Toscana, Cisl: “Grandi opere già finanziate creerebbero 15mila posti di lavoro”

Simona Riccio, segretario generale Filca Cisl Toscana: “Nelle costruzioni l’occupazione è ancora in calo, in Toscana si sono persi circa 30 mila posti di lavoro”.

“Nelle costruzioni l’occupazione è ancora in calo, in Toscana si sono persi circa 30 mila posti di lavoro. Sbloccando le opere già finanziate se ne creerebbero 15 mila”. Lo afferma il segretario generale Filca Cisl Toscana Simona Riccio annunciando che sono oltre 600 gli edili toscani che si recheranno a Roma per lo sciopero nazionale in programma il 15 marzo.

“Nella crisi dei settori produttivi della nostra Regione, purtroppo il settore delle costruzioni sta giocando un ruolo fondamentale – sottolinea Riccio in una nota -. Gli ultimi anni, infatti, sono stati contraddistinti da un numero altissimo di lavoratori edili espulsi dal mercato e dalla scomparsa di centinaia di aziende di costruzioni”. Per Riccio, “centinaia di progetti cantierabili, ma ancora bloccati a causa di ritardi dei finanziamenti statali, per un valore, nella sola Toscana, che sfiora i circa 4 miliardi assegnati appunto dal bilancio regionale ad infrastrutture o interventi per la mobilità. Progetti infrastrutturali pronti ad essere realizzati ma bloccati in attesa delle risorse statali o di ulteriori fantomatici project review”.

“Portare avanti le infrastrutture già avviate e cantierizzate – osserva il segretario – vuol dire mandare avanti quelle piccole e grandi opere previste appunto nella nostra regione nei prossimi cinque anni che consentirebbero di creare circa 15mila posti di lavoro tra diretti ed indiretti, aumentando il Pil della Toscana”.

“In Toscana dal 2008 sono andati in fumo circa 30mila posti di lavoro – conclude Riccio -, il 50% della forza lavoro; i lavoratori a partita Iva sono ormai il 49% degli occupati, dal 2009 al 2017 i permessi a costruire sono diminuiti per gli edifici residenziali in Toscana del 48,7% e i bandi di gara sono passati nell’ultimo decennio da 1589 nel 2008 a 785 nel 2017”.

Tav Firenze, Toninelli: “E’ un grandissimo disastro”.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, che era oggi a Firenze per la cerimonia inaugurale della linea della tramvia T2, si è lasciato andare a dichiarazioni sul nodo fiorentino della Tav. La Cisl chiede celerità a Toninelli nel dare una risposta sull’analisi costi-benifici.

“Ho analizzato bene il dossier e penso che rappresenti, purtroppo, e sottolineo purtroppo, un grandissimo disastro perché tra inchieste giudiziarie, tra progetti fallimentari, sbagliati, che sono stati cambiati, imprese in crisi… io non so come peggio di così si poteva fare”. Così il ministro Danilo Toninelli oggi a Firenze parlando del nodo fiorentino della Tav. “Analizzeremo tutta l’opera, d’interesse principalmente regionale, se riusciranno ad andare avanti senza di noi andranno avanti”.

La relazione dell’analisi costi e benefici della Tav – continua Toninelli – “domani la pubblichiamo sul sito del Mit e oggi la consegniamo sia a Di Maio sia a Salvini. Finalmente si aprirà un dibattito pubblico talmente importante, a partire dai numeri”, e quindi si potrà capire “quanto ci costa, quanti sono i benefici e non si creeranno opinioni su giudizi ma su dati scientifici”.

“Cogliamo l’occasione per chiedere al ministro Toninelli quando pensa di dare una risposta sulla valutazione costi-benefici alla Tav Fiorentina?”. E’ quanto chiedono Stefano Boni, segretario generale Fit-Cisl Toscana e Simona Riccio, segretario generale Filca-Cisl Toscana, al ministro.

“La Fit e la Filca, sindacati rispettivamente dei trasporti e dell’edilizia della Cisl – affermano Boni e Riccio in una nota – chiedono risposte immediate per migliorare il servizio treni pendolari, eliminando le strozzature esistenti e favorendo anche l’alta velocità e la mobilità nazionale e nello stesso tempo rilanciare l’occupazione, dando futuro a circa 300 operai in maniera diretta senza poi considerare l’indotto”.

Infrastrutture: con grandi opere cresce il lavoro

Oggi convegno a Firenze sul tema infrastrutture, promosso di Cisl; intervengono: Simona riccio: “Possibilità a 15mila lavoratori del settore dell’edilizia”, Stefano Boni: “Vogliamo cominciare a vedere le ruspe all’opera”, Vincenzo Ceccherelli: “Ma ci sia un aiuto da parte del governo”.

“Dai dati che abbiamo in nostro possesso, le grandi opere infrastrutturali possono dare possibilità a 15mila lavoratori del settore dell’edilizia, che ha perso dall’inizio della crisi 25mila addetti”.  Afferma Simona Riccio, segretaria generale della Filca-Cisl Toscana, che ha aperto oggi il convegno sul tema a Firenze.

“Quello che è importante”, ha evidenziato Riccio “è soprattutto l’indotto, perché movimenterebbe anche 40mila lavoratori di altri comparti. A livello nazionale l’edilizia nel 2008 contava per l’11% del Pil, mentre ad oggi è l’8%, quindi sicuramente questi dati poi andrebbero anche a impattare sul Pil della Toscana, perché lo sviluppo infrastrutturale è anche sviluppo economico”.

“Una mobilitazione di massa che coinvolga istituzioni, sindacati, imprese, società civile”, interviene Ciro Recce, segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, “a favore della realizzazione delle infrastrutture in Toscana, e contro “l’immobilismo, il rinvio, il rimettere in discussione sempre anche quanto già deciso”.

La Cisl chiede “certezza e omogeneità di investimenti in tutta la regione, puntando sull’edilizia ‘verde’ e sulle infrastrutture necessarie a far crescere il manifatturiero”.

In particolare, per il sindacato, il tunnel Tav e la stazione Foster “sono necessari per liberare i binari di superficie e rilanciare il trasporto regionale”; bisogna “partire subito con la terza corsia” dell’A11 e la “sistemazione del nodo di Peretola” con un grande parcheggio scambiatore”; occorre “trovare la sintesi” fra i Comuni che vogliono completare la Due Mari e la Tirrenica.

Per il segretario Fit-Cisl della Toscana, Stefano Boni “non basta programmare investimenti che poi, come è successo finora, non vengono realizzati. Servono fatti: vogliamo cominciare a vedere le ruspe all’opera”.

Per le grandi opere infrastrutturali in Toscana “contiamo non sul fatto che magari, come ho letto da qualche parte, ci sia una volontà di ridiscutere, ma ci sia un aiuto da parte del governo per poter andare avanti velocemente”. Lo ha detto Vincenzo Ceccarelli, assessore alle infrastrutture della Regione Toscana, presente al convegno.

“Sono convinto” ha aggiunto “che ognuno abbia diritto di manifestare le proprie posizioni le proprie convinzioni, ma la Toscana ha bisogno di infrastrutture più qualificate, ha bisogno di realizzare ciò che ha programmato. Ho scritto anche al ministro Toninelli chiedendo un incontro, dove noi siamo certi di poter dimostrare che le opere programmate in Toscana sono opere necessarie, utili e connesse”.

Le infrastrutture, ha sottolineato Ceccarelli, “sono un fattore di sviluppo importante e danno occupazione nel momento in cui vengono realizzate, oltre all’effetto che hanno successivamente. Abbiamo visto dal monitoraggio sul Piano integrato regionale che le infrastrutture programmate, se eseguite, daranno un’equivalenza di diecimila unità al lavoro all’anno da qui al 2030”.

Nel mondo dell’edilizia in Toscana, secondo la Filca-Cisl, i lavoratori a partita Iva sono oggi il 49% degli occupati. Dal 2009 al 2017 i permessi a costruire sono diminuiti per gli edifici residenziali del 41% a livello nazionale e del 48,7% in Toscana, e i bandi di gara sono passati dai 1.589 del 2008 ai 785 del 2017. Riccio ha anche ricordato che “il contratto nazionale del settore edile è scaduto da due anni e il rinnovo non può essere rimandato oltre”.

Tav Firenze, Cisl: “Ora subito i lavori”

Filca e Fit, i sindacati edili e dei trasporti della Cisl, dopo lo sblocco sulle terre di scavo: “oltre dieci anni di attesa sono davvero troppi. Creare un ufficio di monitoraggio per sbloccare subito eventuali intoppi.”

“Pare essersi finalmente sbloccata l’annosa questione dello smaltimento delle terre di scavo per la realizzazione del nodo fiorentino dell’alta velocità. Prendiamo atto di questa buona notizia, ma chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di non perdere altro tempo per realizzare questa opera di fondamentale importanza per il territorio, anche perché 10 anni di attesa ci sembrano un lasso di tempo più che sufficiente”. A dirlo sono Simona Riccio e Stefano Boni, segretari generali toscani di Filca e Fit, i sindacati delle costruzioni e dei trasporti della Cisl.

“Bisogna fare in fretta – sottolinea Riccio – perché ai nostri lavoratori è stato chiesto un sacrificio pesante, insostenibile. Nel cantiere Nodavia, per esempio, ci sono 50 lavoratori tra operai e impiegati, ma si lavora a giornata perché in attesa del via libera al cosiddetto Put, il piano per l’utilizzo delle terre di scavo. Stesso problema nel cantiere Ergon di Campo di Marte: dopo gli sviluppi delle indagini è stata rimontata la fresa a tempo di record, ma in attesa del via libera ci sono soltanto pochissimi lavoratori addetti alla guardiania e alla manutenzione, con costi elevatissimi per il noleggio dei mezzi. In questo cantiere, iniziato da quasi 10 anni, si va avanti tra improvvise accelerazioni di fasi di lavoro, con l’impiego di 200 addetti, e fasi di blocco improvviso, con ricorso agli ammortizzatori sociali. Una situazione inaccettabile”.

“Le Ferrovie – aggiunge Boni – prevedono che per finire tutti i lavori siano necessari altri tre anni. Dopo 10 anni di stallo è arrivato davvero il momento assumersi le responsabilità e di rimboccarsi le maniche, dotando così Firenze e tutta la regione di un’opera strategica e attesa da cittadini e turisti. Bisogna scongiurare il rischio di passarne altri 10, di anni, tra lungaggini burocratiche e stop improvvisi ai lavori. Il potenziamento delle nostre infrastrutture non potrà che avere effetti benefici, sull’alta velocità, ma sopratutto sul trasporto regionale su ferro, liberando binari di superficie e rendendo la stazione di Firenze Santa Maria Novella accessibile ad un maggior numero di treni locali, senza contare le ricadute sull’economia regionale”.

Per questo Riccio e Boni rilanciano la necessità di creare “un apposito ufficio pubblico” snello per monitorare il progetto TAV e prevenire eventuali ulteriori imprevisti, risolvendo subito le eventuali criticità: “Gli enti pubblici preposti, assumano insieme questa decisione, segnando una volontà anche fattiva di superare i problemi e realizzare quest’opera importantissima anche per la viabilità della città di Firenze.”

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