Infrastrutture: con grandi opere cresce il lavoro

Oggi convegno a Firenze sul tema infrastrutture, promosso di Cisl; intervengono: Simona riccio: “Possibilità a 15mila lavoratori del settore dell’edilizia”, Stefano Boni: “Vogliamo cominciare a vedere le ruspe all’opera”, Vincenzo Ceccherelli: “Ma ci sia un aiuto da parte del governo”.

“Dai dati che abbiamo in nostro possesso, le grandi opere infrastrutturali possono dare possibilità a 15mila lavoratori del settore dell’edilizia, che ha perso dall’inizio della crisi 25mila addetti”.  Afferma Simona Riccio, segretaria generale della Filca-Cisl Toscana, che ha aperto oggi il convegno sul tema a Firenze.

“Quello che è importante”, ha evidenziato Riccio “è soprattutto l’indotto, perché movimenterebbe anche 40mila lavoratori di altri comparti. A livello nazionale l’edilizia nel 2008 contava per l’11% del Pil, mentre ad oggi è l’8%, quindi sicuramente questi dati poi andrebbero anche a impattare sul Pil della Toscana, perché lo sviluppo infrastrutturale è anche sviluppo economico”.

“Una mobilitazione di massa che coinvolga istituzioni, sindacati, imprese, società civile”, interviene Ciro Recce, segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, “a favore della realizzazione delle infrastrutture in Toscana, e contro “l’immobilismo, il rinvio, il rimettere in discussione sempre anche quanto già deciso”.

La Cisl chiede “certezza e omogeneità di investimenti in tutta la regione, puntando sull’edilizia ‘verde’ e sulle infrastrutture necessarie a far crescere il manifatturiero”.

In particolare, per il sindacato, il tunnel Tav e la stazione Foster “sono necessari per liberare i binari di superficie e rilanciare il trasporto regionale”; bisogna “partire subito con la terza corsia” dell’A11 e la “sistemazione del nodo di Peretola” con un grande parcheggio scambiatore”; occorre “trovare la sintesi” fra i Comuni che vogliono completare la Due Mari e la Tirrenica.

Per il segretario Fit-Cisl della Toscana, Stefano Boni “non basta programmare investimenti che poi, come è successo finora, non vengono realizzati. Servono fatti: vogliamo cominciare a vedere le ruspe all’opera”.

Per le grandi opere infrastrutturali in Toscana “contiamo non sul fatto che magari, come ho letto da qualche parte, ci sia una volontà di ridiscutere, ma ci sia un aiuto da parte del governo per poter andare avanti velocemente”. Lo ha detto Vincenzo Ceccarelli, assessore alle infrastrutture della Regione Toscana, presente al convegno.

“Sono convinto” ha aggiunto “che ognuno abbia diritto di manifestare le proprie posizioni le proprie convinzioni, ma la Toscana ha bisogno di infrastrutture più qualificate, ha bisogno di realizzare ciò che ha programmato. Ho scritto anche al ministro Toninelli chiedendo un incontro, dove noi siamo certi di poter dimostrare che le opere programmate in Toscana sono opere necessarie, utili e connesse”.

Le infrastrutture, ha sottolineato Ceccarelli, “sono un fattore di sviluppo importante e danno occupazione nel momento in cui vengono realizzate, oltre all’effetto che hanno successivamente. Abbiamo visto dal monitoraggio sul Piano integrato regionale che le infrastrutture programmate, se eseguite, daranno un’equivalenza di diecimila unità al lavoro all’anno da qui al 2030”.

Nel mondo dell’edilizia in Toscana, secondo la Filca-Cisl, i lavoratori a partita Iva sono oggi il 49% degli occupati. Dal 2009 al 2017 i permessi a costruire sono diminuiti per gli edifici residenziali del 41% a livello nazionale e del 48,7% in Toscana, e i bandi di gara sono passati dai 1.589 del 2008 ai 785 del 2017. Riccio ha anche ricordato che “il contratto nazionale del settore edile è scaduto da due anni e il rinnovo non può essere rimandato oltre”.

FIT Cisl: Ferrovie investe in Grecia ed Inghilterra invece di migliorare la rete

Ancora gelo sulla Toscana ( ed ancora una disfatta per le Ferrovie dello Stato S.p.A. con treni cancellati e ritardi di decine e decine di minuti. Dopo la debacle di ieri, nella nostra Situation ROOM abbiamo parlato con  con Stefano Boni della Fit Cisl che punta il dito contro la dirigenza.

Maltempo: Cisl, ritardi treni anche oggi a Firenze

“Dopo l’odissea di ieri, anche oggi a Firenze Santa Maria Novella si registrano notevoli ritardi, mediamenti sui 30 minuti”. E’ quanto afferma in una nota il segretario generale della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, che punta il dito contro la dirigenza del gruppo Fs.

Boni, “Dopo l’odissea di ieri, con i viaggiatori assembrati davanti ai cartelli luminosi senza riuscire a capire quale treno sarebbe partito prima e se sarebbe arrivato a destinazione” ha affermato: “Ormai qualcuno deve pensare che l’inverno sia sempre mite, senza gelo e neve in pianura e quando succede il contrario si parla di fatti eccezionali. Invece il problema è l’inadeguatezza della massima dirigenza del Gruppo Fs ad affrontare queste emergenze, anche se annunciate da tempo”.
Per Boni quanto successo “è la conseguenza del fatto che Fs si è trasformata e non ha più al centro il trasporto ferroviario: la dirigenza si dedica a tagliare nastri o fare shopping in giro per l’Europa, comprando pezzi di ferrovie di altri Paesi o società di autobus. Lo dimostrano i fatti e gli investimenti nella manutenzione. Sono bastati 10 centimetri di neve caduti su Roma per mandare in tilt il nodo ferroviario nevralgico del Paese, causando la cancellazione e enormi ritardi nell’80% dei treni Av e lunga percorrenza con ripercussioni su tutti i principali capoluoghi d’Italia”.
“Ci domandiamo se il Governo non abbia avuto un po’ troppa fretta nel riconfermare il board ferroviario scaduto alla fine del 2017” prosegue Boni rilevando anche che “ieri di fronte al blocco del nodo di Roma Termini i ferrovieri in servizio hanno collaborato al meglio, come sempre e con grande responsabilità, pur in una situazione difficile, portando a destinazione i treni in alcuni casi con oltre 10 ore di ritardo e quindi ben di più fuori casa. Come sindacati chiediamo un’attenzione maggiore all’infrastruttura ferroviaria con investimenti mirati a prevenire le criticità causate dal gelo e dalla neve accompagnate da un piano eccezionale di assunzioni di operatori della manutenzione e una rivisitazione di quello che oggi è il reticolo manutentivo”.

Tav Firenze, Cisl: “Ora subito i lavori”

Filca e Fit, i sindacati edili e dei trasporti della Cisl, dopo lo sblocco sulle terre di scavo: “oltre dieci anni di attesa sono davvero troppi. Creare un ufficio di monitoraggio per sbloccare subito eventuali intoppi.”

“Pare essersi finalmente sbloccata l’annosa questione dello smaltimento delle terre di scavo per la realizzazione del nodo fiorentino dell’alta velocità. Prendiamo atto di questa buona notizia, ma chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di non perdere altro tempo per realizzare questa opera di fondamentale importanza per il territorio, anche perché 10 anni di attesa ci sembrano un lasso di tempo più che sufficiente”. A dirlo sono Simona Riccio e Stefano Boni, segretari generali toscani di Filca e Fit, i sindacati delle costruzioni e dei trasporti della Cisl.

“Bisogna fare in fretta – sottolinea Riccio – perché ai nostri lavoratori è stato chiesto un sacrificio pesante, insostenibile. Nel cantiere Nodavia, per esempio, ci sono 50 lavoratori tra operai e impiegati, ma si lavora a giornata perché in attesa del via libera al cosiddetto Put, il piano per l’utilizzo delle terre di scavo. Stesso problema nel cantiere Ergon di Campo di Marte: dopo gli sviluppi delle indagini è stata rimontata la fresa a tempo di record, ma in attesa del via libera ci sono soltanto pochissimi lavoratori addetti alla guardiania e alla manutenzione, con costi elevatissimi per il noleggio dei mezzi. In questo cantiere, iniziato da quasi 10 anni, si va avanti tra improvvise accelerazioni di fasi di lavoro, con l’impiego di 200 addetti, e fasi di blocco improvviso, con ricorso agli ammortizzatori sociali. Una situazione inaccettabile”.

“Le Ferrovie – aggiunge Boni – prevedono che per finire tutti i lavori siano necessari altri tre anni. Dopo 10 anni di stallo è arrivato davvero il momento assumersi le responsabilità e di rimboccarsi le maniche, dotando così Firenze e tutta la regione di un’opera strategica e attesa da cittadini e turisti. Bisogna scongiurare il rischio di passarne altri 10, di anni, tra lungaggini burocratiche e stop improvvisi ai lavori. Il potenziamento delle nostre infrastrutture non potrà che avere effetti benefici, sull’alta velocità, ma sopratutto sul trasporto regionale su ferro, liberando binari di superficie e rendendo la stazione di Firenze Santa Maria Novella accessibile ad un maggior numero di treni locali, senza contare le ricadute sull’economia regionale”.

Per questo Riccio e Boni rilanciano la necessità di creare “un apposito ufficio pubblico” snello per monitorare il progetto TAV e prevenire eventuali ulteriori imprevisti, risolvendo subito le eventuali criticità: “Gli enti pubblici preposti, assumano insieme questa decisione, segnando una volontà anche fattiva di superare i problemi e realizzare quest’opera importantissima anche per la viabilità della città di Firenze.”

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