Texprint: sgombero dei lavoratori in sciopero, Sì Cobas denuncia “2 operai feriti”

Momenti di tensione e due lavoratori risulterebbero feriti durante lo sgombero dei lavoratori della Texprint di Prato che da 40 giorni sono mobilitati. Sabato manifestazione di solidarietà.

Grande gara di solidarietà coi lavoratori, quasi tutti indiani e bengalesi, dell’azienda Texprint di Prato, una stamperia tessile, dove da 40 giorni è in corso uno sciopero indetto dai Cobas e da circa 20 giorni è attivo un “picchetto permanente davanti ai cancelli dell’azienda, la lotta dei lavoratori di Texprint riceve il sostegno di decine di cittadini di Prato e dintorni”.
Nell’ultima settimana, riferisce sempre la stessa sigla Si Cobas, “tantissime persone hanno continuato a raggiungere il presidio permanente in via Sabadell, nel cuore del Macrolotto di Prato, per portare il loro aiuto concreto. Cibo, tende, mascherine, disinfettante, gazebo, batterie, legna, ombrelloni, frutta, brandine, coperte… Una prova di solidarietà emozionante che dimostra quanto i lavoratori non siano soli nella loro battaglia, per la dignità e il rispetto delle leggi sul lavoro e del contratto nazionale”.
La sigla rivolge a “tutta la cittadinanza di Prato un invito a continuare a sostenere questa importantissima vertenza con un supporto materiale nei confronti dei lavoratori. I 18 lavoratori di Texprint si stanno mettendo in gioco in prima persona per mettere un freno al cancro dell’imprenditoria illegale che affligge il distretto tessile” di Prato. Annunciata una manifestazione a Prato per sabato 6 marzo alle ore 16.30 in piazza del Comune, per dare “sostegno a questa battaglia fondamentale per i diritti, la dignità e la democrazia, che sta facendo luce su un sistema di sfruttamento sistematico nel distretto tessile a cui è arrivato da tempo il momento di dire basta”.
E questa mattina ci sono stati momenti di tensione: secondo quando riferiscono i delegati Si Cobas la Questura di Prato è intervenuta per tentare di sgomberare i lavoratori.  “Due operai sono stati feriti e portati in Questura. I lavoratori stanno continuando a resistere e in molti stanno uscendo dalle fabbriche vicine per portare supporto”.
Sarah Caudiero del Si Cobas di Prato

Prato, console cinese a connazionali: “rispetto delle regole fondamentale”

E’ emerso ieri, da un lungo incontro tra il console generale di Cina a Firenze, Wang Wengang, e il questore di Prato, Alessio Cesareo, che la difficoltà di integrazione della comunità cinese a Prato è dovuta anche al basso rispetto delle regole da parte dei suoi componenti; per la diplomazia cinese questo è un obiettivo su cui è necessario agire insieme alle autorità italiane.

I due, ad quanto si evince da una nota della questura, si sono intrattenuti ad affrontare temi riguardanti la comunità cinese a Prato, una tra le più consistenti in tutta l’Unione Europea. Il console, che nell’incontro avrebbe più volte fatto cenno a recenti contatti coi cinesi residenti a Prato, ha riferito che in città “esiste un numero di aziende cinesi virtuose, in piena regola con le norme che regolano il diritto del lavoro, che potrebbero svolgere un ruolo di riferimento informativo per tutte quelle aziende non ancora in regola”, volendo specificare che “il rispetto delle regole in questo campo è fondamentale ed è ritenuto obiettivo prioritario tra i programmi del Consolato”.

Il console generale di Cina a Firenze, Wang Wengang, auspica “che nel breve periodo possano effettuarsi incontri con i cittadini cinesi di Prato, con rappresentanti dell’ufficio diplomatico e della questura affinché, in maniera condivisa, si possa contribuire fattivamente all’attività d’integrazione della comunità cinese”.

Tuttavia, tra le principali difficoltà, secondo il diplomatico cinese, ci sarebbe anche la bassa scolarizzazione degli immigrati dalla Cina: “Il console – riferisce la questura – è a conoscenza che la comunità cinese a Prato nel suo complesso è ancora pervasa da aree di ignoranza normativa e delle regole che caratterizzano la convivenza sul territorio nazionale; ciò premesso, ritiene che il deficit sia dovuto ad una bassa scolarizzazione dei cittadini cinesi di prima generazione, che a volte hanno difficoltà d’espressione e di relazione all’interno della stessa comunità”.

Proprio oggi, nonostante l’appello del consolato, è stato arrestato un 38enne imprenditore cinese, titolare di una ditta di confezione tessile Tignamica, nel comune di Vaiano (Prato), per impiego di manodopera clandestina: l’attività è stata sospesa, mentre l’ispettorato del lavoro ha comminato una multa da 85mila euro.

Prato: Si Cobas “intervento violento contro operai durante picchetto panificio”

“Intervento violento” contro lavoratori in sciopero, “4 operai ammanettati, portati in questura e poi rilasciati, altri feriti”. E’ quanto denuncia Si Cobas di Prato sull’intervento della polizia intorno alle 4 di questa mattina davanti ai cancelli di un panificio in via Vannucchi a Prato, dove era in corso un picchetto di alcuni operai della Cooperativa Giano in sciopero. La vertenza va avanti da tempo: Si Cobas chiede, spiega una nota, “la riassunzione dei delegati sindacali licenziati e rispetto del Ccnl di categoria, la fine dell’utilizzo illegittimo del Ccnl Multiservizi”.

foto Tv Prato

“I lavoratori – afferma il sindacato – erano tornati ai cancelli dalla mezzanotte con blocco totale dello stabilimento”, e un analogo picchetto era stato organizzato davanti allo stabilimento di Collesalvetti (Lucca). “Lo sciopero arrivava dopo il fallimento delle trattative con la Cooperativa Giano”. Sull’accaduto Si Cobas ha tenuto stamani una conferenza stampa nel capoluogo toscano davanti alla sede di Unicoop Firenze: la Cooperativa Giano lavora per il Panificio toscano fornitore tra l’altro dei negozi Unicoop. L’agitazione sindacale, conclude Si Cobas, “continua ad oltranza” fino a quando “la Cooperativa Giano non deciderà di ricevere le richieste dei lavoratori, a maggior ragione dopo i gravissimi fatti di questa notte”.

Intanto fonti di Unicoop Firenze spiegano che ispezioni sono state effettuate presso i fornitori, come accade regolarmente e che dai controlli non sono risultate irregolarità per la rescissione del contratto.

Un intervento legato alla “resistenza passiva” posta in essere da circa 50 persone per impedire la distribuzione dei prodotti panificati e che, “a fronte dell’immediato intervento del personale della Questura di Prato, ha avuto regolare svolgimento con l’uscita dei mezzi dal panificio per le relative consegne”. Così la questura di Prato in una nota in merito a quando accaduto in via Vannucchi. “Sono state identificate quattro persone – si spiega ancora dalla questura – che, nella fase del primo intervento, hanno opposto resistenza passiva nei confronti degli operatori di Polizia, poi accompagnate negli uffici della Questura per essere deferite all’Autorità giudiziaria”.

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