Rigassificatore, Cingolani: “Piombino dovrà avere compensazioni adeguate”

“Piombino può dire di aver fatto un’operazione per l’Italia che non ha fatto nessun altro e per questo dovrà avere compensazioni adeguate”. Lo ha detto il ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani, in un’intervista al quotidiano Il Tirreno, parlando del progetto del rigassificatore a Piombino, in provincia di Livorno.

Intanto a Piombino si è formato un trasversale fronte del no al rigassificatore, un movimento che al netto delle questioni tecniche e di sicurezza contesta una scelta che giudica calata dall’alto.

“Mi stupisce questa contestazione – ha ripreso Cingolani. Io ho incontrato due volte il sindaco di Piombino e ho avuto e ho la massima attenzione al territorio: come ho detto al sindaco abbiamo valutato tutte le altre possibilità, ma questa, che non è un’installazione permanente, è l’unica soluzione possibile se vogliamo garantire in tempi brevi sicurezza e indipendenza energetica al Pese. Piombino può dire di aver fatto un’operazione per l’Italia che non ha fatto nessun altro e per questo dovrà avere compensazioni adeguate”.

“Intanto i tempi: la guerra è scoppiata 120 giorni fa, in due mesi il mio ministero ha realizzato un piano di diversificazione energetica, che prevede due rigassificatori non permanenti, e subito abbiamo contattato gli enti locali interessati. Il governo ha nominato poi un commissario, per la Toscana il presidente della Regione Giani, per facilitare le operazioni e tranquillizzare i cittadini. Siamo il primo Paese in Europa ad aver diversificato le sorgenti di gas tra naturale e liquido, e questo ci renderà energeticamente autonomi dalla Russia entro il 2024”.

Per quanto riguarda la paura dei cittadini sulla pericolosità dell’impianto Cingolani ha spiegato: “L’impianto è sicuro, sono state fatte tutte le verifiche tecniche. Ed è un impianto temporaneo”. Il ministro ha spiegato che quella di Piombino: “È una scelta tecnica e molto ponderata: abbiamo valutato tutti i candidati ma servivano caratteristiche precise: pescaggio sufficiente, bacino ampio, vicinanza alle tubazioni. I posti migliori sono risultati Piombino e Ravenna, ma Piombino è il primo perché qui per allestire la nave rigassificatrice bastano 12 mesi, l’inizio del 2023; a Ravenna ne servono per ragioni tecniche 8 in più”. Quindi vuol dire che o Piombino o si stacca la luce?

“Senza questa soluzione dovevo staccare la luce e chiudere le fabbriche all’Italia – ha spiegato infine Cingolani – Per questo come ho detto al sindaco, che ho visto la seconda volta l’8 giugno insieme ad altre forze politiche, faremo di tutto per compensare lo sforzo della città, risponderemo alle istanze del territorio che capisco benissimo ha una serie di problemi e di esigenze: le bonifiche, il passaggio alle rinnovabili per l’industria metallurgica”.

Coltano, Bonelli (EV): nuova base distrugge 70 ha parco. Imbarazzante silenzio ministro Cingolani

“L’area in cui andrebbe a sorgere la base militare si trova infatti all’interno del perimetro del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, un’area protetta da stringenti vincoli ambientali e paesaggistici” denuncia il co-portavoicedi Europa Verde Angelo Bonelli

“Come Europa Verde chiediamo al governo di rivedere assolutamente la scelta di collocare una nuova base militare a Coltano (PI) che andrebbe completamente a devastare 70 ha del parco di San Rossore. E’ una vergogna distruggere questo Parco, che avrebbe dovuto offrire un modello di sviluppo alternativo alla fabbrica in crisi e a un turismo che consumava territorio e risorse”. Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che prosegue:

“L’area in cui andrebbe a sorgere la base militare si trova infatti all’interno del perimetro del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, un’area protetta da stringenti vincoli ambientali e paesaggistici” sottolinea Bonelli. Che aggiunge “secondo i comitati e le associazioni del luogo, i lavori andrebbero a impegnare oltre 70 ettari di terreno nei boschi, con piano da oltre 440mila metri cubi, sacrificando una vasta area protetta per esigenze militari inconciliabili con gli obiettivi per cui l’Ente Parco era stato concepito, applicando le misure di semplificazione dell’art. 44 del decreto-legge 31 maggio 2021, scavalcando l’autorità del Parco e delle amministrazioni locali. Una scorciatoia in contrasto con tutti gli atti di pianificazione vigenti, quindi un pessimo esempio per l’intera società civile nel silenzio totale del ministro Cingolani.”

“Siamo dalla parte – conclude Bonelli – di tutte le associazioni locali e dell’Ente Parco, che ha già dato parere negativo per questo progetto, e di tutti quelli che credono in una politica pacifista, di difesa comune e della natura e per questo chiederemo in una lettera a Draghi di revocare questa decisione”.

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