Inchiesta ‘Ndrangheta in Toscana, Cgil: Associazione conciatori chiarisca

La CGIL si dice  “fortemente preoccupata”  e chiede “alle istituzioni e alla politica di salvaguardare il territorio: già c’è il danno ambientale, facciamo in modo che ad esso non ne segua uno altrettanto grave di tenuta economica e sociale per il distretto con ricadute nefaste sui livelli occupazionali di questo territorio”.

“Il danno di immagine già si intravede e speriamo che non sia mortale, quindi l’Associazione conciatori, travolta da questa inchiesta, faccia in fretta chiarezza sull’accaduto”. Lo ha detto il segretario provinciale della Cgil di Pisa, Mauro Fuso, oggi nel corso di un presidio a Santa Croce sull’Arno (Pisa) a tutela della legalità, dopo l’inchiesta della Dda di Firenze su presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Toscana che ha decapitato i vertici dell’associazione di categoria per presunte irregolarità nello smaltimento dei fanghi conciari. “Chiediamo inoltre alla magistratura – ha aggiunto Fuso – di fare presto e bene il suo lavoro arrivando a una rapida conclusione delle indagini, sperando che non vi siano ulteriori ricadute sulle attività produttive e sui lavoratori.

Siamo fortemente preoccupati e per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica di salvaguardare il territorio: già c’è il danno ambientale, facciamo in modo che ad esso non ne segua uno altrettanto grave di tenuta economica e sociale per il distretto con ricadute nefaste sui livelli occupazionali di questo territorio”. Per il segretario della Cgil pisana, “ormai è un dato di fatto la presenza della malavita organizzata in Toscana, e questa presenza c’è da anni. Sempre più dove ci sono danni ambientali e mancanza dei diritti si scopre che dietro c’è chi se ne approfitta. Per questo ci chiediamo per quale motivo si deve semplificare o addirittura abolire il codice degli appalti? Attenzione perché si rischia di fare di peggio rispetto a quanto sta già accadendo in termini di appalti pubblici. Noi continueremo a vigilare su legalità, clausole sociali e diritti dei lavoratori”.

‘Ndrangheta in Toscana, CGIL: saremo parte civile, preoccupati per occupazione

Lo afferma Mauro Fuso, segretario generale Cgil di Pisa annunciando per lunedì 19 aprile alle ore 12 in piazza Matteotti a Santa Croce sull’Arno (Pisa) un “presidio pubblico a sostegno della legalità e del lavoro e affinché si faccia presto luce su questi gravi fatti confidando nel ruolo della magistratura e degli organismi inquirenti”.

“Le indagini della Procura nazionale antimafia aprono, se confermate, scenari inquietanti sulla presenza organica dell’ndrangheta nel sistema conciario. Se quanto emerso dalle indagini venisse confermato ci troveremmo di fronte alla possibile crisi del sistema consortile così come lo abbiamo conosciuto finora, con ripercussioni sociali ed occupazionali imprevedibili in una situazione già complicata dal perdurare della pandemia”. Lo afferma Mauro Fuso, segretario generale Cgil di Pisa annunciando per lunedì 19 aprile alle ore 12 in piazza Matteotti a Santa Croce sull’Arno (Pisa) un “presidio pubblico a sostegno della legalità e del lavoro e affinché si faccia presto luce su questi gravi fatti confidando nel ruolo della magistratura e degli organismi inquirenti”. Nello stesso luogo del presidio ed alla stessa ora è convocata una conferenza stampa. “Come Cgil provinciale dichiariamo fin da subito che ci costituiremo parte civile nel processo – annuncia anche Fuso – per tutelare gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori che potrebbero essere danneggiati da questi atti”.

In merito alle indagini denominate “Keu” e “Calatruria” il segretario generale della Cgil di Pisa, Mauro Fuso, ha adichiarato che “la presenza di organizzazioni malavitose in Toscana ed in particolare, da quanto emerge dalle ultime operazioni di Carabinieri e Dda, nel distretto conciario di S.Croce sull’Arno accende di nuovo l’attenzione dell’opinione pubblica e sopra ogni cosa le forti preoccupazioni più volte manifestate, anche dalla Cgil a tutti i livelli”. “Le indagini e l’azione della magistratura – prosegue – dovranno seguire il loro corso e ci auguriamo che, quanto prima, possano essere individuate tutte le responsabilità per non aggiungere al danno per lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari, la beffa per un intero territorio. E’ assolutamente necessario che l’attività della magistratura proceda nell’individuazione degli intrecci illeciti che hanno portato a questa situazione, gravissima per quanto emerge dalle notizie giornalistiche”. Per Mauro Fuso “le conseguenze di tali comportamenti illegali sul distretto conciario, così importante per l’economia toscana, potrebbero essere fortemente penalizzanti. La nostra condanna, ferma e risoluta, per queste gravi vicende va di pari passo con la preoccupazione che non vi siano ripercussioni sulle attività produttive ed in particolare sui livelli occupazionali del distretto, già fortemente colpiti in questi mesi dalla crisi conseguente alla pandemia”.

Infortunio in Alternanza Scuola Lavoro: ripensare percorsi per la sicurezza

Infortunio in Alternanza scuola lavoro nel pratese, Fuso (Cgil Toscana): “Inammissibile, si ripensino i percorsi, servono più prevenzione e formazione per la sicurezza sul lavoro, la Regione intervenga”.

Durante la mattinata del 13 giugno, uno studente di 17 anni in Alternanza Scuola Lavoro presso un’officina meccanica in via Prato a Montemurlo (Prato) è rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro: il ragazzo, infatti, si è ferito alla mano sinistra mentre stava lavorando a un macchinario che gli ha amputato la falange dell’anulare.

Dopo quello avvenuto circa un mese fa presso un’azienda specializzata in provincia di Udine, quando è stato un giovane studente friulano a ferirsi alla mano durante l’utilizzo di un macchinario, quello di ieri è solo l’ultimo di una serie di infortuni sul lavoro avvenuti durante il percorso di alternanza. Quindi non un caso isolato. Questi gravi episodi testimoniano una mancanza di formazione e una scarsa cultura della prevenzione che caratterizzano non solo i percorsi di ASL, ma più in generale l’intero mondo del lavoro. La sicurezza e la tutela dei lavoratori, nei casi di ASL degli studenti, deve essere messa al primo posto.

In merito a quanto accaduto Mauro Fuso (Cgil Toscana) ha commentato: “Inammissibile e inconcepibile, un fatto gravissimo indipendentemente dall’entità dell’infortunio. Nella Toscana così attenta ai temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, le Istituzioni devono ripensare percorsi e formazione dell’alternanza scuola lavoro. Se non si interviene prontamente, e questo vale anche per le imprese e le loro associazioni, ci si arrende all’irresponsabilità e alla teoria degli incidenti. Non si tratta mai del caso – spiega – e soltanto formazione e prevenzione possono favorire una nuova cultura della sicurezza sul lavoro. L’alternativa è aspettare che ci sia il morto e piangere così l’ennesima vittima di un ‘incidente’. Agire subito è indispensabile e la Regione Toscana attraverso i suoi poteri deve farlo prontamente con un intervento diretto, preciso e inequivocabile” – conclude.

“Il progetto di Alternanza Scuola Lavoro – dichiara la Rete degli Studenti Medi di Prato – dovrebbe essere un percorso didattico alternativo, che dovrebbe educare al valore del lavoro. Mettere gli studenti in situazioni rischiose o in condizioni di sostituzione di mano d’opera non fa che accentuare una formazione basata sullo sfruttamento e sulla precarietà”.

Emilio Testa, Segretario generale della Fiom Cgil di Prato, commenta: “Serve maggiore accortezza, le regole vanno rispettate scrupolosamente e deve essere sempre presente un tutor che segua i ragazzi soprattutto quando si tratta di ambienti e lavori potenzialmente rischiosi. E’ importante sensibilizzare sia le scuole che le aziende: tutti dobbiamo provare a dare il nostro contributo perché ci siano controlli rigorosissimi”.

Lunedì 18 giugno si terrà presso la Cgil di Prato un incontro tra Fiom Cgil, Flc Cgil e la Rete degli studenti Medi per iniziare insieme un percorso che possa individuare orientamenti per la realizzazione di validi percorsi di Alternanza Scuola Lavoro.

Esplosione Livorno: pm sequestra area incidente 

Intanto la CGIL dice “serve un salto di qualita’ nella battaglia per la salute e la sicurezza sul lavoro, e chiediamo la convocazione dell’apposito tavolo regionale’.

E’ già stata sequestrata l’area del porto industriale di Livorno dove oggi è avvenuta l’esplosione di un serbatoio che ha causato la morte di due operai di 25 e 53 anni. Lo ha disposto il pm Sabrina Carmazzi che è ancora sul luogo dell’incidente insieme ai vigili del fuoco che hanno da poco terminato anche la messa in sicurezza della zona. Il pm, chiaramente, aprirà fin da stasera un fascicolo che, probabilmente, nelle prime fasi sarà a carico di ignoti.
‘L’esplosione al porto di Livorno,l’incendio alla Sanac di Massa, e l’operaio colpito a Terranuova Bracciolini: in casi e modalita’ differenti, ancora morti e feriti in una delle giornate piu’ nere per il lavoro in Toscana, che ci costringe a una terribile contabilita’ di chi si fa male o muore mentre svolge il suo lavoro. Serve un salto di qualita’ nella battaglia per la salute e la sicurezza sul lavoro, e chiediamo la convocazione dell’apposito tavolo regionale’ afferma Mauro Fuso della Cgil Toscana.
   ‘Il tema dei controlli, delle ispezioni, del rispetto delle norme deve assillare istituzioni, enti e imprese – aggiunge Fuso in una nota -. Anche la Cgil e’ impegnata a valutare le dinamiche di questi incidenti e soprattutto a individuare soluzioni adeguate affinche’ non si ripetano’.
   Per la Cgil di Pisa ‘le morti sul lavoro sono un fenomeno che sta di nuovo aumentando e che insieme allo sgomento e al dolore impongono a tutti noi una riflessione e un’accelerazione nell’impegno della tutela dei lavoratori. L’aumento dell’intensita’ e dei ritmi di lavoro, l’aumento della precarieta’, l’estensione delle politiche di risparmio,
l’insufficienza delle misure e degli investimenti che tutelano la sicurezza e la salute sul posto di lavoro producono danni pesantissimi’. E’ necessario, conclude la Cgil, che ‘le parti
datoriali rivedano l’organizzazione del lavoro in funzione del benessere e della salute dei lavoratori. La Cgil si fara’ promotrice di una campagna di sensibilizzazione’.

Domanda per reddito di inclusione, Cgil lancia l’allarme

Fuso (Cgil Toscana): “Senza nuove risorse i Caf non potranno retribuire gli operatori, situazione drammatica: Comuni e Anci incalzino il Governo. Serve una convenzione Caf-Comuni”

“Dal 1° dicembre è possibile presentare la domanda per il Reddito di Inclusione (ReI) presso i Comuni. Sulla carta tutto è pronto e a posto, peccato che i Comuni abbiano difficoltà a prendere in carico le domande di accesso al ReI fino dall’inizio del percorso.

La modulistica necessaria alle domande è complessa e i Comuni non sono in grado di assistere nella compilazione delle domande. In questi casi il rischio di errore è piuttosto elevato, così come l’eventuale rifiuto delle domande.

I Comuni per ovviare a questa difficoltà indirizzano i richiedenti per la compilazione verso altre strutture, tra cui il sindacato. Ma ciò non è corretto per due motivi: uno, l’assenza al momento di convenzioni tra i Comuni e le Organizzazioni Sindacali per rendere effettive le domande attraverso la compilazione di una modulistica complessa; l’altro, il fatto che il sindacato dovrebbe fornire la necessaria certificazione ISEE senza alcun compenso dovuto.

Se in Legge di Bilancio non ci saranno le risorse necessarie i Centri di Assistenza Fiscale non potranno retribuire gli operatori addetti a questo servizio. Questa situazione va avanti da circa due mesi ed ora diventa più drammatica. E’ necessario che i Comuni e l’ANCI Toscana sottopongano al Governo e al Parlamento la necessità di risorse adeguate per esercitare un obbligo di legge, in questo caso per presentare la domanda e ottenere, se di diritto, il ReI.”

Firmato: Mauro Fuso, segreteria Cgil Toscana

Exit mobile version