Natale 2020 a Firenze: diverso, più intimo e (si spera), unico

Sono tanti i momenti che ricorderemo di questo 2020. Un anno che ha segnato le vite di tutti noi e che ha cambiato le nostre abitudini che davamo per scontate. Già, per scontate. Cosa c’è di più scontato del momento del Natale. Del ricongiungimento con un parente caro, con il nonno che ci allunga una banconota strizzandoci l’occhio, con quello zio che ci fa sempre tanto ridere, con quei parenti che durante l’anno sentiamo poco, “ma tanto ci si vede a Natale”. Seduti alla stessa tavola a raccontarci come va la vita. Il 2020 lo racconteremo, certo, lo racconteremo seduti tutti insieme. Ma l’anno prossimo, perlomeno. Quest’anno, appunto, sarà diverso.

Sarà un Natale diverso per Iacopo, una laurea in Scienze Politiche discussa online come molti suoi colleghi e le festività tra le mura casalinghe. “Il 16 dicembre ho discusso la mia tesi online – afferma Iacopo -, causa restrizioni, naturalmente, non ho potuto festeggiare con gli amici. Mi sono limitato a farlo in famiglia, così come questo Natale 2020 che passerò con babbo e mamma e mia sorella, anziché andare nel Lazio dai miei parenti. Quello che mi manca di più è lo spirito natalizio per le strade. Basta uscire un po’ per rendersi conto che non è un Natale come tutti gli altri”.
Un Natale all’insegna della sobrietà e di tavolate ristrette, come vuole il Dpcm emanato dal Governo il 3 dicembre. Misure necessarie per contenere il contagio da coronavirus. Misure che però si aggiungono a quelle di dieci mesi davvero difficili.

Simona lavora nel mondo della musica, ufficio stampa e agente di booking. Un settore in crisi da mesi e che a fatica sta provando a rialzarsi. Anche per lei Natale 2020 non sarà lo stesso.
“Penso che questo Natale sarà diverso perché ci mostra una grande contraddizione. Anno scorso dopo il pranzo con i parenti sentii una gran voglia di evadere di abbracciare i miei amici. Andai al concerto dei ‘New York SKA Jazz Ensamble’ alla Flog. Il 25 dicembre a scatenarsi sotto al palco assieme a tanti altri ragazzi, che come me avevano lo stesso desiderio di evadere di casa, dopo ore di costrizione tra panettone, tombolata e parenti. Quest’anno ti posso dire che mi mancano entrambe le cose. Mi manca non potermi scatenare ad un concerto, ma mi manca allo stesso modo non poter passare del tempo con la mia famiglia al completo. Mi manca vedere gli zii e mi manca stare con le persone che si riuniscono per ascoltare musica. E questo è davvero triste.”

Lo può confermare anche Andrea, “Un Natale diverso anche per me che quest’anno anziché riunire la famiglia a casa nostra ci limiteremo al pranzo senza le visite dei cugini e dei miei zii che abitano fuori dal Comune di Firenze”. Andrea prima della pandemia giocava a calcio in una squadra di Firenze. “Mi manca giocare a calcio e respirare l’odore dell’erba. Sfidarsi la domenica, allenarsi durante la settimana. È stato un anno difficile, ma sono sicuro che stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel”.

David è uno studente fuori sede al Politecnico di Milano da due anni; prima delle restrizioni tra Regioni ha preso un treno per tornare a casa. “Perché il Natale va passato almeno in famiglia” – sostiene David che aggiunge – “ho passato gli ultimi mesi a Milano, lì le restrizioni si sono fatte sentire parecchio. Quest’anno sento che manca proprio lo spirito natalizio. Onestamente non mi sento neanche di scrivere gli auguri come ogni anno. Non è guardando un film in casa, come stiamo facendo ormai da molti mesi, che si esprime lo spirito del Natale. Mi piacerebbe andare a visitare un mercatino o passare il pomeriggio del 25 con i parenti a giocare a tombola. No, Natale 2020 non sarà lo stesso- Sarà invece un giorno molto simile a quelli che abbiamo vissuto in questi mesi”.

Molti settori sono stati colpiti dalla pandemia da Coronavirus, e tra questi figura sicuramente il mondo dello spettacolo. Cinema e teatri sono chiusi da molto tempo e il futuro è per molti, incerto. Alessandro, regista e attore però non si perde d’animo: “Quest’anno passerò il Natale con mia moglie e il nostro cane. L’ultimo spettacolo che ho portato in scena è stato a Febbraio, per adesso sto scrivendo molto e aspetto di poter tornare sul palco. Non è un periodo facile e la voglia di lasciarsi andare è tanta. Di chiudersi, di abbandonare il lavoro fatto fin qui. Ma spesso mi confronto con i miei colleghi e ci facciamo forza:  stiamo progettando tanto materiale per il 2021 che siamo sicuri, sarà di riscatto.”

Per  Beatrice non sarà il solito Natale. Abituata a viaggiare, in questo periodo ci si deve armare di pazienza. “Di solito a Natale sono abituata a viaggiare, ad andare dai miei parenti che vivono negli Stati Uniti. Non li vedo da l’anno scorso e mi mancano. Ma cerco di vedere le cose positive. Per esempio, quest’anno, per la prima volta, potrò stare con entrambi i miei genitori che di solito lavorano. Pranzeremo noi tre insieme e progetteremo il prossimo viaggio da fare non appena tutto questo sarà un ricordo.”

Filippo studia Economia in Germania e nei giorni scorsi è tornato a casa con un aereo. “Natale lo passo in famiglia in modo diverso quest’anno. Non mi potrò muovere e vedere i miei amici la sera del 25, come era nostra tradizione. Ma va bene così, ci siamo rivisti nei giorni scorsi all’aperto e rispettando il distanziamento. In Germania è un po’ diverso rispetto all’Italia” – mi spiega Filippo al telefono – “non abbiamo l’obbligo di mascherina negli spazi all’aperto e la mia Università ci consente di seguire le lezioni in presenza.  Inoltre a Francoforte, dove vivo io, funziona molto bene il delivery e anche se non è come andare a cena fuori, con i miei amici riusciamo sempre ad arrangiarci bene.”

C’è anche chi a differenza dello scorso Natale non ha più un lavoro o è in cassa integrazione da molti mesi. Anna fino a qualche mese fa aveva un lavoro. Non ha molta voglia di parlarne e questo Natale spera passi in fretta, come questo anno. “Penso che la pandemia ci abbia tolto tanta fiducia e che questo Natale sia diverso per ognuno di noi. Io sarò con mio marito e mia madre che vive con noi da qualche anno – afferma -. Sinceramente spero la situazione migliori, ma non credo nel breve periodo. Mi faccio forza ogni giorno e cerco di pensare in positivo”.

Un Natale 2020 che ricorderemo e che passeremo nell’intimità con i nostri affetti più stretti. Non sarà lo stesso, non sarà l’atmosfera che abbiamo vissuto gli anni precedenti. Iacopo, David, Beatrice, Andrea, Anna, Simona, Alessandro, hanno storie diverse e vivranno a modo loro questi giorni. Vivranno a modo loro, ma in fondo un po’ come tutti noi. Divisi e un po’ spauriti, ma con la speranza che sia solo per quest’anno. E che sia l’occasione per vedere il Natale e la vita, da un’altra angolazione. Come afferma Alessio: “La mia speranza, in un anno come questo, in cui siamo stati travolti da una alluvione sanitaria, economica, sociale ma anche emotiva e relazionale è che riemergano un poco di valori, di attenzione per l’altro, di comprensione e sopportazione”.

Lorenzo Braccini

 

 

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