Giglio: ambientalisti chiedono stop abbattimenti mufloni e diffidano enti

La Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa) e l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) hanno presentato una  diffida indirizzata al presidente della Regione Toscana,  a quello della Provincia di Grosseto, al sindaco del Giglio e ovviamente all’Ente Parco Arcipelago toscano, per chiedere lo sto all’abbattimento dei mufloni

Provvedere  “all’adozione di misure di contenimento alternative valide e non cruente, capaci di tutelare la vita di altre specie, nel rispetto dei principi di cui alla normativa comunitaria, della Carta Costituzionale e dell’opinione pubblica, nettamente schierata per la tutela di questa specie” e dunque “revocare il provvedimento, e tutti gli atti conseguenti, aventi ad oggetto l’abbattimento dei mufloni dell’isola del Giglio”.

Lo chiedono, riporta una nota, la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa) e l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) in una diffida indirizzata al presidente della Regione Toscana, che dall’inizio del mese autorizza l’abbattimento dei mufloni, a quello della Provincia di Grosseto, al sindaco del Giglio e ovviamente all’Ente Parco Arcipelago toscano, promotore del progetto di eradicazione del muflone – considerato “specie invasiva” – dal Giglio.

Il ‘Piano di prelievo dei mufloni 2022-2023’, “approvato dalla giunta regionale toscana, consente di sparare fino al 15 marzo prossimo, senza distinzioni di sesso e di età”, ricordano e “a seguito di rimostranze da parte di cittadini e associazioni protezionistiche, l’Ente Parco aveva accettato di sospendere gli abbattimenti procedendo alla cattura degli animali per il loro trasferimento e sterilizzazione fuori dall’isola, in luoghi protetti, ma di tutto questo, a distanza di quasi un anno, nonostante anche l’impegno espressamente assunto dall’Ente in sedi pubbliche parlamentari, non è seguito alcun aggiornamento, non sono stati forniti dati relativi alle modalità di cattura e trasferimento dei mufloni dell’isola del Giglio e al monitoraggio degli esemplari ancora presenti: in altre parole, non si è avuto più alcun riscontro delle attività o, comunque, dei tentativi idonei ad applicare in primis dei metodi alternativi incruenti all’abbattimento degli ultimi esemplari rimasti”.

Pistoia, condannato a 18 mesi carcere per aver seviziato cagnolina

L’uomo, condannato dal tribunale di Pistoia, aveva torturato un piccolo cane Pincher, di nome Pilù, filmando le sevizie e postandole  sui social. Disposta la  sospensione condizionale della pena.

La sentenza è stata  emessa oggi dal tribunale di Pistoia nei confronti di Gaetano Foco, è stato condannato anche al risarcimento da liquidarsi in sede civile oltre che alla rifusione delle spese processuali. I fatti risalgono al maggio 2015 a Pescia. La cagnolina sarebbe appartenuta all’ex fidanzata dell’imputato. La denuncia arrivò oltre un anno dopo, nell’ottobre del 2016, quando Foco pubblicò un video che spiegava come mai improvvisamente la cagnolina, al rientro della ragazza, fosse in fin di vita per morire di lì a poco.

Al processo si era costituita parte civile  l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) e l’associazione Animalisti italiani che in concomitanza dell’udienza odierna ha nuovamente manifestato davanti al tribunale di Pistoia. “Chiediamo giustizia per Pilù” ha spiegato Walter Caporale, presidente dell’associazione, augurandosi per l’imputato “il massimo della pena, che in Italia purtroppo è soltanto di 18 mesi con la condizionale e di sei mesi di servizio civile, e stiamo lavorando con questo Parlamento affiché la nuova legge sui maltrattamenti preveda anche il carcere, come avviene in America e in altri paesi europei, per chi maltratta, tortura o uccide animali”.

Sempre Oipa spiega che i”. “È sempre più urgente una riforma del Codice penale che introduca un inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide animali – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto -. Gli animali devono essere considerati esseri viventi suscettibili di tutela diretta e non più indiretta solo perché oggetto del sentimento di pietà nutrito dagli esseri umani verso di loro. Purtroppo ancora non hanno una copertura legislativa diretta non essendo loro riconosciuta soggettività giuridica”.

Exit mobile version