Prima assoluta al Teatro Magnolfi di Amor Vacui con “Tutta la vita”

La compagnia padovana under 35 debutta, da giovedì 22 a domenica 25 ottobre a Prato, con uno spettacolo coprodotto dal Teatro Metastasio insieme a Teatro Stabile del Veneto e a La Piccionaia.

Lo spettacolo è stato scritto dall’attore Andrea Bellacicco, dall’attrice Eleonora Panizzo, dal drammaturgo Michele Ruolm, insieme al regista Lorenzo Maragoni. La rappresentazione trae spunto dalla vita quotidiana per analizzare alcune umane contraddizioni comportamentali.

L’esibizione, infatti, si sviluppa a partire dalle autobiografie più o meno rielaborate degli attori in scena e dal loro incontro con il pubblico con la canzone “Senza un perché” di Nada come colonna sonora.

Tutte le informazioni al sito.

“Circo Kafka” in prima assoluta al Teatro Magnolfi

Prodotto dal Teatro Metatasio di Prato e TPE – Teatro Piemonte Europa, da domani al 23 febbraio al Teatro Magnolfi arriva “Circo Kafka”, uno spettacolo che riflette sulla giustizia, ambientando nel surrogato di un circo “Il processo” di Franz Kafka, con Claudio Morganti a dirigere Roberto Abbiati.

La restituzione scenica del testo di Kafka – che vede Josef K. arrestato da due agenti del tribunale, condannato e giustiziato senza essere informato in merito alla natura delle accuse a suo carico e senza alcun riferimento, per attuare una vera difesa – è senza parole, una finissima partitura di piccole farse ed episodi fatta solo di gesti, suoni, rumori e oggetti attraverso una mimica semplice e poetica, sempre in bilico tra una trasognata levità e l’inquietante ineluttabilità dell’insensata storia raccontata.

La scena, costruita artigianalmente da Abbiati e Morganti pezzo per pezzo, utilizzando oggetti e materiali di recupero, è piena di studiatissime cianfrusaglie che assumono forme diverse e su cui domina un letto, sovrastato da una testata decorata con un gatto che urla, con accanto un abat-jour, la ruota di una bicicletta, un contrabbasso, una sedia, una stampella…

Abbiati di volta in volta è poliziotto, carceriere, giudice, accusato e accusatore, in un turbinio di facce, ammiccamenti, suoni registrati, strumenti suonati dal vivo – come il didgeridoo di Johannes Schlosser e la cornamusa suonata dallo stesso Abbiati – che ci arrivano come un vero e proprio discorso, un chiacchiericcio indistinto di segni che si fa teatro purissimo, dove i silenzi fanno parte integrante della partitura drammatica.

Poco più di 50 minuti di puro lirismo ‘artigiano’ per riflettere sulla giustizia e per ridere compassionevolmente sul senso di un processo ingiusto, che riguarda tutti.

 

Orari: 20.45 feriali, 19.30 sabato, 16.30 domenica, lunedì riposo.

tutte le info su www.metastasio.it

Da domani al 22 dicembre al teatro Magnolfi di Prato “La piazza”

La regista esordiente, vincitrice del progetto “Davanti al pubblico 2019” Fiammetta Perugi mette in scena “La piazza”, una commedia scritta a quattro mani con Marco Bartolini. La storia di alcuni bottegai che si trovano ad affrontare la moderna evoluzione del commercio permette di riflettere sulla crisi economica, che ha fatto fallire molti piccoli esercizi, e sulla paura di rimanere soli.

Ecco la trama nel dettaglio:

Nel ridente paesino di Borgo Abbatuffoli quattro bottegai superstiti si trovano ad affrontare la moderna evoluzione del commercio, fra la gemmazione continua di grandi supermercati e centri commerciali e la subdola concorrenza dell’e-commerce.

Nanni, il macellaio del paese, una mattina si sveglia e invece di aprire la bottega comunica alla piazza la notizia della sua imminente chiusura. La macelleria sarà il secondo negozio a chiudere nel giro di un mese, rendendo sempre più Borgo Abbatuffoli un paese fantasma.

Graziano, proprietario della libreria, terrorizzato all’idea di essere il prossimo, inizierà a tessere una rete di bugie per convincere Nanni a rimanere… una rete nella quale rimarrà egli stesso intrappolato.

Note di Regia

Da una parte la crisi economica che ha messo in ginocchio molti piccoli esercizi, dall’altra la paura di rimanere soli. E se fossero la conseguenza l’una dell’altra?

La desertificazione delle piazze lascia un vuoto dentro che talvolta non riusciamo a identificare o nominare: con essa arriva la paura di perdere il proprio passato e l’incapacità di comunicare questo dolore. Così i protagonisti, specchio di questo momento storico, non riescono a parlarsi e a dire quello che davvero pensano, ed è solo quando la crisi li spinge al punto di rottura che, finalmente, agiscono.

La produzione di questo spettacolo è frutto del progetto triennale di avviamento al lavoro destinato a giovani registi neodiplomati nel contesto di “Davanti al pubblico”, un’iniziativa intrapresa dal Teatro Metastasio nel 2018.  Verrà poi presentato nei teatri del circuito della Fondazione Toscana Spettacolo onlus.

Al Teatro Magnolfi, Michele Sinisi protagonista progetto ‘Piacevoli conversazioni’

Michele Sinisi è il nuovo protagonista degli appuntamenti del progetto ‘Piacevoli conversazioni’. L’attore, da martedì 29 ottobre a domenica 3 novembre, incontrerà gli spettatori al Teatro Magnolfi.

Michela Sinisi, attore di teatro e di cinema, oltre che regista, fondatore del Teatro Minimo, sarà protagonista del progetto ‘Piacevoli conversazioni’. Per il terzo anno consecutivo, il progetto racchiude al Teatro Magnolfi piccole monografie d’artista e accompagna la visione di alcuni spettacoli con due serate di dialoghi tra spettatori e compagnie, realizzati in collaborazione con Poecity – Azioni Urbane di Poesia.

In questa stagione la cura delle parole sarà tramite di relazione con, oltre Sinisi, il ‘Teatro delle Ariette’ e ‘Babilonia Teatri’. Offrirà uno strumento per constatare quanto ogni biografia artistica sia ‘impastata’ con la vita, i sogni, le ansie, i segreti di ognuno di noi. Ogni artista condividerà con gli ospiti una parte di spettacolo, una visione, una poesia, un ricordo, un esercizio teatrale che farà da miccia a un dialogo autentico costellato da momenti di vera e propria allegria conviviale.

In programma giovedì 31 ottobre e venerdì 1° novembre alle ore 20.45 c’è poi il monologo con cui ‘Amleto’ si aggira cercando i fantasmi del suo immaginario che lo costringono nella prigione di sé stesso.  Sabato 2 novembre si proseguirà alle ore 19.30 con ‘Riccardo III/Now!’. L’opera esplora la fisicità e la personalità del “cattivo” più famoso del canone shakespeariano scomponendo semanticamente il suo monologo iniziale e elaborando interventi corporei e sonori che mettono in evidenza il suo essere fuori dalla norma.

Si conclude domenica 3 novembre alle ore 16.30 con il nuovo lavoro “Edipo. Il corpo tragico”, una sorta di esame post-mortem con racconto a ritroso in cui un vecchio Edipo si toglie ogni maschera, ripensa alle sue disgrazie e si interroga di nuovo sui tanti enigmi del suo mito.

Le ‘Piacevoli Conversazioni’, a ingresso gratuito, sono riservate agli spettatori che hanno il biglietto o l’abbonamento per almeno uno degli spettacoli dell’artista. È consigliata la prenotazione scrivendo a cometa@metastasio.it o telefonando allo 0574/27683 in orario 9.30-13.00 dal lunedì al venerdì, entro il giorno precedente all’appuntamento prescelto.

Gruppo su fb: https://www.facebook.com/groups/756593891092957/

Prato: appuntamenti con Elvira Frosini e Daniele Timpano

Per questa stagione, il ciclo delle Piacevoli Conversazioni si conclude con l’arrivo per la prima volta a Prato del duo di autori, registi e attori Elvira Frosini – Daniele Timpano, che dal 26 febbraio al 3 marzo al Teatro Magnolfi si presenteranno in due incontri disarmati a tu per tu con gli spettatori e riproporranno due spettacoli del loro repertorio.

Con un passato legato al teatro-danza e concentrato sulla consapevolezza del corpo e dello spazio lei, e un percorso di attore e autore lui, Elvira Frosini e Daniele Timpano si incontrano nel 2008 e fondano la loro compagnia nel 2012. Naturalmente propensi alla metateatralità e al registro ironico, i due poli attorno ai quali concentrano i loro spettacoli sono la storia e il presente.

Da Risorgimento Pop ad Aldo Morto, fino a approdare a Acqua di Colonia, il duo decostruisce le narrazioni della Storia analizzando le derive antropologiche della società a partire da un vasto materiale di riferimento, dall’accademico al popolare, che costituisce l’immaginario e la coscienza contemporanei.

Senza voler rintracciare una singola, univoca versione della Storia, ogni loro lavoro smonta le retoriche di ogni tesi anziché affermare la propria e la mette in connessione con la nostra identità, la nostra storia personale, le cose che abbiamo letto e conosciuto, accendendo una riflessione sulla nostra realtà.

Sulla scena gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico e in bilico tra mitologie contemporanee e culturali, topoi storici, in un gioco di scivolamenti spiazzanti che dissacrano tutte le retoriche senza fare sconti, neanche a loro stessi.

martedì 26 e mercoledì 27 febbraio alle ore 19.00 nell’intimo salottino del Teatro Magnolfi ci saranno due Piacevoli Conversazioni con Elvira Frosini e Daniele Timpano, due empatiche possibilità che metteranno in primo piano l’uomo e la donna raccontando gli artisti: la loro biografia individuale prenderà spunto dalla linearità del loro percorso teatrale e della loro cifra espressiva.

Giovedì 28 febbraio e venerdì 1 marzo alle ore 20.45 al Teatro Magnolfi andrà in scena ALDO MORTO, uno spettacolo pluripremiato del 2012, (Premio Rete Critica 2012, segnalazione speciale Premio IN – BOX 2012, finalista Premio Ubu 2012 come “migliore novità italiana”, Premio Nico Garrone 2013).

Si tratta di un’analisi dell’impatto che il sequestro di Aldo Moro ha avuto nell’immaginario collettivo di una generazione, su quegli ex giovani di allora che oggi ritroviamo nelle redazioni dei giornali e in Parlamento.

In scena, Timpano e dunque un attore nato negli anni ’70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale, solo assieme a pochi oggetti, affonda fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcun pietismo. L’idea è quella di abbandonare ogni retorica melmosa e di fare i conti con l’ultimo guizzo di vitalità che ha attraversato la nostra vita civile e politica e con la sua tragedia definitiva, finita nel vuoto e nell’inerzia.

Timpano incarna le infinite mezze verità di quella storia vessata da un senso di colpa permanente e collettivo che ha paralizzato l’azione politica del nostro Paese con lo spauracchio della violenza. É una narrazione sarcastica e radicalmente antiretorica, tra la pappa col pomodoro di Rita Pavone e Renato Curcio con la maschera di Goldrake.

Sabato 2 marzo alle ore 19.30 e domenica 3 marzo alle ore 16.30 al Teatro Magnolfi va in scena ACQUA DI COLONIA, uno spettacolo che affronta il rimosso del colonialismo italiano ponendo il fuoco del lavoro sull’oggi e sul nostro razzismo, sul disagio contemporaneo nell’affrontare le migrazioni e trovare forme di convivenza, sul pensiero fondamentalmente colonialista che risiede inconsapevolmente in noi, sulla nostra ipocrisia.

“Parlando della storia passata nel nostro Paese vogliamo parlare di oggi. – afferma Timpano – La storia dell’epoca coloniale italiana costituisce un vero e proprio rimosso della nostra coscienza nazionale, ma la nostra identità odierna è fatta anche del nostro passato storico e di come ci è stato tramandato, di come si è stratificato nel nostro pensiero. Siamo, oggi più che mai, alle prese con il nostro smarrimento, le nostre paure e i nostri sensi di colpa di fronte alle migrazioni. Non c’è una relazione deterministica di causa-effetto tra colonialismo storico, flussi migratori e terrorismo, ma c’è senz’altro una relazione complessa sia con la nostra breve storia coloniale che con quella dei grandi imperi europei. Il lavoro mette in evidenza l’esistenza di una relazione intercorsa nel passato fra noi e loro, fra le nostre storie. I migranti che arrivano hanno alle spalle relazioni storiche dei loro Paesi con i Paesi in cui cercano di migrare. Senza voler generalizzare, nel caso dell’Italia, la relazione passata fra gli italiani e i migranti provenienti da ex colonie italiane è ignorata dagli italiani: si tratta di un vuoto storico, una rimozione storica e culturale”.

Prato

INFO:

www.metastasio.it

Teatro Magnolfi: debutta in prima nazionale ‘Cani Morti’ di Jon Fosse

Da martedì 18 a domenica 23 dicembre al Teatro Magnolfi di Prato, debutta in prima nazionale “Cani Morti”, un testo inedito di una rivelazione della scena europea degli ultimi anni, Jon Fosse, adattato e diretto dal giovane regista Carmelo Alù, diplomato in regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e vincitore del progetto “DAVANTI AL PUBBLICO 2018”.

Questa nuova produzione del Teatro Metastasio di Prato – realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Prato – è la prima delle tre previste da DAVANTI AL PUBBLICO, un progetto di avviamento al lavoro per giovani registi neodiplomati. Realizzato con la cura del regista Massimiliano Civica in collaborazione con le residenze artistiche toscane di Castiglioncello-Armunia/festival Inequilibrio e di Sansepolcro-CapoTrave/Kilowatt festival e del circuito regionale Fondazione Toscana Spettacolo, il progetto prevede nel triennio 2018-2020 un allestimento all’anno di uno spettacolo proposto e diretto da un regista esordiente, con tappe di residenza per le prove, predebutti in importanti festival, repliche in stagione al Met e varie date all’interno del circuito toscano.

Dopo aver, dunque, già realizzato tra maggio e luglio scorsi, due residenze artistiche a Castiglioncello e San Sepolcro, un periodo di prove a Prato e la presentazione di due anteprime/studi al Festival Inequilibrio e a Kilowatt Festival, “Cani Morti” giunge ora al suo debutto ufficiale e, dopo le repliche a Prato, circuiterà in diverse città toscane.

Si tratta di un lavoro sulle relazioni umane – o l’assenza di esse che Alù ha affrontato a partire dal testo – minimalista e densamente strutturato, con un dettato ripetitivo che oscilla tra realismo e assurdo secondo la cifra specifica di Fosse -, tradotto in modo da poter puntare principalmente sulla bellezza del racconto e sull’autoironia dei protagonisti, pieni di scatti “buffi” e “ridicoli”, in tensione continua.

In scena solo un tavolo e tre sedie che evocano una casa, e un proiettore da 5000 W su uno stativo che funziona da finestra sul mondo. Lì un figlio annuncia a sua madre la scomparsa del loro cane e questa assenza è il perno del dramma, tutto giocato su un crescendo di tensione affilata in battute brevi e asciutte. Il genere giallo viene evocato dalle notizie che si susseguono, a partire dall’annuncio che il cane è morto…

“Per me che tendo sempre a mettere al primo posto il lavoro degli attori – afferma l’esordiente Alù -, la scintilla con questo testo è scoccata per il fatto che non ha senso se non viene messo in scena. Il tipo di scrittura frammentata, piccolissima, tutta a “mozzichi e bocconi”, prevede necessariamente gli attori che la agiscono e un ‘teatro nudo e crudo’. Sta poi all’immaginazione del pubblico fare il resto: non c’è scenografia ma, per assurdo, se ci sono 50 spettatori, ci sono 50 scenografie diverse”.

I personaggi in scena sono affidati a Alessandra Bedino, Domenico Macrì, Emanuele Linfatti, Caterina Fornaciai, Daniele Paoloni. Feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30.

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