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Prato, console cinese a connazionali: “rispetto delle regole fondamentale”
E’ emerso ieri, da un lungo incontro tra il console generale di Cina a Firenze, Wang Wengang, e il questore di Prato, Alessio Cesareo, che la difficoltà di integrazione della comunità cinese a Prato è dovuta anche al basso rispetto delle regole da parte dei suoi componenti; per la diplomazia cinese questo è un obiettivo su cui è necessario agire insieme alle autorità italiane.
I due, ad quanto si evince da una nota della questura, si sono intrattenuti ad affrontare temi riguardanti la comunità cinese a Prato, una tra le più consistenti in tutta l’Unione Europea. Il console, che nell’incontro avrebbe più volte fatto cenno a recenti contatti coi cinesi residenti a Prato, ha riferito che in città “esiste un numero di aziende cinesi virtuose, in piena regola con le norme che regolano il diritto del lavoro, che potrebbero svolgere un ruolo di riferimento informativo per tutte quelle aziende non ancora in regola”, volendo specificare che “il rispetto delle regole in questo campo è fondamentale ed è ritenuto obiettivo prioritario tra i programmi del Consolato”.
Il console generale di Cina a Firenze, Wang Wengang, auspica “che nel breve periodo possano effettuarsi incontri con i cittadini cinesi di Prato, con rappresentanti dell’ufficio diplomatico e della questura affinché, in maniera condivisa, si possa contribuire fattivamente all’attività d’integrazione della comunità cinese”.
Tuttavia, tra le principali difficoltà, secondo il diplomatico cinese, ci sarebbe anche la bassa scolarizzazione degli immigrati dalla Cina: “Il console – riferisce la questura – è a conoscenza che la comunità cinese a Prato nel suo complesso è ancora pervasa da aree di ignoranza normativa e delle regole che caratterizzano la convivenza sul territorio nazionale; ciò premesso, ritiene che il deficit sia dovuto ad una bassa scolarizzazione dei cittadini cinesi di prima generazione, che a volte hanno difficoltà d’espressione e di relazione all’interno della stessa comunità”.
Proprio oggi, nonostante l’appello del consolato, è stato arrestato un 38enne imprenditore cinese, titolare di una ditta di confezione tessile Tignamica, nel comune di Vaiano (Prato), per impiego di manodopera clandestina: l’attività è stata sospesa, mentre l’ispettorato del lavoro ha comminato una multa da 85mila euro.
Prato: Si Cobas “intervento violento contro operai durante picchetto panificio”
“Intervento violento” contro lavoratori in sciopero, “4 operai ammanettati, portati in questura e poi rilasciati, altri feriti”. E’ quanto denuncia Si Cobas di Prato sull’intervento della polizia intorno alle 4 di questa mattina davanti ai cancelli di un panificio in via Vannucchi a Prato, dove era in corso un picchetto di alcuni operai della Cooperativa Giano in sciopero. La vertenza va avanti da tempo: Si Cobas chiede, spiega una nota, “la riassunzione dei delegati sindacali licenziati e rispetto del Ccnl di categoria, la fine dell’utilizzo illegittimo del Ccnl Multiservizi”.
“I lavoratori – afferma il sindacato – erano tornati ai cancelli dalla mezzanotte con blocco totale dello stabilimento”, e un analogo picchetto era stato organizzato davanti allo stabilimento di Collesalvetti (Lucca). “Lo sciopero arrivava dopo il fallimento delle trattative con la Cooperativa Giano”. Sull’accaduto Si Cobas ha tenuto stamani una conferenza stampa nel capoluogo toscano davanti alla sede di Unicoop Firenze: la Cooperativa Giano lavora per il Panificio toscano fornitore tra l’altro dei negozi Unicoop. L’agitazione sindacale, conclude Si Cobas, “continua ad oltranza” fino a quando “la Cooperativa Giano non deciderà di ricevere le richieste dei lavoratori, a maggior ragione dopo i gravissimi fatti di questa notte”.
Intanto fonti di Unicoop Firenze spiegano che ispezioni sono state effettuate presso i fornitori, come accade regolarmente e che dai controlli non sono risultate irregolarità per la rescissione del contratto.
Un intervento legato alla “resistenza passiva” posta in essere da circa 50 persone per impedire la distribuzione dei prodotti panificati e che, “a fronte dell’immediato intervento del personale della Questura di Prato, ha avuto regolare svolgimento con l’uscita dei mezzi dal panificio per le relative consegne”. Così la questura di Prato in una nota in merito a quando accaduto in via Vannucchi. “Sono state identificate quattro persone – si spiega ancora dalla questura – che, nella fase del primo intervento, hanno opposto resistenza passiva nei confronti degli operatori di Polizia, poi accompagnate negli uffici della Questura per essere deferite all’Autorità giudiziaria”.