Firenze, i residenti del centro storico tornano a chiedere un piano per la ‘malamovida’

Firenze – Il coordinamento dei comitati dei residenti del centro storico di Firenze lamenta che solo una piccola parte delle loro richieste contro la ‘malamovida’ è stata accolta da Palazzo Vecchio.

“A quattro mesi dall’incontro collegiale a Palazzo Medici Riccardi sulla malamovida non una delle nostre richieste è stata accolta, salvo in parte, quella sui tavolini all’aperto. Serve un piano complessivo di contrasto”. Questo è quanto rileva il coordinamento dei comitati dei residenti del centro storico di Firenze, attraverso i portavoce Paolo Ermini e Alessandro Villoresi, al termine di un incontro con l’assessore alla sicurezza urbana Benedetta Albanese.

“E’ stato chiesto all’assessore se il Comune ha finalmente maturato l’intenzione di far rispettare le regole che il Comune stesso si è dato, con il Patto per Firenze sicura e con il regolamento di polizia municipale – fa presente il coordinamento in una nota -. Documenti che prevedono entrambi il rispetto del diritto alla quiete notturna, con indicazioni precise sugli orari in cui ci deve essere rispetto del silenzio, e limiti precisi alla vendita e al consumo all’aperto di alcol”.

Il coordinamento “prende atto con soddisfazione della stretta sui minimarket con sanzioni e chiusure, ma tiene a ribadire che per la malamovida e la sicurezza serve un piano che parta proprio dalla chiarificazione, dalle diffusione e attuazione di norme da troppo tempo ignorate, e che per l’alcol il Comune dovrebbe organizzare una grande campagna sanitaria e culturale che, puntando su personaggi cari ai nostri ragazzi, apra un varco nel muro della sottovalutazione e dell’indifferenza con il coinvolgimento diretto dei ragazzi stessi”. Per il coordinamento, “l’assessore Albanese ha condiviso le nostre preoccupazioni e apprezzato l’approccio. Abbiamo pregato Albanese di tener conto che tra i cittadini non è stata minimamente scalfita la sensazione di essere abbandonati a se stessi”.

Strage Georgofili: ricomposto dipinto di Manfredi distrutto da esplosione

Per il ritorno del dipinto è stata organizzata una cerimonia sabato mattina, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio: sarà aperta dai saluti del sindaco di Firenze, Dario Nardella e all’incontro, parteciperanno il direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, oltre alla restauratrice Daniela Lippi e alla storica dell’arte e funzionaria degli Uffizi Maria Matilde Simari

Dopo un complesso restauro, il dipinto degli Uffizi “I giocatori di Carte” di Bartolomeo Manfredi – distrutto dell’esplosione della bomba all’accademia dei Georgofili, il 27 maggio 1993, torna alla città.E’ la conclusione, a 25 anni dalla strage, della campagna di raccolta fondi ‘Cultura contro terrore’ promossa da Corriere Fiorentino, Gallerie degli Uffizi e Ubi Banca per il restauro del dipinto. Con la cifra raggiunta, 26.527.50 euro, è stato finanziato l’intervento di recupero dell’opera, curato dalla restauratrice Daniela Lippi e ora giunto a compimento. Per il ritorno del dipinto è stata organizzata una cerimonia sabato mattina, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio: sarà aperta dai saluti del sindaco di Firenze, Dario Nardella e all’incontro, parteciperanno il direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, oltre alla restauratrice Daniela Lippi e alla storica dell’arte e funzionaria degli Uffizi Maria Matilde Simari. Il quadro, sarà poi esposto al pubblico nell’auditorium Vasari degli Uffizi, aperto eccezionalmente dopo il corteo che alle 1,04 di domenica notte si muoverà da Palazzo Vecchio al luogo dell’attentato. Resterà in mostra per tutta la settimana seguente, mentre al termine dei lavori per il Corridoio Vasariano, tornerà nel luogo in cui si trovava la notte della bomba.

La tela, si ricorda, era appesa di fronte alla finestra sulla torre dei Georgofili: con l’esplosione della bomba fu strappata dai vetri distrutti dal tritolo. Subito dopo l’attentato, fu messa in sicurezza e ricoperta con carta velina e così è rimasta per 24 anni. Grazie alle nuove tecnologie disponibili e a Daniela Lippi, si spiega, “quasi ogni frammento tra quelli recuperati dopo l’attentato, ha ritrovato il suo posto”, “una testimonianza viva che porterà per sempre le cicatrici di quella notte.

“Sono grato – afferma Schmidt – per il fatto che tante persone abbiano colto l’importanza di un gesto tanto simbolico quanto forte, come forte è il messaggio di civiltà in risposta alla viltà del terrorismo”. “Ubi Banca – spiegano Letizia Moratti e Andrea Moltrasio, presidenti del Consiglio di gestione e di quello di Sorveglianza di Ubi Banca – è particolarmente lieta di aver contribuito al crowdfunding che, con il contributo di decine di cittadini e aziende, ha permesso di restituire agli Uffizi” l’opera che, aggiunge Ermini, era “perfetta per riproporre il valore universale della cultura e, insieme, per tentare di gettare un ponte tra generazioni fatto di memoria”.

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