Montereggio: il piccolo borgo che fece grandi i libri

Montereggio è protagonista di una delle storie più interessanti di tutta la Lunigiana. Il premio ‘Bancarella’ nacque qui.Fino al 1 settembre ospita la 14a Festa del Libro

Con la bella stagione gli uomini di Montereggio partivano dal piccolo paese con la gerla piena di libri e raggiungevano prima Pontremoli, poi la pianura, per andare a vendere la loro “merce” nelle città”del Nord”, dove peregrinavano a lungo, fino all’inizio della stagione invernale, quando ritornavano a casa. Il primo, nel Cinquecento, fu Sebastiano da Pontremoli, che si trasferì a Milano dove apprese l’arte della stampa. Lo seguirono altri, come i Viotti, suoi compaesani, che a poco a poco aprirono anche una bancarella. Piano piano la fama dei librai si estese oltre la valle e, con l’aumento del lavoro, molti andarono a portare i libri sempre più lontano, fino in Germania.
I Viotti, ad esempio, proseguirono l’attività per molte generazioni nel XVI e XVII secolo e, sul loro esempio la schiera dei librai di Montereggio si allargò arrivando al massimo sviluppo nell”Ottocento. Molti di loro non sapevano leggere ma capivano comunque l’importanza della “merce” che trattavano. Offrivano almanacchi, lunari e spesso libri “proibiti”, fatti circolare clandestinamente di Stato in Stato (i librai vendevano anche pietre da rasoio per poter occultare alla polizia austriaca gli scritti dei più noti patrioti).
Da ambulanti con la gerla sulle spalle diventarono ben presto bancarellai, molti aprirono vere e proprie librerie, altri diventarono editori. Ad esempio Maucci che avviò due librerie a Buenos Aires e a Barcellona e, per primo, stampò in lingua spagnola le traduzioni dei classici.
Ad oggi circa 150 dei loro discendenti posseggono importanti librerie, come i Giovannacci, i Ghelfi, i Bertoni, i Fogola oppure i Tarantola a Milano, Brescia e Venezia e ancora i Lazzarelli a Novara.
A Montereggio nel 1952 diedero vita al “Premio Bancarella”, destinato a diventare uno dei premi letterari più ambiti in Italia.
Grazie allo stretto rapporto mantenuto con il paese d’origine, queste famiglie hanno fatto di Montereggio uno dei borghi meglio conservati della Toscana spesso ravvivato da eventi legati al mondo editoriale. Ad ulteriore conferma del legame esistente tra Montereggio e la letteratura, una curiosità: le strade che portano al monumento al libraio, vicino alla chiesa fortificata di Sant’Apollinare, sono tutte dedicate ai più celebri editori italiani: Borgo Feltrinelli, Piazza Mondadori, Via Einaudi etc.

 

ASOLTA L’INTERVISTA CON ROBERTO IAZZARELLI, associazione Montereggio Paese dei librai

Sedicesima edizione della Festa del Libro di Montereggio

?Firenze, è stata presentata, nella sede della Presidenza della Giunta regionale della Toscana, la sedicesima edizione della Festa del Libro di Montereggio in Lunigiana.

La Festa del Libro di Montereggio è una Kermesse culturale che si svolgerà dal 24 agosto al 1° settembre, in piazza Rizzoli, piazza Arnaldo Mondadori e nella Chiesa sconsacrata di Sant’Apollinare, dove ci saranno incontri e dibattiti con alcuni dei più importanti scrittori italiani che, anche quest’anno, animeranno il piccolo borgo, frazione del Comune di Mulazzo.

Montereggio, aggrappato ai monti della Lunigiana, ha una storia unica ed affascinante. Da qui, nell’Ottocento, partirono gli abitanti con le gerle cariche di libri per venderli nei mercati delle città.

I libretti sull’unità d’Italia, che le associazioni carbonare regalavano ai viandanti, nella speranza di garantirne la massima diffusione, diventarono i primi volumi venduti dagli ambulanti. In questo modo il commercio dei libri prese piede e gli ambulanti cominciarono a spostarsi con carretti trainati a mano o da animali, che presto si trasformano in bancarelle. Fu così che i librai di Montereggio portarono la lettura in tutti gli angoli del Paese…

Ad oggi sono circa centocinquanta i loro discendenti che gestiscono importanti librerie in Italia e all’estero, come i Ghelfi, i Bertoni, i Fogola a Torino ed Ancona, oppure i Tarantola a Milano, Brescia e Venezia, ed ancora i Lazzarelli a Novara, e tanti altri.

Un’avventura che vive ancora oggi grazie al Premio Bancarella, nato qui nel 1952, e alla Festa del Libro di Montereggio, giunta quest’anno alla sedicesima edizione.

L’iniziativa è stata presentata dalla vicepresidente ed assessore alla Cultura della Regione Toscana, Monica Barni, e dal sindaco di Mulazzo, Claudio Novoa, alla conferenza stampa ha poi partecipato anche il presidente del Premio Bancarella, Gianni Tarantola, discendente di una famiglia di librai ed editore egli stesso.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il sindaco di Mulazzo, Claudio Novoa:

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