Fondaz. Caponnetto: “attenzione alla presenza della ‘Ndrangheta nel porto di Livorno”

Il presidente Calleri: “Se un porto è usato per i traffici internazionali di droga significa che è in parte controllato dall’organizzazione criminale che lo usa per non mettere a rischio il proprio investimento”.ASCOLTA L’INTERVISTA

“Ieri al porto di Livorno si è assistito ad un sequestro record di 3.3 tonnellate di cocaina dirette a Marsiglia. Oltre ai complimenti alle autorità inquirenti ed alle forze dell’ordine Francesi ed Italiane, come Fondazione Caponnetto non possiamo non ricordare che da anni chiediamo un maggiore controllo dei porti toscani con in primis quello di Livorno. Il nostro ultimo intervento risale alla relazione del 3 gennaio 2020. Il porto di Livorno, ma non solo – abbiamo scritto e detto nel corso di una conferenza stampa -, sarà un osservato speciale nel 2020. Non è possibile avere paura di affrontare la questione che se un porto è usato per i traffici internazionali di droga significa che è in parte controllato dall’organizzazione criminale – la ‘ndrangheta nel caso di Livorno – che lo usa per non mettere a rischio il proprio investimento. Colpevole non affrontare il problema. Non abbassiamo la guardia!”

Sirignano: “Anche Toscana subisce invasione capitale mafioso”

?Firenze, si è tenuta, questa mattina, la conferenza di presentazione dell’attività per il 2020 della Fondazione Antonino Caponnetto sulla lotta alle mafie. Tra gli interventi, quello del sostituto procuratore antimafia Cesare Sirignano.

“La Toscana come le altre regioni del Nord Italia nel corso degli anni ha subito un’invasione del capitale mafioso – ha esordito Sirignano durante la conferenza sulla lotta alle mafie -, perché sono state effettuate operazioni attraverso imprese che non essendo direttamente riconducibili alle organizzazioni criminali, ma essendo ad esse collegate, hanno avuto ampio spazio di operatività”.

“Il problema per la Toscana – ha aggiunto il magistrato – è quelle del finanziamento di alcune attività da parte delle organizzazioni criminali, le operazioni di riciclaggio in questo territorio sono numerosissime”. “La mafia è ovunque, questo è un dato di fatto – ha detto ancora Sirignano -. In Italia tutte le regioni sono interessate dal fenomeno mafioso nel su complesso”, che “non è meno pericoloso dove si manifesta in silenzio”.

“La ramificazione delle mafie – ha spiegato sempre Sirignano – è avvenuta attraverso gli investimenti” perché “lo scopo della criminalità organizzata non è il controllo del territorio ma l’arricchimento”. Sempre per quanto riguarda la Toscana, “c’è la possibilità di intervenire preventivamente, rafforzando la resistenza civica con la consapevolezza che la mafia c’è, anche quella straniera”.

In Toscana “c’è una escalation della criminalità straniera, albanese e nigeriana, che rappresenta una delle priorità delle emergenze su cui impiegarsi ed aumentare il contrasto. Il fenomeno dell’immigrazione è legato a quello criminale – ha affermato sempre il magistrato -, se entrano 10, 100, 200mila persone che non lavorano e vengono da territori dove c’è fame, è chiaro che questo è un terreno fertile per la criminalità”.

“Stiamo assistendo a un aumento esponenziale della criminalità straniera – ha concluso – che interessa anche la Toscana”. Tra le attività portate avanti dalle mafie straniere in Toscana, ha detto ancora Sirignano, ci sono il traffico di stupefacenti e la tratta di esseri umani, portata avanti da “organizzazioni criminali nigeriane che controllano in numero enorme di giovani donne”.

“La Toscana rischia di essere divorata dalla mafia in silenzio”. Ha detto il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, presentando l’attività della fondazione per il 2020. “Oggi – ha aggiunto – dobbiamo stare attenti a nigeriani e cinesi. Il triangolo Firenze, Prato, Osmannoro è per la mafia cinese quello che Corleone era per la mafia siciliana”. In Toscana, ha aggiunto Calleri, “la mafia è presente in modo diverso rispetto ad altre regioni, la mafia moderna si evolve e qui si comporta in modo silenzioso”.

“Andrebbero fatte verifiche sulle acquisizioni di locali, noi stimiamo che nel 60% dei casi ci sia il rischio di riciclaggio di denaro sporco – ha detto ancora -. Troppi pagano affitti enormi, hanno alte spese di gestione e non si capisce come fanno a restare aperti con questi costi, non solo a Firenze ma anche in altre zone turistiche” della regione.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il Presidente della Fondazione Antonino Caponneto Salvatore Calleri ed il sostituto procuratore nazionale antimafia Cesare Sirignano:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/01/200103_05_MAFIA-IN-TOSCANA_CALLERI-SIRIGNANO.mp3?_=2

Fondazione Caponnetto: “Toscana terra di criminalità organizzata”

?Firenze, la Fondazione Caponnetto, ha presentato un Focus dal titolo ‘Mafia In Toscana 2018’, che ha al suo centro i dati e l’analisi dei fenomeni malavitosi in Toscana.

“Al 3 di questo mese – si legge nel comunicato della Fondazione Caponnetto –  sono 132 in Toscana i gruppi criminali nei cui confronti sono stati eseguiti dei provvedimenti e si stima in 15 miliardi di euro il fatturato della mafia nella nostra regione. Ce n’è abbastanza per dire che la Toscana è terra di criminalità organizzata ed è in parte colonizzata dalla mafia”.

“La Toscana non è una terra di mafia ma la mafia c’è. È uno slogan creato dalla Fondazione Caponnetto una decina di anni fa. Una decina di anni fa appunto. In quel periodo era quasi rivoluzionario parlare di Toscana terra non di mafia in cui la mafia c’è.
Oggi invece quando lo rilanciano altre organizzazioni in altre situazioni è diventato quasi uno slogan soporifero e tranquillizzante. La Toscana oggi è una terra con alcuni punti deboli in un momento tra l’altro il cui quadro sociale è cambiato.
Il principale punto debole è quello che in Toscana esiste la automertà, ossia la paura di affrontare la mafia in modo effettivo e non a parole. La paura di vedere che la mafia e la criminalità organizzata sono molto presenti. La paura di dover riconoscere che in Toscana si sversano i rifiuti.
Negli ultimi tempi sono avvenuti alcuni cambiamenti culturali che aprono nuovi scenari”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/04/180413_08_FORUM-MAFIA_CALLERI.mp3?_=3
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