🎧 Orientamento scolastico: al via ‘Fai la scelta giusta’ iniziativa per studenti ITS

L’iniziativa, ‘Fai la scelta giusta’, nasce da un’indagine di Confindustria Toscana secondo la quale circa il 70% delle imprese prevede di assumere nei prossimi mesi e tra queste quasi il 60% è alla ricerca di profili tecnici (nel manufatturiero l’incidenza sale al 65%).

Fai la scelta giusta‘ è l’iniziativa presentata dalla Regione, assieme a Confindustria Toscana, per l’orientamento delle ragazze e dei ragazzi a scegliere in modo consapevole e informato il proprio percorso di studi. Un aiuto anche per le famiglie che in questo modo possono affidarei i propri figli e figlie al percorso più adatto a loro.

Una campagna di comunicazione pensata per la formazione tecnica e professionale, per il rilancio del sistema produttivo regionale, per superare le differenze attraverso l’impegno a superare stereotipi di genere che ancora troppo spesso penalizzano le donne nel mondo del lavoro. L’iniziativa nasce da un’indagine di Confindustria Toscana secondo la quale circa il 70% delle imprese prevede di assumere nei prossimi mesi e tra queste quasi il 60% è alla ricerca di profili tecnici (nel manufatturiero l’incidenza sale al 65%).

Inoltre, sempre secondo l’indagine, oltre 6 imprese su 10 tra quelle che intendono assumere profili tecnici ricercano esperti in meccanica, meccatronica ed energia. Oltre il 50% delle imprese dichiara che tali figure risultano difficili da trovare. Sono molte, poi, le imprese che ricercano diplomati in informatica e in telecomunicazioni.

In pratica, per le imprese dei comparti dell’industria della moda e della meccanica, il commercio, i servizi turistici e i servizi operativi alle imprese e alle persone, risulta sempre più difficile reperire personale qualificato. Trasversalmente gli indirizzi elettronico e meccanico servirebbe più personale qualificato con un maggior numero di diplomati, per soddisfare i fabbisogni annuali che queste imprese manifestano.

Nella settore della moda, 4 figure professionali su 10 sono di difficile reperimento. Per l’approfondimento:

In podcast l’intervista all’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini, e alla Coordinatrice di Confindustria Toscana Patrizia Alma Pacini, a cura di Lorenzo Braccini.

L’alta domanda dei profili tecnici è confermata anche dall’indagine excelsior – Unioncamere Anpal – che indaga i fabbisogni occupazionali e formativi delle imprese dell’industria e dei servizi. Secondo questo studio, nel 2021 le entrate nel mondo del lavoro, nel 29% dei casi interessano i profili tecnici mentre le qualifiche professionali si fermano al 23% e i laureati all’11%.

Lavoro: in Toscana; donne più istruite e più occupate

La Toscana è la seconda regione italiana, dopo l’Emilia Romagna, per livello di partecipazione al lavoro femminile e per differenza rispetto a quella maschile.

Donne più istruite e più occupate, insomma, nella Toscana degli ultimi 30 anni dove ora, ben l’83% dell’occupazione femminile è nel terziario contro il 60% di quella maschile. Occupazione, spiega una nota, che si concentra in particolare nei settori della pubblica amministrazione, della sanità, dell’istruzione e del commercio e molto meno, invece, nell’industria e nel terziario privato avanzato, dove le possibilità di carriera restano ancora decisamente inferiori a quelle degli uomini. Le toscane, ad esempio, sono ancora poco rappresentate tra i dirigenti e gli imprenditori.

Nell’imminente ricorrenza dell’8 marzo, con il libro ‘La storia illustrata del lavoro femminile in Toscana’, scritto da Alessandra Pescarolo, Anna Badino, Natalia Faraoni e Giuseppe Meucci, la casa editrice Pacini Editore invita a una riflessione sul rapporto tra donne e lavoro. Nel volume, attraverso dati statistici e un ricco apparato fotografico, si disegna il quadro dell’evoluzione dell’occupazione femminile che, al netto delle criticità da più parti segnalate, fa comunque della Toscana un vero e proprio modello. Chiude il volume una appendice con le storie di undici donne, undici toscane, eccellenti e di successo in molti campi, dalla politica alla scienza, dallo spettacolo a letteratura e giornalismo: Clara Calamai, Fausta Giani Cecchini, Laura Diaz, Oriana Fallaci, Wanda Ferragamo, Margherita Hack, Maria Eletta Martini, Nicla Migliori, Ilaria Occhini, Emma Perodi e Paola Piaggio.

“Con questo libro – spiega Patrizia Alma Pacini, ad di Pacini Editore -, in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo ci piace contribuire alle riflessioni sul ruolo della donna che questa
giornata ogni anno porta con sé. Abbiamo così promosso, per tutto il mese, la campagna ‘Speriamo che sia femmina. Cultura innovazione conoscenza’, tre virtù al femminile e anche tre indirizzi su cui si muove la nostra casa editrice, attraverso la pubblicazione di numerosi titoli dedicati al mondo femminile o scritti da donne”.

“Mi piace rimarcare – spiega Pacini – che la nostra industria, impegnata nella grafica e nell’editoria, può vantare la presenza di donne manager e responsabili in posizioni
apicali nei diversi settori. Posizioni che sono state conquistate dalle nostre collaboratrici per capacità e merito, non assegnate secondo logiche di quote rosa”.
“La ‘fotografia’ presentata in questo volume – spiega Stefano Casini Benvenuti, direttore Irpet (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana), autore della prefazione –
racconta una realtà precedente alla pandemia da Covid. Il nostro Istituto sta lavorando sul monitoraggio di dati e di effetti che, già ora, descrivono un peggioramento della situazione”.

Casini Benvenuti rimarca come il ruolo delle donne sia stato “importante nella storia economica della Toscana per le diverse funzioni da esse svolte nelle diverse fasi e contesti in cui hanno operato. Nelle campagne prima, e poi anche nelle città, le donne hanno svolto una molteplicità di lavori: dalla gestione degli animali da cortile a quella dell’orto, dai lavori nei campi a quelli dell’industria rurale sino al più recente lavoro a domicilio per l’industria manifatturiera. Tutte attività in cui il tempo di lavoro si mescolava con quello della cura della casa, dei figli, degli anziani. Lo sviluppo impetuoso del terziario ha poi creato condizioni idonee a cogliere le nuove esigenze dando un contributo decisivo all’innalzamento del tasso di occupazione femminile”.

A parità di condizioni, come per esempio il titolo di studio, i livelli retributivi sono mediamente più bassi, mentre il part-time è esteso soprattutto alle donne: circa un terzo delle toscane lavora a tempo parziale mentre per gli uomini non si arriva al 10%. A carico delle donne è rimasta inoltre una parte importante del welfare familiare. Il nodo della conciliazione tra tempi di cura e di lavoro rimane cruciale per le donne, continuando a penalizzarle e costringendole spesso a scegliere tra professione e maternità. Natalia Faraoni evidenzia che “Dal punto di vista delle disparità di genere, è evidente come, in
Toscana (e in Italia), la difficoltà di conciliare lavoro e cura dei cari sia soprattutto un problema delle donne. Guardando al tasso di occupazione femminile in Italia, quello delle madri tra i 25 e i 54 anni è del 57%, mentre quello delle donne in coppia senza figli è del 72,1%. I tassi di occupazione più bassi, inoltre – spiega la ricercatrice Irpet – , si registrano tra le madri di bambini in età prescolare. Un altro dato allarmante è quello delle dimissioni volontarie di maternità che permettono alla lavoratrice in attesa e alla madre con un figlio di età inferiore a un anno di lasciare il lavoro senza preavviso e accedere all’indennità di disoccupazione”.

Secondo le statistiche Irpet 2019, in Toscana dal 2012 esse sono quasi triplicate e nel 2018 riguardano circa il 15% delle donne aventi diritto. “Anche in questo caso – prosegue Faraoni – , colei che opta per le dimissioni lo fa per ragioni legate all’inadeguata offerta di servizi (49,1%) e per l’impossibilità di trovare una soluzione appropriata, in termini di orari e di modalità di lavoro, con l’azienda (20,4%)”.

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