esaminando materiale video. Inoltre, rispetto alle tensioni in piazza del Comune, quando ci sono stati contatti fra forze dell’ordine e manifestanti, la stessa questura di Prato sottolinea che non ci sono stati feriti e che gli agenti sono intervenuti senza carica di alleggerimento ma con atto di persuasione facendo uso degli scudi per allontanare i manifestanti dalla piazza, la quale per questa iniziativa era stata loro interdetta.
Questa mattina sulle frequenze di Controradio il sindaco di Prato Matteo Biffoni è intervenuto su quanto accaduto durante la manifestazione, accusando il sindacalismo di base di ‘atteggiamento di sfida inaccettabile’ ma ribandendo anche la propria solidarietà alla vertenza dei lavoratori della Tintoria Superlativa e il legittimo diritto di manifestare. Il primo cittadino è poi tornato a sottolineare il proprio giudizio negativo rispetto alla gestione dell’ordine pubblico da parte degli organi preposti.

‘Tintoria Superlativa’, operai bloccano tangenziale, interviene polizia

Prato, continuato anche ieri lo sciopero dei lavoratori della Tintoria Superlativa, dove da alcuni giorni i lavoratori stanno picchettando i cancelli contro “lavoro nero, turni di 84 ore settimanali e paghe misere”.


Nella giornata di ieri, documentato da un video diffuso da Si Cobas Firenze, un intervento della polizia che è intervenuta con le maniere forti nei confronti dei lavoratori della Tintoria Superlativa, per fermare un tentativo di blocco della tangenziale.

Il sindacato ‘Si Cobas’, aveva denunciato 12 ore di lavoro per turno imposti dall’azienda, che tra l’altro era già stata chiusa dalla squadra interforze per precarie condizioni igienico sanitarie e per la presenza di lavoratori clandestini.

Da un paio di giorni, i lavoratori, circa una trentina tutti pachistani, hanno iniziato il presidio ai cancelli dell’azienda per rivendicare la regolarizzazione dei contratti.

“Già nel 2016 e nel 2018 l’azienda era stata pizzicata dai controlli che avevano rilevato un uso massiccio di lavoro a nero – dice Luca Toscano di Si Cobas – Alcuni lavoratori hanno contratti a due ore e ne lavorano 10-12 al giorno senza ferie, senza malattia riconosciuta e per 1000 euro al mese. La proposta dell’azienda è stata di fare i contratti a due ore. A questo punto le trattative si sono interrotte”.

Nell’azienda lavorano una cinquantina di persone prevalentemente pakistani, cinesi ed africani.

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